domenica 24 maggio 2020

IL CONTRARIO DI CIO' CHE ANDREBBE FATTO

In una riunione indetta dal Sindaco, con assessori e consiglieri, tra gli altri argomenti, la maggioranza ha chiesto pareri sulla possibilità di riaprire il mercato.

L’idea della maggioranza era quella fare il mercato posizionando tutti i banchi di Piazza Trieste più quelli del parco Kennedy lungo via Cicerone, così da creare un unico mercato. 

Il nostro consigliere Lorenzo Casella ha invece ribadito la necessità di evitare la concentrazione in un unico luogo perché questo avrebbe favorito assembramenti di persone sia in prossimità delle vie di accesso sia in tutto il susseguirsi di bancarelle dove evidentemente si sarebbero create file in attesa di essere serviti. Per non parlare dell'aumento del traffico veicolare nel giorno del mercato,
della difficoltà di trovare parcheggio intorno al parco Kennedy e dei problemi di mobilità per chi abita lontano e non ha la macchina. 

La nostra proposta per favorire il distanziamento sociale è stata quella di suddividere le bancarelle in 3 o più mercati più piccoli da realizzare in luoghi diversi. 
Abbiamo ipotizzato:
- un mercato in zona parco Kennedy,
- uno presso il campo sportivo (via delle Colonie), 
- uno in centro (eventualmente all’interno del porticciolo).

E abbiamo ribadito l’esigenza che questi mercati avessero ognuno vari tipi di merce in modo tale da soddisfare le esigenze delle persone ed evitare spostamenti da un mercato all’altro per fare una spesa completa. 

La maggioranza ha però obiettato che per i titolari delle bancarelle è importante stare tutti insieme soluzione che per noi è però in netto contrasto con le esigenze sanitarie e di ordine pubblico indispensabili in questo periodo.

Alla fine si è deciso di rinviare la decisione sul mercato al 1 giugno ma, a quanto risulta dalle sue esternazioni, il Sindaco ha già deciso di sopprimere il mercato di piazza Trieste.




giovedì 21 maggio 2020

PIOVE SEMPRE SUL BAGNATO


Troviamo incredibile che chi ha contribuito attivamente alla distruzione economica e morale di questo paese oggi abbia l’arroganza di volerci impartire lezioni sulle presunte buone pratiche.

I tavoli di confronto sono la via maestra per riuscire a superare le proprie lacune e la propria inefficienza ma ci vorrebbe un interesse per il pubblico e un’umiltà che all’attuale cosiddetta classe dirigente mancano.

In più c’è la presunzione di chi vorrebbe “formare” associazioni e cittadini a prendersi cura di arenili liberi di cui il Comune si è sempre disinteressato e che ha da sempre lasciato in abbandono.
Numerose sono invece le associazioni e i cittadini che hanno supplito alle inefficienze dell’Amministrazione con il proprio impegno. Cosa vorrebbe insegnare l’Assessore Minghella a costoro?  Come si misura una distanza? Come si invitano le persone alla correttezza dei comportamenti? Come ci si prende cura dei beni comuni?

Noi proponiamo che i soldi stanziati dalla Regione possano essere utilizzati per garantire il corretto accesso agli arenili liberi offrendo, a chi quelle spiagge e quelle scogliere le ama, un compenso economico e siamo certi che questa operazione potrebbe costituire un’opportunità di lavoro per chi è più in difficoltà e potrebbe trarre un beneficio in cambio del suo impegno nel presidiare, nell’interesse di tutti, quegli spazi liberi.

Le posizioni espresse dall’Assessore Minghella invece mirano a un altro obiettivo, quello di far piovere sempre sul bagnato, nel portare beneficio a chi già ne ha, nell’essere il mazziere di un tavolo riservato a pochi.  

Invece di pianificare azioni si preferisce scaricare responsabilità, invece di distribuire si preferisce concentrare, invece di attuare interventi di equità sociale si preferisce agevolare privilegi e rendite di posizione. Sono queste le prerogative di una gestione del potere insana, ingiusta, dannosa.

Lorenzo Casella
Il Paese che Vorrei




martedì 19 maggio 2020

LE LINEE PROGRAMMATICHE DI TIDEI SONO UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA ALLA CITTA’!

L’Amministrazione pensa di uscire dall’emergenza Covid a colpi di privatizzazioni. E’ l’inizio di un lungo braccio di ferro con i cittadini.

Le cosiddette “Linee programmatiche per la ricrescita del Paese a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19”, presentate dal Sindaco in Consiglio comunale, somigliano piuttosto a un volantino promozionale di saldi stagionali. Il solo impatto visivo è sconcertante. Le sei prime proposte sono altrettanti project financing: project financing cimitero; project financing “Ex fungo” (parcheggi e piazza); Project parcheggi; project “talasso terapia”; project “ex piscina comunale-bar-ristorante”; project “passeggiata spiaggia”.

Riteniamo che ormai sia inutile spendere altre parole sul fatto che questi progetti, gli stessi dell’Amministrazione Bacheca, siano già stati bocciati dai cittadini con manifestazioni e raccolta di firme. Ancora più inutile spiegare che il vantaggio economico per le casse del Comune, e quindi per le tasche della gente, si tradurrà in un danno nel medio e lungo termine. A questo punto, sembra chiaro che l’unico interesse che muove Pietro Tidei sia quello di portare a termine queste procedure e poi andarsene a fine mandato, lasciando la città più povera e priva di strumenti per risollevarsi. E al suo volere, alla fine, all’interno della maggioranza, si sono piegati anche coloro che teoricamente si sono sempre dichiarati contrari.

Chi si illudeva che saremmo usciti da questo periodo con uno spirito diverso e una politica proiettata al futuro, è rimasto profondamente deluso. Il documento approvato in Consiglio è saldamente ancorato al passato e alle vecchie dinamiche. La pandemia ha messo in risalto l’aridità delle proposte dell’Amministrazione. Oltre queste, stantie e dannose, c’è il nulla assoluto!

Ma i giochi non sono conclusi. Pensarlo equivarrebbe ad abbandonare Santa Marinella al suo destino. A questa mossa dell’Amministrazione, la solita degli ultimi 25 anni, dovrà corrispondere una reazione convinta della collettività. Dovrà partire un lungo e durissimo braccio di ferro nel quale le posizioni in campo sono ben definite. 

Da una parte l’Amministrazione famelica e spietata, che nelle settimane più dure del contagio, ha mostrato il peggio di sé, organizzando piani a scapito della collettività, senza un’idea per il bene comune o una proposta di servizi. Dall’altra, chi in questi due mesi, segregato in casa, non ha fatto altro che sacrifici, senza ricevere in cambio dall’Amministrazione nemmeno una parola di conforto ma solo intimidazioni, e ora rischia di vedersi scippato di quel patrimonio pubblico che gli appartiene di diritto.

Questa volta, più che mai, sarà necessario che i cittadini si organizzino e trovino le giuste forme di lotta per impedire queste privatizzazioni di fatto. Non sarà facile ma la vera partita è proprio questa e ci dirà se siamo destinati al declino o se cambiare, davvero, si può. Quanto sarà duro lo scontro ce lo hanno già fatto capire le linee programmatiche messe in campo dal Sindaco e lo spirito predatorio con cui sono state concepite. 

L’Amministrazione farà di tutto, passata l’emergenza, affinché nulla sia diverso da prima. Il che significa che tutto sarà peggiore. Ostacolare questa svendita, invece, significherà trovare il coraggio di cambiare, di volare alto e di invertire direzione, puntando convintamente sulla difesa dei beni comuni, sulla tutela del patrimonio pubblico, sulla soddisfazione dei bisogni collettivi e, perché no, sulla ricerca della felicità, per tutti.



domenica 17 maggio 2020

ARENILI LIBERI: DALLA REGIONE UNA GRANDE OPPORTUNITÀ


La Regione stanzia per Santa Marinella oltre trecento mila euro per garantire il diritto di accesso al mare. Torniamo a chiedere che l’Amministrazione riqualifichi e metta in sicurezza gli arenili liberi.

La Giunta regionale ha approvato una Delibera che prevede lo stanziamento di sei milioni di euro per garantire la messa in sicurezza, la sanificazione e il rispetto delle norme sul distanziamento sociale esclusivamente negli arenili liberi a patto che questi spazi rimangano destinati al godimento gratuito per tutti. A Santa Marinella arriveranno oltre trecentomila euro. In questo modo la Regione intende tutelare il diritto dei cittadini di accedere liberamente al mare; diritto che, nella nostra città, sembrava messo in discussione dalle dichiarazioni del Sindaco.

Ora l’impossibilità da parte del Comune di garantire sicurezza nelle porzioni di arenile pubblico a causa della carenza di agenti di Polizia Locale è risolta. Allo stesso tempo viene meno la necessità di dover ricorrere al personale degli stabilimenti privati in cambio della concessione del 50% delle spiagge libere. Gli obblighi previsti dall’ultimo Decreto del Governo e dal documento promosso dalle Regioni, infatti, non penalizzano più di tanto gli stabilimenti, essendo del tutto simili alle disposizioni pre-Covid in termini di distanza tra ombrelloni, lettini o sdraio.

Alla luce di questa Deliberazione, Il Paese che Vorrei torna a promuovere con rinnovato vigore la proposta di riqualificare gli arenili liberi presenti sul nostro territorio, assegnandone temporaneamente la gestione ad associazioni e gruppi di cittadini che se ne prendano cura e vigilino sul corretto distanziamento sociale, garantendone l’utilizzo pubblico. L’Amministrazione destini i fondi regionali esclusivamente per mettere in sicurezza e sanificare questi spazi e per finanziare l’impegno dei soggetti che garantiranno questi servizi. Con la stagione balneare alle porte, infine, sollecitiamo il Comune a istituire un tavolo di confronto con le associazioni e i cittadini interessati e ad agevolare le pratiche amministrative per garantire rapidità e trasparenza all’iter di assegnazione.

Il periodo che stiamo vivendo sta danneggiando indiscriminatamente ogni cittadino e quindi occorre prendere provvedimenti che perseguano la difesa dei diritti di tutti. La nostra proposta tutela il diritto dei cittadini di usufruire degli arenili liberi, salvaguarda le altre categorie commerciali e garantisce il rispetto delle normative sul distanziamento sociale. In più, offre un’opportunità lavorativa per chi a causa della crisi sanitaria non solo è stato danneggiato ma rischia di non trovare altra occasione per risollevarsi.

Le istituzioni, Comune in testa, devono essere protagoniste di un rilancio collettivo e non cedere a facili soluzioni, che immancabilmente si trasformano in privilegi per pochi. Invitiamo, perciò, l’Amministrazione a non arroccarsi sulle proprie posizioni e ad attuare scelte che rispettino i diritti e vadano incontro ai bisogni e alle necessità di tutti.



sabato 16 maggio 2020

STO PENSANDO CHE VOGLIO ANDARE AL MARE!!

Riceviamo da Simonetta,  attivista del Paese che Vorrei di cui condividiamo le preoccupazioni, e volentieri pubblichiamo.

Sto pensando che voglio andare al mare!! Ma come? Dove?
Ci siamo fatti una sessantina (due mesi) chiusi in casa, abbiamo aiutato chi ne aveva bisogno, abbiamo accettato anche i diktat più impropri per tutelare la nostra salute...e adesso?
Arriva l'estate, la voglia di mare e di fare il bagno. Ci si chiede cosa succederà e quali sono le regole ai tempi del Covid19? A Santa Marinella ci sono 23 spiagge libere alcune delle quali ubicate tra due concessioni demaniali e la Federbalneari Lazio che ti va a pensare? Diamo un po' di spiaggia libera ai concessionari limitrofi per allargarsi e mantenere la distanza di sicurezza tra un ombrellone e l'altro. Quando mai le spiagge in concessione di Santa sono state piene? Quando mai avete visto tutti gli ombrelloni occupati? Quando mai avete usufruito di in passaggio gratis dai concessionari degli arenili pur essendo di Santa?
Partendo dal presupposto che tutti hanno perso qualcosa con questa Pandemia, nessuno escluso, che molti, per fortuna, hanno potuto chiedere e ottenuto un contributo statale per le loro attività commerciali e sembra che altri stiano arrivando, che ci saranno sconti sulla Tosap e che bar e ristoranti potranno allargarsi con i loro tavoli sul suolo pubblico...l'importante è non creare il far west!
Da un articolo del 9 maggio apparso sul Messaggero la nostra amministrazione pensa di dare fino al 50% delle spiagge libere ai concessionari limitrofi!! Cioè se due spiagge in concessione sono divise da una spiaggia libera questa diventerà tutta loro? 50% ad una e 50% all'altra? E chi ha la concessione senza spiaggia libera ai lati? Questo vuol dire che META' della spiaggia del castello di S. Severa verrà data allo stabilimento confinante? Ma qualcuno dirà : gli stabilimenti danno lavoro, e meno male.
Non basta...daranno come sempre in concessione la Perla che è l'unico stabilimento comunale e chiederanno anche (attraverso bando) la realizzazione di un bel Project Financing su di essa concedendola per 20 anni ad un privato.
Ma è questo che vogliamo? C'è stato un referendum popolare? O sono bastati i 3000 voti (su 18.000 abitanti) a dar loro il potere di concepire tali progetti?
Vorrei ricordare o proporre agli amministratori che le politiche sul turismo e l'economia del paese si fanno tenendo conto delle persone che ci vivono e ci lavorano, in questo paese, cosa che non è mai stata fatta dal centrodestra e che si auspicava, invece, dal centro sinistra. Il modello di sviluppo per il turismo deve avere una ricaduta su tutto il paese e non su pochi! Il turista che viene a soggiornare da noi vuole tutte le comodità e mi sta bene anzi! Forse bisognerà migliorare queste comodità mettendo d'accordo tutte le parti sociali ed economiche che partecipano alla buona riuscita della stagione turistica. 
Ma non dimentichiamoci di NOI! Di chi ci vive, di chi non è in vacanza e vuole andare al mare, magari due ore, con il proprio asciugamano e poi tornarsene a casa, questo vogliono i santamarinellesi: un'opportunità! E invece si rischia di perdere anche le spiagge libere. Chi ci garantisce che i gestori degli arenili saranno rispettosi delle nostre esigenze? Dare l'opportunità di aggiungere ombrelloni e sdraio va bene ma solo su richiesta e no occupando la spiaggia con ombrelloni che rimarranno vuoti tutto il giorno. Si potrebbe fare un'eccezione la settimana di ferragosto o le domeniche ma no durante la settimana. Aiutare tutti si ma, appunto, aiutare tutti anche i santamarinellesi e i villeggianti che non si possono permettere (o non vogliono) di pagare ombrellone e sdraio. Se no che politiche di sinistra ci sono in questa amministrazione? 
SIMONETTA GAZZELLA

martedì 12 maggio 2020

EMERGENZA COVID: A RISCHIO LE SPIAGGE LIBERE

Una nostra proposta nel rispetto dei beni comuni e del diritto di tutti a godere del mare.

Le associazioni dei balneari chiedono a Regioni e Comuni di poter limitare il danno economico derivante dall’applicazione del distanziamento delle attrezzature attraverso l’opportunità di “allargarsi” sulle spiagge libere adiacenti alle loro concessioni.

Salvo rare eccezioni le Regioni e i Sindaci, appellandosi all’impossibilità di fare controlli, data la scarsità di risorse (Polizia Locale, Capitaneria di Porto), sembrerebbero accogliere questa richiesta con sollievo perché, anche se potenzialmente lesiva del diritto dei cittadini, questa ipotesi li solleverebbe dalla responsabilità di vigilare sul distanziamento sociale negli arenili liberi.  Si preferisce prendere una comoda scorciatoia piuttosto che farsi carico del problema. Ad esempio, per implementare i controlli, trattandosi di un’esigenza sanitaria, si potrebbe pensare di coinvolgere i volontari della Protezione Civile.

Il rischio di una privazione della libera fruizione del mare è reale e deve essere scongiurato. Se manca il personale per controllare il distanziamento, manca anche per vigilare sugli eventuali abusi che si potrebbero verificare nell’utilizzo degli arenili liberi da parte dei balneari, beneficiari di questi provvedimenti.

Qualora, nell’ottica di un sostegno reciproco all’insegna della solidarietà, questa prassi dovesse essere adottata in specifici casi, è dunque necessario che ciò avvenga secondo regole chiare a tutela dell’interesse di tutti. La possibilità per uno stabilimento di usufruire di uno spazio ulteriore rispetto a quello in concessione, deve avvenire nel rispetto della libera fruizione della spiaggia che comporta accesso e permanenza gratuiti e il divieto di preposizionamento di ombrelloni o lettini. Il gestore dovrebbe fornire - sull’intera area di spiaggia libera - i servizi di vigilanza sul distanziamento, di pulizia e di assistenza.  In cambio potrebbe fornire ombrelloni e sdraio ai bagnanti, ma solo a richiesta.

Tuttavia, se pur regolamentate, queste misure possono facilmente tradursi in privilegi per chi ha di più e in ulteriori privazioni per chi è già in difficoltà. Persino nell’ambito della stessa categoria dei balneari, si andrebbero a creare disparità di trattamento in quanto non tutti i gestori hanno aree libere limitrofe di cui usufruire. E resta vivo il timore che l'eventuale "allargamento" possa costituire un pericoloso precedente e non limitarsi alla stagione "Covid".

Riteniamo che la via maestra per agevolare il distanziamento sociale sul litorale sia quella di rendere disponibile la maggior quantità possibile di arenili, che sono e devono rimare spiagge libere. È necessario che il Comune elabori un piano all’insegna dell’accoglienza diffusa e si faccia interprete dei diritti di tutti e non esclusivamente delle esigenze degli operatori che, in deroga ai regolamenti sulle concessioni, potrebbero usufruire di più spazio.

Il Comune dovrebbe rappresentare questa esigenza presso la Regione con la richiesta di destinare risorse per fornire incentivi economici ad associazioni e a gruppi di cittadini affinché possano prendersi cura e vigilare sul corretto distanziamento sociale sugli arenili liberi a loro temporaneamente affidati. Questa scelta costituirebbe anche un’opportunità di lavoro legato, ad esempio, agli sport del mare o allo sviluppo di piccoli servizi forniti dagli affidatari ai frequentatori delle spiagge libere, evitando l’utilizzo di attrezzature tipiche di spiagge con servizi e stabilimenti balneari.

La tutela delle attività economiche deve essere affiancata dal rispetto dei beni comuni, delle pari opportunità e del diritto di tutti a godere delle spiagge e del mare.