martedì 25 febbraio 2020

PROJECT FINANCING PER LA PIAZZA: STORIA DI EX FUNGHI E VOLTAGABBANA


Chi oggi sostiene il progetto, ne era il più convinto oppositore. E i cittadini, che hanno già espresso la loro contrarietà, continuano ad essere esclusi da ogni decisione.

Il 20 febbraio di 5 anni fa Santa Marinella esprimeva la sua opposizione al progetto promosso dall’amministrazione Bacheca per la costruzione di parcheggi interrati con la copertura di una improbabile piazza nella zona conosciuta con il nome di ex fungo. Tantissimi cittadini, rispondendo all’invito dell’Assemblea per la piazza partecipata, convocata da molti che in futuro avrebbero costituito “Il Paese che Vorrei”, si ritrovarono sotto la sede comunale per tutelare i beni comuni e dire no all’attuazione di progetti faraonici, costosi e non corrispondenti alle esigenze della città. L’ulteriore, inutile speculazione sugli spazi urbani, gli esorbitanti costi di realizzazione e di gestione, l’inadeguatezza del progetto e il rischio idrogeologico dell’area spinsero i cittadini a scendere in strada per manifestare il proprio dissenso e chiedere, invece, una vera riqualificazione degli spazi. La raccolta di firme che seguì la manifestazione ottenne risultati senza precedenti. Quasi duemila santamarinellesi firmarono la proposta di deliberazione a iniziativa popolare. L’Amministrazione fu indotta a convocare la commissione urbanistica per ridiscutere il progetto con i rappresentanti dell’Assemblea e alla fine tornò sui suoi passi.

Quella di 5 anni fa fu una delle più belle esperienze di partecipazione e di democrazia che la nostra città abbia vissuto. La scintilla accesa dal dibattito pubblico generò la mobilitazione che inevitabilmente portò a risultati concreti. Tanti cittadini parteciparono attivamente alle assemblee e alle manifestazioni. Aderì convintamente anche il Partito Democratico i cui esponenti parteciparono ai lavori assembleari e furono tra gli oppositori del progetto e del brutale intervento proposto dall’Amministrazione Bacheca. Ora, a 5 anni di distanza da quella contestazione da parte della città, Tidei ripresenta una proposta per l’area ex fungo perfettamente in linea con il progetto di Bacheca & Co. E siamo all’assurdo: questo progetto adesso è convintamente sostenuto da quello stesso PD che 5 anni fa lo osteggiava.

Oggi come allora, “Il Paese che Vorrei” è convinto che quando si interviene su spazi pubblici così importanti per la collettività, un’amministrazione sana non possa prescindere dal confronto e da un’idea di città condivisa. A furia di autoreferenzialità e mancanza di idee, può accadere di riproporre all’infinito progetti vecchi e stantii che la città ha già bocciato. Si rischia di riscaldare la solita zuppa di funghi, anzi di ex funghi, anche se i commensali si sono dati il cambio.




venerdì 21 febbraio 2020

IL VECCHIO INGANNO DELLA GUERRA

In relazione al video il Sindaco informa del 19 febbraio, constatiamo che quando mancano le risposte alle esigenze dei cittadini, si ricorre ad una banale arma di distrazione di massa. Un polverone di rancore e di minacce che tutto nasconde e niente risolve ma che ha lo scopo di distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità, scatenando polemiche e contrapposizioni nei confronti di presunti nemici.

In questo polverone non si vede la differenza tra chi è nella difficoltà di pagare una tassa e chi per avidità o furbizia non la corrisponde. Quando chiedevamo all’Amministrazione di intervenire con le dovute verifiche per una più equa ripartizione della TARI e di agire per una nuova definizione del servizio per la raccolta differenziata, nulla è stato fatto ed oggi, niente di meglio che trovare nel cittadino inadempiente, qualunque sia la sua condizione, il nemico contro cui scatenare la rabbia.

Poi, per nascondere l’incapacità di rendere accessibili i varchi a mare lungo le nostre coste, si preferisce creare un nuovo nemico che impedirebbe di aprirne uno, il più costoso, il più complesso e forse anche il più inutile dal momento che a quella spiaggia già oggi si accede facilmente dal porto, con tanto di parcheggio a disposizione.

Sulla gestione del Porto la battaglia è vecchia. Dopo aver fortemente voluto una gestione privata in cambio della promessa di faraonici quanto improbabili progetti di espansione, sono anni che le amministrazioni ingaggiano (o fingono di ingaggiare) battaglie legali con l’unico risultato di aver buttato tempo e denaro pubblico.

Sono invece sempre mancati i controlli e le azioni puntuali sulle irregolarità dei lavori e sulle modalità gestionali che avrebbero potuto imporre al concessionario il rispetto degli impegni e la realizzazione dei servizi. Ma basta rinnovare il rancore nei confronti di un nemico e sperare che ciò possa nascondere l’inerzia di una macchina amministrativa incapace di perseguire il bene comune.

Così, cari concittadini oppressi da tasse e dalle cattive gestioni che si sono succedute nel tempo, se non siete soddisfatti dei servizi, se non avete una casa, se la vostra città vi sembra trascurata, se siete giustamente preoccupati dalla privatizzazione del cimitero, dei parcheggi e delle spiagge, se vi sembra che non ci siano opportunità di sviluppo, benessere e bellezza nel nostro territorio, sappiate che la colpa del vostro disagio è dei “poteri forti” che impediscono al Sindaco di lavorare per il bene dei cittadini. Totò avrebbe detto: “ma mi faccia il piacere”



mercoledì 19 febbraio 2020

PERCHÉ LA MAGGIORANZA HA TANTO PAURA DELLA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI? Chiediamo al Presidente del Consiglio comunale, Roberto Marongiu, di spiegare alla città perché le modifiche approvate siano state messe nel cassetto e dimenticate.




Ieri è trascorso un anno preciso da quando il Consiglio comunale ha approvato la mozione proposta da Il Paese che Vorrei per la modifica dello Statuto comunale. Una mozione che rendeva finalmente efficaci petizioni, istanze, deliberazioni a iniziativa popolare, referendum e proponeva un regolamento che mancava dal 2001.
Il traguardo sembrava a portata di mano e invece non solo l’Amministrazione ha provveduto ad alzare il numero di sottoscrizioni necessarie per attuare questi strumenti, non solo ha bocciato il punto che proponeva l’inserimento nello statuto del referendum abrogativo (terrorizzata dal fatto che in questo modo i cittadini potessero direttamente giudicare l’operato del Sindaco e della Giunta), non solo ha lasciato passare altri mesi prima di approvare il Regolamento ma ad oggi non ha ancora inviato le modifiche statuarie al BUR per la pubblicazione ufficiale, senza la quale tutto ciò che è stato approvato, chiesto a gran voce dalla città, risulta inattuabile.
Ricordiamo che alla prima presentazione della mozione (4 novembre 2018) Sindaco, Giunta, Consiglieri di maggioranza e Presidente del Consiglio avevano promesso che gli strumenti di partecipazione popolare sarebbero stati resi operativi entro il 31 dicembre 2018.
Passano i mesi e visto che la maggioranza non dà segni di vita, chiediamo spiegazioni al Presidente del Consiglio comunale, architetto Roberto Marongiu, sul perché le modifiche approvate siano state messe nel cassetto e dimenticate.
Vogliamo restituire la parola ai cittadini anche se il Sindaco vuole imbavagliarli. Noi andremo avanti!
“La libertà è partecipazione”