venerdì 29 marzo 2019

TIDEI INVECE DOV’ERA?

In risposta a Tidei

Il Sindaco Tidei, in difficoltà dopo soli otto mesi, reagisce in maniera scomposta, aggrappandosi all’arroganza e all’insulto. Questo, evidentemente, sa fare ma tale atteggiamento non migliora una situazione che presupporrebbe invece intelligenza e capacità di confronto.Il sindaco se ne fregia, ma siamo noi cittadini ad aver risparmiato in questi mesi. E questo risparmio lo abbiamo pagato attraverso la privazione dei servizi e l’assenza di interventi utili alla città. Mancano i soldi; ma allora perché non ha ancora provveduto a ritirare le deleghe che fanno incassare al Consorzio Pellicano i soldi che spettano ai cittadini per la raccolta differenziata? Perché ancora oggi non esiste un piano per rendere la Santa Marinella Servizi utile alla Città anche sotto il profilo economico? E quali sono stati gli interventi per l’efficientamento della Farmacia comunale?Relativamente al cimitero, poi, le parole del sindaco sono indicative di uno stato di scarsa lucidità. Il Sindaco, davvero crede di ingannare i cittadini parlando di fabbisogno di loculi e cercando di convincerli che la costruzione di 3.000 loculi sarà a costo “zero”? E stato già elaborato il progetto di fattibilità tecnica ed economica? Quanto costeranno i loculi ai cittadini? E quanto in mancate entrate per i prossimi anni? Inoltre, quando vagheggia delle “immediate soluzioni” che il project fornirebbe, farebbe meglio a chiarire i termini di questa immediatezza. Sarebbe divertente.Per quanto riguarda l’Ex-fungo, se Tidei vuol sapere dove ero in quella battaglia gli basterebbe chiedere al suo fidato assessore Minghella che al tempo si affaccendava con la Giunta Bacheca (di cui era delegato al bilancio) a sperperare trecentomila euro di progetto mentre i cittadini di Santa Marinella, ed io tra loro, lottavano contro quella schifezza. Lui, invece, che di quella schifezza è stato l’ispiratore, dov’era? Infine, sulla Perla del Tirreno, se il Sindaco facesse lo sforzo di leggere la perizia di cui va parlando scoprirebbe che sulla passeggiata nessuno ha interdetto niente, non risulta alcun “pericolo di crollo” né si ravvisa alcun “eventuale disastro”. Queste sono fantasie per giustificare, al pari di Bacheca, operazioni di project financing finalizzate a vincolare per decenni le concessioni dei nostri beni comuni. Altro che discontinuità! Il paese che vorrei è il contrario di tutto questo. Vorremmo un paese in cui il Sindaco e la Giunta fossero al servizio della collettività e la progettualità fosse finalizzata alla qualità della vita e alla riqualificazione ambientale.Abbiamo provato a far capire al Sindaco che ci sono altre strade per risanare e riqualificare la nostra città, ma gli mancano le capacità, lo spirito di servizio e la lucidità. Speriamo che qualcuno in maggioranza possa capirlo e scegliere di lottare affinché, alle chiacchiere insolenti ma insignificanti, non seguano i danni concreti.  Non ci facciamo incantare da parole vuote né intimidire dall’arroganza. Ci siamo liberati del suo predecessore, ci libereremo anche di Tidei, sperando che la sua permanenza costi meno cara alla nostra comunità.
Lorenzo Casella

Consigliere comunale 
Lista Il Paese che vorrei


martedì 26 marzo 2019

LA REGIONA CONTRASTA IL DDL PILLON

Alla presentazione del Piano Sociale Regionale abbiamo appreso di questo importante emendamento che vieta la mediazione familiare in caso di violenza domestica, a tutela delle donne e dei minori. L'emendamento, a firma della consigliera Marta Bonafoni, è stato votato all'unanimità dal Consiglio Regionale.

➡️Per leggere l'articolo: https://goo.gl/keWiZ7


Marta Bonafoni

A dare il colpo di grazia, arrivano i project financing di Tidei


I piani del Sindaco Tidei, in piena continuità con quelli dell’Amministrazione precedente, impoveriranno ulteriormente la nostra città e metteranno un’ipoteca sulla sua capacità di risanarsi e di generare in futuro entrate per collettività. È venuto il momento di scegliere da che parte stare e decidere se lasciare mano libera al Sindaco oppure se vincolarlo al rispetto dell’interesse pubblico per garantire un futuro al nostro territorio.

In dieci anni, il governo Bacheca ha saccheggiato le risorse del nostro Comune. Oltre ai milioni di debiti che ci hanno portato al dissesto, abbiamo perso la piscina comunale, il campo sportivo, il palazzetto dello sport, la scuola delle Vignacce e l’intero territorio versa in stato di abbandono. A questa devastazione potremmo porre rimedio attraverso una fase di risanamento e attenta gestione e invece, a dare il colpo di grazia, arrivano i progetti di Tidei. 

Tramite il sistema del project financing ci si accinge a trasferire i nostri beni comuni e le relative entrate, dalle casse del nostro Comune alle tasche di imprenditori, per anni. 

Ecco come funziona. L’amministrazione dà in concessione un bene comune (cioè di tutti) un certo numero di anni al privato che finanzia la realizzazione dell’opera e in cambio gode del beneficio economico della gestione. Il privato imprenditore punta naturalmente a che il business sia il più rilevante e redditizio possibile ma questa ricerca di profitto dovrebbe essere controbilanciata dalla capacità dell’Ente Pubblico di tarare il progetto sulle concrete esigenze della collettività e di negoziare i termini ad essa più favorevoli.

Il problema non è lo strumento in sé ma chi lo strumento lo usa. Infatti, una politica compiacente trasforma e amplifica le caratteristiche dell’opera non in funzione delle reali esigenze della collettività ma di ciò che rende più appetibile l’affare per il costruttore.  

Ecco quindi che, nelle mani di Tidei, se per i prossimi 10 anni il Comune ha bisogno di 900 loculi, l’appalto viene richiesto per 3.000; se la passeggiata necessita di un intervento di consolidamento e adeguamento, l’appalto viene riempito di optional che poi nessuno controlla e diventa un affare da 3.000.000 di euro, naturalmente con concessioni esclusive pluriennali; se abbiamo bisogno di sistemare le aree di parcheggio della zona centro, diventa indispensabile inventarsi un appalto per 3 piani di parcheggi sotterranei. 

Anche la qualità, la funzionalità, i materiali, la durevolezza nel tempo di quanto si realizza, non rispondono più a criteri di utilità sociale ma si piegano alla logica del profitto. Ovviamente, la definizione e l’approvazione dei progetti, così come il ruolo di controllo, resta nelle mani di chi ha concepito questo disegno ben conoscendo gli interessi degli imprenditori e l’importanza di fornire opportunità e garanzie ai loro investimenti. 

Questo significa sacrificare l’interesse pubblico sull’altare degli affari di pochi. Naturalmente i soliti, visto che cambiano i sindaci ma i progetti restano gli stessi.

lunedì 18 marzo 2019

Case in edilizia agevolata: chiediamo che la Regione Lazio affianchi ATER a sostegno dei cittadini di Santa Marinella in maggior difficoltà.




Da più di un anno è in corso la trattativa per l’acquisizione da parte dell’ATER di alcuni alloggi a S. Marinella. L’ATER (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale) svolge un servizio di edilizia sociale volto a garantire un alloggio a chi non è in condizioni di accedere a un’abitazione a prezzo di mercato, fornisce cioè una casa alle famiglie meno abbienti. Già durante la campagna elettorale, abbiamo evidenziato la presenza di immobili invenduti e incompiuti sul territorio comunale, sollevando l’esigenza di un piano di recupero del patrimonio immobiliare disponibile e di un blocco al consumo di suolo. Abbiamo più volte ribadito questa posizione in contrasto con i numerosi annunci del Sindaco che, in una smania di cementificazione, punta a ottenere terreni agricoli per trasformarli in insediamenti per nuove abitazioni.  Ribadiamo ancora oggi la nostra contrarietà: guardare al futuro del nostro territorio significa riqualificare il patrimonio edilizio e impedire la costruzione di nuovi agglomerati.
Apprezziamo quindi la lungimirante scelta dell’ATER di investire nella riqualificazione di un immobile esistente - escludendo un’inutile cementificazione del nostro patrimonio verde - e chiediamo inoltre all’ Azienda di procedere in questa direzione che rappresenta un indiscutibile vantaggio per la collettività.
Inoltre, visto che nelle politiche dell’ATER rientra l’adeguamento degli immobili mirato al contenimento del consumo energetico, ci preme sottolineare la potenziale ricaduta economica che queste opere potrebbero rappresentare per le imprese edili locali, contrariamente a quanto avviene in occasione dei grandi cantieri dove l’intervento dei costruttori lascia nel nostro comune solo le briciole degli appalti milionari. 
Esiste però una criticità. Ci risulta che la disponibilità finanziaria dell’ATER possa fronteggiare i costi per l’acquisizione dell’immobile e i lavori di adeguamento ma che non sia sufficiente a consentire l’assegnazione degli appartamenti con formule economicamente più accessibili come l’edilizia sovvenzionata, destinata proprio ai cittadini più bisognosi.  Quest’ultima infatti consentirebbe la locazione ai nuclei familiari più deboli prevedendo canoni di locazione proporzionati alla condizione economica degli assegnatari.
Chiediamo pertanto che la Regione Lazio intervenga con un supporto economico finalizzato a realizzare edilizia sovvenzionata almeno su una parte degli immobili in questionee renderli così disponibili anche ai cittadini di Santa Marinella in maggior difficoltà. 
Ci aspettiamo che anche il Sindaco e la maggioranza si attivino in questa direzione abbandonando le mire edificatorie sulle colline del nostro territorio. Oggi abbiamo l’opportunità di fare case popolari a consumo di suolo zero. Per il bene di tutti, facciamolo. 

sabato 9 marzo 2019

Dipendenti comunali: mele marce importanti per la comunità

Incomprensibili i continui attacchi al personale del Comune e della partecipata, utili solo a delegittimare e a destabilizzare i lavoratori e a peggiorare la qualità dei servizi. I dipendenti pubblici dovrebbero rappresentare un valore aggiunto: perché non puntare su formazione e responsabilizzazione delle competenze? La nuova pianta organica, poi, lascia più di un dubbio.


Sono ormai all'ordine del giorno le offese rivolte sia ai dipendenti comunali, sia a quelli della partecipata. Sulla stampa, sui social o addirittura negli incontri pubblici la lista degli spiacevoli appellativi con i quali vengono apostrofati i lavoratori è lunga: da mele marce a cialtroni, da fannulloni a incompetenti. Le colpe di tutto quello che sta avvenendo ricadono esclusivamente sulle loro spalle. Certamente non saranno tutti esenti da colpe. La caccia alle streghe portata avanti in questo periodo, però, non solo risulta incomprensibile e fuori luogo ma è da considerarsi del tutto sconveniente.

La riorganizzazione della pianta organica, annunciata con roboanti dichiarazioni come panacea per tutti i mali,non ha prodotto i risultati desiderati. Eccezion fatta per il risparmio relativo alle retribuzioni delle Posizioni Organizzative, le modifiche attuate hanno avuto l’unico effetto di mandare in tilt la macchina amministrativa, destabilizzando il personale e peggiorando notevolmente la qualità dei servizi forniti. A una robusta rivoluzione dell’impianto interno, non ha corrisposto un idoneo periodo di transizione per agevolare la metabolizzazione dei cambiamenti. Inoltre è mancato un appropriato affiancamento a chi ricopre nuove mansioni, necessario per assimilare competenze diverse. Se a tutto questo si aggiunge la puntuale campagna di demonizzazione, si ottiene una completa delegittimazione del lavoro e del contributo fornito dagli uffici alla città.

L’operato dei dipendenti pubblici o della Santa Marinella Servizi risulta fondamentale per il buon andamento di tutta l’amministrazione. Rappresenta, se ben utilizzato, il valore aggiunto per i servizi che vengono erogati ai cittadini. Occorre puntare con convinzione sulla formazione, avviando programmi condivisi che mirino a mantenere sempre alta la conoscenza delle materie trattate e a uniformare le attività svolte con gli aggiornamenti normativi. La collaborazione e la fiducia tra amministratori politici e amministratori tecnici dovrebbe essere ben salda. È necessario valorizzare le competenze e l’esperienza, generando un processo di responsabilizzazione costante che miri esclusivamente a elevare lo standard dei servizi.

In queste condizioni, invece, oltre alla situazione logistica, pessima, alla dotazione tecnologica, inadeguata, si rischia di produrre un pesante clima di pressione, sia interno che esterno. La frattura tra le due parti appare ancora più preoccupante, se si considera che nella situazione economica/finanziaria in cui si trova il Comune di Santa Marinella, avviare un muro contro muro non giovi praticamente a nessuno. In condizione di dissesto, se la parte politica sceglie di non collaborare con la parte tecnica, a pagarne le conseguenze saranno esclusivamente i cittadini.

È auspicabile, allora, che gli ingranaggi riprendano a girare nel migliore dei modi. Per far sì che questo avvenga, tutti i soggetti interessati dovranno essere messi in condizione di lavorare in maniera ottimale. Urge che le parti riavviino il dialogo, con il dovuto rispetto reciproco e con i giusti modi. Necessario, quindi, risulterebbe abbandonare immediatamente toni troppo esasperati. Dalla distensione dei rapporti, non potranno che arrivare vantaggi per tutti.

Una classe dirigente consapevole e responsabile, questo dovrebbe fare. Una classe dirigente al governo della città e degna del proprio ruolo, questo lo avrebbe già fatto.

Il Paese che vorrei si mette a disposizione per favorire il confronto tra le parti e avviare una discussione costruttiva che possa armonizzare le esigenze del Comune e le istanze dei lavoratori, nell'interesse della nostra comunità.

venerdì 8 marzo 2019

! NON BRUCIAMOCI IL FUTURO !

Una delegazione del Paese che Vorrei, su invito dell'amica consigliera regionale Marta Bonafoni, in assenza di  esponenti dell'amministrazione comunale, ha rappresentato Santa Marinella alla presentazione del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti avvenuta ieri, alla Pisana, a cura dell'assessore Valeriani. 
Tra i punti salienti del piano, che sostituira' il precedente e rimarra' valido dal 2019 al 2024, consideriamo punti di forza il superamento del concetto di "termovalorizzazione" o incenerimento dei rifiuti, e la progressiva sostituzione dei TMB e FOS a favore di nuova impiantistica, atta a produrre materiale riutilizzabile dagli imballi recuperati (plastiche, vetro, e similari). E' stata ribadita la forte disponibilita' della regione al finanziamento di nuovi impianti a gestione "pubblica" (vedi Colleferro, che sara' riconvertito) e l'imput a tutte le amministrazioni comunali a favorire l'autosufficienza del ciclo dei rifiuti all'interno dei propri ATO (ambiti territoriale) tramite la realizzazione di tanti "piccoli" impianti piuttosto che concentrare tutto in megaimpianti, spesso lontani dai punti di raccolta (e' stato calcolato che con la spesa annuale della sola citta' di Roma per il trasporto dei rifiuti lontano dalla capitale, si potrebbero costruire 50 piccoli impianti, poco invasivi, all'interno del territorio cittadino, abbattendo il continuo traffico di compattatori da e verso la capitale che aggiunge inquinamento a quello gia' esistente). 
Ma il concetto piu' fortemente ribadito e' stato (finalmente!) il superamento della raccolta differenziata "fine a se' stessa" ... e' in discussione infatti in questi giorni la contrattazione, fra ANCI e CONAI, della quota del contributo da destinare ai comuni a seguito del corretto recupero e conferimento dei materiali, dando per scontato che le deleghe che vengono assegnate ai comuni siano gestite direttamente e non trasferite al soggetto che si occupa della raccolta e del trasporto ne', tantomeno, girate ad altri soggetti privati. Una battaglia, questa delle deleghe erroneamente girate alla Gesam, che a sua volta le ha trasferite direttamente al consorzio Pellicano, fortemente condivisa dal Paese che Vorrei, in quanto tale pratica scorretta viene perpetrata da sempre nel nostro comune, ed e' il principale motivo per cui a fronte dei costi aggiuntivi per la gestione del sistema "porta a porta" non abbiamo mai avuto un ritorno economico valido a giustificarne l'adozione. Ci chiediamo anche, a fronte di un nuovo piano regionale dei rifiuti, che senso ha confermare alla Gesam un contratto settennale scritto e costruito secondo le vecchie linee guida, ormai obsolete, e riteniamo necessaria una attenta rivisitazione degli impegni presi in merito al servizio di raccolta e trasporto.
Report di Stefano Crispu

Sul ritiro delle deleghe attendiamo, diciamo, "fiduciosi". Questa pessima pratica, perpetrata da sempre nel nostro comune, è il principale motivo per cui a fronte dei costi aggiuntivi per la gestione del sistema "porta a porta" non abbiamo mai avuto un ritorno economico valido a giustificarne l'adozione.