mercoledì 31 maggio 2017

Finché la barca va....


Vi ricordate il tavolo di lavoro per la riduzione delle emissioni nel porto di Civitavecchia, cui era stato accreditato anche Il paese che vorrei? Era il 29 marzo, e da tale data non ha fatto seguito nessun altra convocazione. Nonostante ciò, qualcosa si è mosso: martedì 30 maggio, infatti, Comune di Civitavecchia, Capitaneria ed Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale hanno sottoposto agli armatori la firma dell’ accordo volontario per la riduzione delle emissioni. La Grandi Navi Veloci è, per ora, il primo ed unico firmatario ma l'auspicio è che altre compagnie possano presto decidere di sottoscrivere l'accordo.

In concreto, analogamente a quanto già fatto sul Porto di Venezia con la ratifica del “Venice Blue Flag”, saranno introdotti limiti più stringenti sull’utilizzo di combustibile ad alto tenore di zolfo. L’accordo, denominato “Civitavecchia Blue Agreement”, prevede che le navi dirette al Porto passino all’utilizzo di combustibile a basso tenore di zolfo già un’ora prima dell’inizio delle manovre di attracco. In conseguenza, le emissioni prodotte in prossimità e all’interno dello scalo saranno sicuramente di minore impatto rispetto a quanto accadeva prima, dove l’obbligo era previsto solo dopo l’attracco, per il mantenimento in accensione dei motori ausiliari (quelli che producono corrente per la nave, n.d.r.).

Ottimo accordo, ma ci permettiamo di esprimere perplessità in merito alla capacità di controllo sul rispetto dello stesso, soprattutto in virtù del fatto che dal 2016 tutte le centraline di controllo dedicate al monitoraggio della eventuale ricaduta dei fumi emessi dalla centrale termoelettrica di Torre Valdaliga Nord sono state cedute ad ARPA LAZIO, e da quel momento i valori di zolfo rilevati (già di per sé molto bassi, ma comunque con andamenti correlabili sia allo stato di impianto che alle variazioni del traffico portuale) sono tutti diventati pari a zero, o comunque al di sotto del limite di rilevabilità strumentale (*).
Come faremo, quindi, a controllare? Se ARPA dice “zero” tutti gli altri sono inutili: i “giudici” dell’ambiente sono loro, e se l' Agenzia Regionale per l' Ambiente maggio 2016 afferma che lo zolfo è scomparso bisogna credergli… o no? Certo è che se la centrale ha continuato a funzionare, se il traffico portuale non è diminuito, se il traffico veicolare è rimasto lo stesso, ci rimane difficile giustificare questa misteriosa scomparsa di zolfo contenuto nell’aria… che dire: finché la barca va …




(*) si definisce “limite di rilevabilità strumentale” il valore al di sotto del quale lo strumento, per come è stato costruito, non è in grado di rilevare l’inquinante specifico (in questo caso, SO2). Tanto per capirsi: se il limite degli analizzatori utilizzati nelle centraline è 0,5 microgrammi, qualunque valore misurato al di sotto di 0,5 è da scartare in quanto inattendibile secondo il costruttore dello strumento.