venerdì 31 marzo 2017

Il Sindaco non dovrebbe sorridere

Ora che il clamore si è spento ci piacerebbe approfondire la vicenda sulla nomina del nuovo segretario comunale e sulla delibera di Giunta che richiede agli organi competenti di declassare la fascia di pertinenza, relativamente alla scelta di questa figura professionale.

Il “declassamento” non ha rilevanza sulla possibilità di accedere a finanziamenti. Ma non è questo il punto. Infatti, come ha dichiarato lo stesso Sindaco, anche stando nella fascia superiore, di finanziamenti l’Amministrazione non è stata capace di portarne poi molti.

Quello che lascia stupiti, è il fatto che si cerchi di far passare la scelta di una figura professionale con meno esperienza, meno titoli, meno capacità di gestire situazioni complesse, come un fatto normale, anzi auspicabile. I Segretari comunali vengono iscritti nelle diverse fasce in base ai titoli, all’esperienza maturata e alle capacità. Salendo di fascia, non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, la professionalità e la qualità aumenta.


In passato, il nostro Comune si era posto l’obiettivo di dotare la pianta organica di una figura professionale di livello superiore. Quindi, sulla base della spiccata vocazione turistica della nostra città, si era ottenuta la possibilità di dotarsi di un Segretario comunale con “competenze nazionali” attingendo a una fascia superiore a quella che spetterebbe al nostro Comune in relazione al numero di abitanti.

Oggi, invece, l’Amministrazione Bacheca si pone l’obiettivo inverso: dotare la pianta organica di una figura professionale di livello inferiore. La Giunta, sia chiaro, ne ha facoltà. Quello che non si capisce è perché abbia volontariamente operato una scelta al ribasso che certo non promuove l’immagine della città.

Abbiamo letto che il primo cittadino sorride davanti al polverone sollevato dalla vicenda. Sorriderebbe meno se riuscisse a vedere quanto si cela dietro questo allarme. Una città ormai allo stremo, consapevole di aver perso ogni prestigio e competitività. Una città mortificata dalla miopia di una classe dirigente che ne ha predato le risorse senza saperne disegnare il futuro. Una città la cui fragile economia si aggrappa disperatamente alle rendite del passato, consapevole di riuscire a sopravvivere unicamente perché vicina a Roma. Consapevoli del fatto che potremmo tornare ad essere un luogo accogliente in cui vivere e una meta turistica competitiva noi, i cittadini, con fierezza e rammarico guardiamo le bellezze naturali dei luoghi che abitiamo, sole e uniche cose che non sono riusciti a distruggere.

E’ dunque una scelta di coerenza? Si è deciso di adeguare il nostro status al degrado a cui è stata condannata Santa Marinella dopo due mandati Bacheca?

Con questo ultimo atto formale, la Giunta Bacheca firma la propria azione sulla città: un declassamento. Come cittadini auspichiamo una nuova Amministrazione che faccia scelte di qualità e che tenda a migliorare lo standard dell’organizzazione amministrativa.

Invece siamo costretti a prendere atto, che potendo scegliere, l’Amministrazione Bacheca ha scelto di tornare indietro. Questa auto bocciatura è difficile da digerire e mortifica la dignità dei cittadini che si sentono declassati senza averne colpa.


giovedì 16 marzo 2017

Santa Marinella dice no alla svendita del bene comune

Prosegue la raccolta di firme per fermare il project financing sulla passeggiata: un progetto sbagliato, ingiusto e illegittimo.




La forte adesione al progetto per una spiaggia attrezzata e con servizi, operativa 12 mesi l’anno, in contrapposizione all’ipotesi della Giunta Bacheca finalizzata alla svendita della Perla del Tirreno, ci spinge a proseguire con determinazione l’attività di contrasto nei confronti di un project financing che riteniamo sbagliato, ingiusto e illegittimo.

È un progetto sbagliato, perché non crea servizi aggiuntivi al turismo o ai residenti e non offre nuove opportunità occupazionali. È sbagliato perché espropria i cittadini della libera fruizione di un bene comune e lo privatizza in cambio di lavori di ristrutturazione che l’Amministrazione non si vuole prendere la briga di gestire. Questo non è un project financing, è la dismissione di un bene comune, è la resa dell’Amministrazione davanti alla propria incapacità gestionale.

È un progetto ingiusto, perché vorrebbe utilizzare un bene comune come merce di scambio, privilegiando l’interesse privato rispetto a quello di un’intera comunità.

In un periodo di crisi economica e occupazionale ci si aspetterebbe un’azione amministrativa protesa a favorire l’incremento e l’accessibilità dei servizi a tutti. Una progettualità mirata a realizzare il pieno utilizzo del patrimonio pubblico e dei beni disponibili sotto il profilo temporale e qualitativo. Una programmazione finalizzata all’incremento delle opportunità imprenditoriali e occupazionali, soprattutto per quella fascia di popolazione che forse non possiede i milioni di euro necessari ad alleggerire l’Amministrazione delle proprie responsabilità ma ha idee, voglia di mettersi in gioco e necessità di trovare uno sbocco lavorativo. Questo improprio project financing non crea nulla che oggi non esista già e non persegue ciò che un’Amministrazione, degna del ruolo cui è stata delegata, dovrebbe realizzare.

Infine, è un progetto illegittimo, perché prevede che una zona demaniale possa seguire le sorti di una privatizzazione di fatto a venticinque o trent’anni. Infatti, mentre l’Amministrazione può purtroppo disporre delle opere murarie poste sotto la passeggiata (cabine e servizi) in quanto parte del patrimonio del Comune, non è legittimo fare altrettanto con il tratto di arenile antistante. Questo non è nelle disponibilità dell’Amministrazione comunale perché è un bene che appartiene a tutti, aldilà del nostro comune e aldilà del tempo, per fortuna limitato, di quest’amministrazione.

Si tratta di un problema politico e culturale che l’Amministrazione non riesce a cogliere ma che i cittadini di Santa Marinella hanno capito benissimo. Forti del loro sostegno, porteremo avanti questa battaglia di civiltà in ogni sede in cui sarà necessario sostenerla.

Riproponiamo con forza la nostra visione di qualificazione del bene comune. Vogliamo una spiaggia attrezzata con servizi che possano coniugare qualità e controllo con la libertà di fruizione. Uno spazio che, aldilà dei mesi estivi dedicati alla balneazione, costituisca un polo d’attrazione tutto l’anno, attraverso la pianificazione di nuove attività e l’offerta di servizi per lo sport, la cultura e l’intrattenimento. Vogliamo un’offerta integrata al turismo che generi nuove opportunità di lavoro e investimento sul nostro territorio.

Il Paese che vorrei