martedì 7 dicembre 2021

NON SI PUÒ E NON SI DEVE GOVERNARE SENZA RISPETTO PER LA PROPRIA CITTÀ E PER CHI LA ABITA

 Ancora una volta, leggiamo le esternazioni del Sindaco, come di consueto, all’insegna della menzogna, dell’insulto, della maleducazione. Questa è la cifra comunicativa che il sindaco riserva a chi non si allinea alle sue pratiche incancrenite, superate e prive di ogni partecipazione ai problemi dei suoi cittadini e particolarmente alle fragilità dei più deboli.

Ogni insulto che il Sindaco riserva al Paese che Vorrei sottolinea il suo malanimo ed è una conferma della correttezza del nostro operato; ogni menzogna dimostra debolezza ed è un incentivo a continuare a perseguire le nostre battaglie.

Quanto alla maleducazione, questa pesa su tutti coloro che vorrebbero un Primo Cittadino all’altezza della dignità del proprio ruolo.

Purtroppo, dobbiamo sopportare le esternazioni rancorose e volgari di chi non avendo argomenti a sostegno della sua ignobile azione di smantellamento dei beni comuni, trabocca di bile aggiungendo al danno materiale anche il danno morale della sua presenza sul nostro territorio.

Andremo avanti, forti anche del fatto che in molti si stanno rendendo conto dei danni concreti che Sindaco e Maggioranza stanno producendo.

Questa gestione arrogante e clientelare del potere, il disprezzo per le regole democratiche, l’incapacità di amministrare nell’interesse dei cittadini, l’accanimento con cui si persegue la dismissione delle attività pubbliche, la smania per la cementificazione inutile, gli atteggiamenti diseducativi che caratterizzano questo personaggio, ci danno un esempio plastico di tutto ciò che non si deve fare.

Il primo insegnamento è che non si può e non si deve governare senza provare amore e rispetto per il proprio territorio e per chi lo abita.

Amare il territorio significa voler affrontare i problemi all’insegna dell’interesse collettivo, vuol dire rispetto per l’ambiente e per le persone, rappresenta il desiderio di lasciare a chi verrà dopo di noi un luogo migliore in cui abitare, lavorare e godere della propria vita.

Il nostro impegno è quello di lavorare in questa direzione per il bene di tutti e contro gli affarismi e le tirannie reazionarie di chi non riesce a far pace con un mondo che può e deve cambiare, in meglio.




lunedì 6 dicembre 2021

IN RISPOSTA A TIDEI SULL’EMERGENZA CASA.

Il sindaco che vorremmo


Affinchè i nostri concittadini non si lascino impressionare dalle fuorvianti e urlate affermazioni del Sindaco Tidei, facciamo seguire alle sue parole i fatti accaduti.

A proposito dei 20 appartamenti che l’Ater dovrebbe consegnare agli aventi diritto (8 a gennaio e forse 12 a giugno), ribadiamo che la questione dell’emergenza-casa è stata sollevata più di tre anni fa e mantenuta sotto i riflettori dal Comitato per l’emergenza abitativa, dalla Lista civica “Il Paese che Vorrei” e dal PRC, sostenuti dall’ Unione Inquilini.

Nonostante il Comune abbia tentato di boicottare la soluzione più rapida e sostenibile, cioè la riqualificazione di stabili abbandonati, e il Sindaco spingeva invece sull’ipotesi di nuove costruzioni in terreni agricoli da convertire in edificabili, le forze sopracitate non hanno mai smesso di offrire il proprio contributo, continuando a individuare stabili esistenti e in stato di degrado e a proporre soluzioni per mettere fine nel più breve tempo possibile a questa emergenza, nell’interesse del territorio tutto.

Ora, nella sua ultima e farneticante comunicazione, il Sindaco ritira fuori il simbolico tentativo di occupazione portato avanti nel novembre 2020 dal Comitato per l’Emergenza Abitativa, in seguito al vanificarsi della speranza di ottenere a breve un alloggio dignitoso, e accusa gli stessi che si sono prodigati a trovare soluzioni, di strumentalizzazione.

Vi invitiamo a leggere invece il resoconto dell’episodio di Lorenzo Casella, chiamato dal Comitato in quella occasione in quanto Consigliere di opposizione e che, su invito delle forze di Polizia presenti, accetta di mediare il caso. Nelle parole del consigliere commozione, partecipazione e solidarietà al dramma di famiglie disperate, per lungo tempo illuse vanamente: “Ho fatto un giro per i corridoi all’interno dell’immobile: nessuna porta era stata aperta, si erano limitati a godersi lo stupore per quelle dimensioni, per quelle quantità, per quello spreco. Tutto era grande, tutto era bello e vuoto. ..”

E descrive gli sguardi degli occupanti: “Guardavano attraverso le finestre che non osavano forzare ma che ai loro occhi aprivano uno scenario di speranza: ‘Guarda che salotto grande. E lì in fondo, vedi? C’è pure la cucina”. Sognavano ad occhi aperti.

Siamo lieti che il problema casa a gennaio comincerà a trovare una qualche, sia pure parziale, soluzione ma purtroppo l’Amministrazione non ne ha merito. L’unico ruolo svolto dal Comune è stato quello di redigere, un paio di anni fa, una graduatoria degli aventi diritti. L’arroganza del nostro Sindaco, la strumentalizzazione e la volontà menzognera di stravolgere i fatti ci lasciano interdetti.

Il Sindaco che vorremmo non è l’uomo delle decisioni dall’alto, della prepotenza, della vanità e della arroganza, ma il politico che sa entrare in empatia con chi vive quotidianamente un disagio così grave come quello della mancanza di una casa. Un politico che riconosce meriti altrui e che collabora alle soluzioni. Casi delicati come questi vanno oltre ogni forma di propaganda e meritano di essere raccontati con la sensibilità di chi non punta a strumentalizzare una tragedia pur di attribuirsi meriti che non ha ma agisce invece nell’interesse di chi soffre situazioni di debolezza ed impotenza.

Di seguito il link del racconto del consigliere de Il Paese che Vorrei, Lorenzo Casella. Il racconto risale all’ 8 novembre 2020: https://www.facebook.com/698050243686778/posts/1750272681797857/





lunedì 29 novembre 2021

FESTA DELL'ALBERO 2021

Ecco i lavori per mettere a dimora il nuovo alberello di Lagerstroemia Indica, varietà rosa (in linea con le altre alberature presenti in questo tratto di Aurelia).
Una bella giornata di festa. Nelle parole di Marinella il senso di questa giornata e nel ricordo di Catia, a cui dedichiamo idealmente questa piantumazione, uno stimolo alla passione e all'impegno per questo territorio.
Un ringraziamento particolare va a Tonino Vagnozzi che ha lavorato per dieci!









































mercoledì 24 novembre 2021

25 NOVEMBRE: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Ogni tre giorni ne ammazzano una!

Durante il periodo di emergenza Covid-19, l’Istat ha evidenziato che la quantità delle chiamate al numero verde 1522 (antiviolenza e stalking) è più che raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+119,6%). Frutto della solitudine e dell’impossibilità a denunciare.

Dal primo gennaio 2021 ad oggi ne sono state ammazzate 105. È il risultato dello studio fatto dalla Commissione d’inchiesta del Senato sul Femminicidio e la violenza di genere.

La violenza contro le donne è la violenza perpetrata contro le donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani.

Perché non ci sono solo vittime di violenza domestica, il pensiero va anche alle donne vessate e torturate dai regimi dittatoriali, dalle religioni e dai pregiudizi, ai tanti figli che vengono uccisi con le madri in nome di un amore malato e persecutorio, e alle donne trans, anch’esse vittime di violenze e omicidi, come ci ha ricordato il recente Transgender Day of Rememberance, dedicato alla memoria delle donne e uomini trans uccisi dalla violenza di genere.

Purtroppo le denunce cadute nel vuoto o la paura del carnefice/carceriere non riescono ad aiutare chi subisce le prime violenze, l’inasprimento delle pene non giustifica e non risolve il problema socio-culturale. Qualcosa è stato fatto e tanto c’è ancora da fare.

Ogni fotografia che ci racconta di un femminicidio è uno schiaffo alla vita, la prima cosa che salta agli occhi è la scarpa sfilata dal piede che rimane vuota, unico oggetto staccato dal corpo martoriato e violentato con rabbia e disumanità da chi diceva di amare. E le scarpe diventano il simbolo del femminicidio. Rosse! Come il sangue versato dalle vittime.

Il 25 novembre porta un fiore rosso a Civitavecchia (presso il Teatro Traiano), corso Centocelle dalle ore 17,00 in ricordo delle vittime di femminicidio (organizzato da Le ardite)

Il 27 novembre partecipa alla manifestazione organizzata da Non Una Di Meno a Roma, Piazza della Repubblica ore 14,00.




venerdì 12 novembre 2021

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE URBANISTICA DELLA REGIONE LAZIO: SANTA MARINELLA, UN TERRITORIO DI VALORE

Lunedì 8 novembre, su invito del Paese che Vorrei, Marco Cacciatore ha illustrato il nuovo Piano Paesaggistico Regionale (PTPR) e le sue ricadute sul nostro territorio. All’incontro, svoltosi presso il ristorante “Acquamarina”, hanno partecipato i consiglieri dell’opposizione Casella, Calistri, Fiorucci e Settanni, il Paese che Vorrei, Rifondazione Comunista, L’Unione inquilini Civitavecchia ed il Comitato per l’Emergenza Abitativa di S. Marinella. Molti gli interventi e le questioni affrontate nel lungo incontro anche nello specifico di situazioni e aree critiche oggetto di interventi programmati dall’attuale maggioranza.

Il PTPR, registra le caratteristiche del territorio e definisce le prescrizioni mirate alla salvaguardia del paesaggio e alla sua riqualificazione per delineare uno sviluppo urbanistico ed edilizio compatibile con i vincoli riconosciuti e tutelati.

Il nuovo Piano regionale individua nel territorio di Santa Marinella molteplici zone di interesse pubblico da proteggere: aree archeologiche, corsi d’acqua, fascia costiera, parchi e riserve naturali, aree boscate, terreni agricoli di pregio. Il piano paesaggistico ha valore obbligatorio sulle aree vincolate, valore di indirizzo per la pianificazione degli enti locali sulle aree non vincolate. Il PTPR prevale sui Piani Comunali e superando la discrezionalità e l’estemporaneità delle scelte degli enti locali, dovrebbe fornire regole e tempi certi sia agli operatori economici che ai cittadini.

Meno male perché, come è noto, il nostro Piano Regolatore (elaborato negli anni ‘70) è frutto di una visione urbanistica del territorio ormai superata, fondata su una prospettiva di crescita degli abitanti mai realizzatasi, su uno sfruttamento ambientale insostenibile e su una grave sottovalutazione del rischio idrogeologico del territorio. Un territorio cementificato in maniera selvaggia, non sempre nel perseguimento di interessi collettivi, tralasciando persino le opere di urbanizzazione primaria.

Alla luce del PTPR, che prevede l’adattamento dei piani comunali entro due anni dalla sua entrata in vigore (aprile 2021), l’Amministrazione deve adeguarsi con urgenza e procedere alla redazione di un Piano Urbanistico Comunale Generale (PUCG), un nuovo strumento di pianificazione urbanistica che, in linea con il PTPR, non mira solo alla definizione degli spazi fisici e funzionali, ma anche alla “qualità dell’abitare” fatta di elementi materiali e immateriali (la sicurezza di un luogo, il valore di un paesaggio, la potenzialità turistica, una mobilità efficiente e sostenibile, l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’accoglienza…).

Approfondiremo con attenzione il nuovo PTPR per analizzare puntualmente i suoi effetti ma soprattutto le opportunità che individua nel nostro territorio. Perché è bene sottolineare che l’esistenza di un vincolo non è una sventura ma, al contrario, la rappresentazione dell’esistenza di elementi di valore da preservare e valorizzare e non da tombare con colate di cemento come si è fatto sin ora.
Ringraziamo ancora il Presidente della Commissione Urbanistica regionale, Marco Cacciatore, per la sua disponibilità ad incontrarci e a fornirci utili elementi di analisi per uno sviluppo sano e sostenibile del nostro territorio.






mercoledì 3 novembre 2021

ANCORA SULLA 167 A SANTA SEVERA: L'ENNESIMA OPERAZIONE DI SPECULAZIONE EDILIZIA

Mercoledì 27 ottobre in Consiglio, è stato approvato il progetto di nuove costruzioni in 167 a S. Severa. Nelle sedute di Commissione Urbanistica che lo hanno preceduto, si è cercato, in vano, di esporre le profonde criticità di questo intervento e spiegare che è ora di smettere di approfittare delle opportunità fornite da un Piano Regolatore - concepito ormai mezzo secolo fa - in puro spirito speculativo.

Possibile che in cinquant’anni non siamo stati capaci di crescere sui tanti errori commessi? Che ancora oggi si possa pensare di utilizzare beni pubblici (come i nostri terreni agricoli) e soldi pubblici (le sovvenzioni che prenderanno le cosiddette cooperative di costruzione) per vomitare migliaia di metri cubi di cemento per soddisfare le mire di pochi ai danni di tutti gli altri?

Il progetto presentato, poi, rappresenta l’antitesi della qualità abitativa. Si tratta di cubetti e parallelepipedi posti lungo percorsi di strada carrabile. Non c’è alcuna visione di quartiere, nessuno spazio per la vita sociale, né un’idea di uno sviluppo organico mirato a favorire la qualità della vita.

È un progetto utile solo alla parcellizzazione dei lotti. A un costruttore basteranno 45mila euro circa per ottenere il diritto di proprietà sul lotto da edificare e, ottenute le sovvenzioni dalla Regione, potrà procedere all’edificazione della sua porzione, del suo cubetto.

È però prevista la costituzione di un fantomatico consorzio dei costruttori che dovrebbe garantire il Comune sulla correttezza delle procedure. Ossia, i soggetti consorziati dovrebbero fare i controllori di se stessi. Imbarazzante! Tanto più che è prevista la possibilità che i diversi costruttori partano in tempi diversi rendendo così l’esistenza del consorzio un vincolo formale privo di efficacia.

In più, il progetto non prevede una connessione carrabile, pedonale o ciclabile con l’abitato di Santa Severa e nemmeno con la vecchia zona 167. Due episodi speculativi, due isole di alloggi buoni forse per dormire o villeggiare ma inadatti a una concezione sana dell’abitare.

Per fare la spesa, comprare il giornale o per qualunque attività, sarà sempre necessario prendere la macchina, con l’aggravante che uscendo dalla lottizzazione l’unica possibilità prevista sul progetto è quella di immettersi sull’Aurelia in direzione nord e naturalmente si potrà entrare solo venendo da sud.
Tanto ci sarebbe ancora da dire e tanto altro è stato detto in Commissione nel tentativo di spiegare perché questa operazione è sbagliata. Il risultato è stato quello di mettere qualche toppa qua e là sugli incartamenti sotto forma di emendamento o di promessa per future migliorie, senza cambiare, purtroppo, il risultato.

lunedì 1 novembre 2021

167 A SANTA SEVERA: BENEFICIARI SBAGLIATI

Speculare con la scusa delle case "popolari"

Mercoledì 27 ottobre in Consiglio comunale, è stato approvato il progetto di nuove costruzioni a S. Severa ai sensi della legge 167.

Questo progetto è dannoso quanto ingiusto perché si basa sul finto presupposto che le nuove case siano destinate a chi ha bisogno di un’abitazione e non può affrontare i costi di mercato, quando, come accaduto per la vecchia 167, queste regole sono facilmente aggirabili in fase di compravendita. Ci risulta infatti che almeno il 50 percento delle case già costruite in 167 siano in realtà usate come casa per le vacanze. Altro che case per chi altrimenti non riuscirebbe a comprare un alloggio: queste case sono utilizzate a scopo speculativo.

La ciliegina sulla torta l'ha messa la legge 119 del 2018 con l’articolo 49 bis. Fino ad allora, per limitare i fenomeni speculativi sulla 167, esisteva un vincolo che imponeva ai beneficiari di questi immobili - per un periodo di 20 anni - un prezzo massimo stabilito in caso di rivendita.

La legge veniva comunque aggirata, prevalentemente con pagamenti al nero, così che le cosiddette case popolari si sono trasformate negli anni in seconde/terze case, case di villeggiatura o da mettere a reddito. Con la legge del 2018 purtroppo, il malcostume e la speculazione sono diventati legali. Chi oggi acquista una casa in edilizia convenzionata e agevolata, dopo soli 5 anni potrà svincolarla dal regime di prezzo massimo e rivenderla a prezzo di mercato, lucrando sul consumo di suolo e sui soldi pubblici utilizzati per la costruzione. 

Ne consegue che il regime di convenzione, grazie al quale si acquisisce in maniera agevolata il diritto di proprietà su un terreno come quello interessato da questa sciagurata operazione, e i soldi dei contribuenti con cui vengono finanziati i costruttori non sono investimenti pubblici a favore di eventuali aventi diritto ma strumenti di speculazione per le imprese di costruzione e coloro che nelle case “popolari” vedono un’opportunità di investimento. 

Il Paese che vorrei ha già organizzato una riunione in cui questo pseudo progetto è stato ampiamente analizzato e discusso; un’importante occasione di confronto che ha visto la partecipazione del Comitato per l’Emergenza Abitativa, del gruppo di Sinistra Democratica, di Rifondazione Comunista, dei consiglieri comunali del gruppo Paese che vorrei e del gruppo misto. Si tratta di momenti di confronto importanti per favorire la conoscenza e la consapevolezza da parte dei cittadini. Altri incontri seguiranno su questo e su altri temi che segnano il futuro del nostro territorio.

















sabato 30 ottobre 2021

DDL ZAN: AFFOSSATO NEL SEGNO DELLA PEGGIORE POLITICA, MA LA NOSTRA BATTAGLIA NON SI FERMA

Sarebbe bastato poco per portare l’Italia al passo con i paesi che tutelano i diritti di tutti e tutte, e soprattutto per proteggere almeno un po’ di più quelle persone che vengono aggredite o discriminate semplicemente per ciò che sono.

Il DDL Zan è stato affossato al Senato con voto segreto, nel segno della peggior politica e del peggior bigottismo. E a fronte di alcuni voltafaccia avvenuti nel passaggio della discussione dalla Camera al Senato, è forte il sospetto che dietro questo affossamento ci siano interessi e accordi che riguardano altro. Ossia, che la comunità LGBTQIA+ e le persone disabili siano state utilizzate come merce di scambio. Tale mercanteggiamento è avvenuto soprattutto sulla pelle delle persone trans e intersex, le cui identità sono state ripetutamente ignorate e, ancor peggio, offese durante il deprimente dibattito parlamentare, in molti interventi di un’abissale ignoranza o totale malafede.

Un po’ come quando, durante la discussione sulle unioni civili le forze più retrograde continuavano a ripetere che “da qui in poi sarà possibile per chiunque sposarsi con il proprio animale domestico”, uno dei leitmotiv di questa discussione è stato “perché con questa legge uno può svegliarsi una mattina e dichiararsi uomo, poi la mattina dopo dichiararsi donna, e così via”. Un’assurdità che è un insulto al vissuto di persone che hanno il diritto di essere ciò che sanno di essere, a seguito di un percorso profondo, consapevole e troppo spesso faticoso e doloroso per colpa dell’arretratezza culturale del nostro paese.

La stessa tesi che i proponenti avrebbero rifiutato ogni mediazione è una scusa. Primo, perché pressoché la totalità della comunità LGBTQIA+ e dei disabili (ossia delle persone che questa legge avrebbe dovuto proteggere e tutelare) si è sin dall’inizio espressa in favore del DDL così com’era. Secondo, perché chi proponeva modifiche sapeva benissimo che ogni cambiamento del DDL ne avrebbe causato il ritorno alla Camera (dove peraltro la stessa Italia Viva l’aveva approvato senza obiezioni) e un quasi certo rischio di conseguente cancellazione, per via del semestre bianco e delle elezioni che con ogni probabilità saranno nel 2022.

Infine, perché pressoché la totalità di queste modifiche era strumentale o semplicemente cinica. Chi chiedeva la cancellazione di alcune identità; chi temeva un rischio per la libertà di espressione (già tutelata, oltre che dalla Costituzione, dalla stessa legge Zan con un emendamento approvato alla Camera); chi paventava l’obbligo per tutte le scuole, in particolare private, di dover inserire nei programmi una fantomatica teoria gender (teoria che non esiste, come non esiste nella legge l’obbligo di inserirla nei programmi). Infine, il paradossale “benaltrismo” secondo il quale il nostro Parlamento dovrebbe dedicarsi a problemi “più seri”. Primo: i diritti sono un problema serio, e non c’è giustizia sociale senza diritti civili; secondo: se non fosse stato fatto ostruzionismo sulla base di questo benaltrismo, il DDL Zan sarebbe stato approvato in pochissimo tempo, e il Parlamento avrebbe potuto occuparsi di altro.

Insomma, non ci sono alibi per coprire questa vergogna. E infatti la comunità LGBTQIA+, le persone disabili, e tutte le persone con esse solidali, sono scese immediatamente in piazza inaugurando una nuova stagione di battaglie. Il Paese che Vorrei ci sarà.

venerdì 29 ottobre 2021

CHIEDIAMO TUTELA DEI DIRITTI E QUALITÀ PER IL RILANCIO SOCIALE ED ECONOMICO DEL TERRITORIO

In un gioco di propaganda becera, il Sindaco si lancia in valutazioni fantasiose e accusa la Lista e il Gruppo consiliare del Paese che vorrei di essere contrari alla possibilità di offrire una casa a chi appartiene alle fasce più fragili della popolazione. Niente di più falso. Da anni ci battiamo per questo ma il nostro obiettivo è di riuscire a farlo in tempi rapidi, evitando il consumo di suolo e riqualificando il nostro tessuto urbano.

L’operazione in 167 a Santa Severa che la Maggioranza ha appena approvato in Consiglio comunale, con il voto favorevole dei consiglieri della Lega e di Forza Italia, non va affatto in questa direzione.
Cosa allora, sarebbe stato giusto fare?

  1. Smetterla di approfittare delle “opportunità” offerte dagli errori di un vecchio Piano Regolatore superato e privo di quella cultura della tutela del territorio e della qualità degli insediamenti abitativi che ancora fatica a entrare nella testa di chi è abituato a concepire l’edilizia come un’opportunità speculativa. È necessario ridefinire i rapporti tra insediamento abitativo, patrimonio naturale e accesso al mare da proiettare in una visione sociale ed economica nuova, nel rispetto dell’ambiente come fondamento della qualità della vita dei residenti e oggetto di promozione economica e turistica.
  2. Procedere a una ricognizione di tutti gli edifici abbandonati, invenduti, non ultimati, ecc. e sviluppare un progetto organico di riqualificazione del tessuto urbano che prenda in considerazione accessibilità, servizi, verde pubblico, trasporto sostenibile. Questo intendiamo quando parliamo di evitare nuovo consumo di suolo e riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente.
  3. Stabilire un piano di intervento con Ater invece che con fantomatici consorzi di costruzione. Così facendo limiteremmo il rischio di fenomeni di corruzione e pagamenti al nero sull’acquisto della prima casa da parte di chi non ne ha titolo e i cittadini otterrebbero maggiori garanzie sul rispetto del proprio diritto ad accedere agli immobili di edilizia convenzionata, agevolata o sovvenzionata. Da anni chiediamo al Comune e ad Ater interventi di recupero e riqualificazione volti ad aumentare l’offerta di abitazioni efficienti, correttamente inserite nel contesto urbano e naturalmente a costi accessibili alle fasce più in difficoltà.

Non è difficile da capire se si hanno a cuore gli interessi della collettività e una visione di lungo periodo in grado di recuperare il valore del territorio che abitiamo e vorremmo lasciare in eredità ai nostri figli.

Certo, continuare a saccheggiare le nostre risorse è più facile ma è ora di abbandonare le vecchie logiche e impegnarsi per realizzare un Paese migliore promuovendo azioni volte al miglioramento della qualità della vita che, la storia lo ha dimostrato, non può prescindere dalla tutela del nostro patrimonio ambientale.



domenica 19 settembre 2021

SPREGIO PER I REGOLAMENTI E DISPREZZO PER LA DEMOCRAZIA: CADUTA OGNI FINZIONE


All’ultimo Consiglio comunale è andata in scena l’ennesima dimostrazione del disprezzo che il Sindaco, la Maggioranza e i loro sodali hanno nei confronti dei cittadini e della democrazia.

Paradossalmente, questa volta ciò è avvenuto bocciando una mozione (presentata per la seconda volta dai consiglieri di opposizione) che chiedeva semplicemente il rispetto di regole che la stessa maggioranza aveva approvato (il Regolamento della materia referendaria) nonché dello Statuto comunale che definisce le modalità nelle quali l’amministrazione deve operare. Motivo del contendere, i referendum sui project financing.

I promotori hanno consegnato le firme necessarie nei tempi previsti per chiedere l’indizione del referendum entro il 2021. Nonostante i termini definiti dal Regolamento, sono passati mesi prima che l'Amministrazione si degnasse di decretarne la validità.

Quando infine si sono decisi a farlo, a rigore di Statuto, il Sindaco avrebbe dovuto stabilire la data della consultazione e, in attesa di questa, interrompere ogni attività relativa ai project in oggetto. Invece, Tidei ha preferito fregarsene e scagliarsi contro i costi di una democrazia “scomoda” per lui e la sua maggioranza. In particolare ha preferito prendersela con il costo necessario a informare i cittadini sui quesiti referendari. Fumo negli occhi visto che già ad agosto i consiglieri del gruppo Paese che vorrei e del Gruppo misto, oltre a dichiararsi disponibili a modificare il regolamento per diminuire sensibilmente le spese, avevano fatto presente come la comunicazione potesse avvenire a costo zero se recapitata all’interno di un’altra missiva del Comune (ad esempio, insieme ai bollettini TARI).

Il “ducetto de noantri” ha preferito invece prendere tempo e perdere l’opportunità di risparmiare denaro pubblico; spreco di cui Sindaco e Maggioranza sono gli unici responsabili.

Tutto è diventato lecito pur di portare avanti i piani di privatizzazione, smantellamento e predazione dei beni comuni.

Anche Segretaria Generale e Presidente del Consiglio - le figure istituzionali che dovrebbero assicurare l’osservanza delle regole - hanno ormai abdicato al proprio ruolo di garanzia. Anzi, in consiglio il Presidente ha candidamente dichiarato che a lui i project piacciono e che riteneva fosse necessario bocciare la mozione e proseguire gli iter, in barba al rispetto dei cittadini e delle regole democratiche.
E così hanno fatto. Senza imbarazzo o dignità, continua questa farsa che vede esponenti di vecchie e attuali maggioranze interpretare la loro particina di pedine di un potere finalizzato al mantenimento di sé stesso, delle sue insopportabili dinamiche antidemocratiche, del suo nauseante scenario di egoismi, di complicità e alleanze strumentali al perseguimento del proprio interesse.

Persa ogni remora, fame di potere e arroganza saccheggiano scompostamente risorse che, invece di essere utilizzate per migliorare la qualità della vita, sono oggetto di spartizione per tenere buona la maggioranza e non solo.

Il bottino sono i beni comuni, su cui si scatenano speculazioni e affarismo di pochi contro gli interessi e i benefici di un’intera collettività.

domenica 22 agosto 2021

PERCHÉ NON DISEGNANO LE STRISCE BIANCHE?

Se non fosse per gli enormi disagi, per l’ingiustizia nei confronti dei cittadini, per le gravi conseguenze sulla vita della città, la commedia delle strisce blu sarebbe da morire dal ridere. Giustamente, invece, i santamarinellesi stanno iniziando ad arrabbiarsi sul serio.

L’incapacità nella gestione dell’intera operazione, il menefreghismo e il desiderio dell’Amministrazione di “fare cassa” a tutti i costi sono lampanti. Alle strade tappezzate di strisce blu si aggiunge ora (con una modalità ancor più tragicomica) il grande spiazzo “ex fungo”, che avrebbe potuto essere invece un luogo di posteggio libero anche (ma non solo) per rispetto verso i pendolari e i lavoratori.

Tra le molte domande senza risposta, una riguarda le strisce bianche, che per legge andrebbero disegnate in spazi non lontani dalle strisce blu e in numero congruo, e che invece non esistono.

Abbiamo fatto un calcolo a spanne sulle vie destinate al parcheggio libero per servire il centro – ma anche la stazione (via Ulpiano, via Don A. Ranieri e via Barone Marincola).


Lunghezza 500 m circa, strade senza marciapiedi, larghe poco più di vicoli e costellate di portoni, passi carrabili, sportelli delle utenze, lampioni.

Le dimensioni minime di uno stallo auto, SU UNA SUPERFICIE LIBERA DA INGOMBRI, sono di 4,5 x 2,3 m (D.P.R. 495/1992); lo standard è di 5 x 2,5 m.

Quindi, anche ammesso che sia giusto destinare quelle strade al posteggio, potremmo ricavarne circa 100 posti auto gratuiti.

Sono già pochi ma a questi dobbiamo toglierne circa:

10 - per la prossimità degli incroci

10 - per i passi carrabili

15 - per i cancelli

15 - per gli sportelli delle utenze e le scalinate pedonali

Arriviamo a 50 – e ci siamo tenuti larghi. 50 posti liberi per assorbire le esigenze di parcheggio di centro e stazione, con il risultato di congestionare alcune delle vie di passeggio più belle di questo paese.

Se poi consideriamo la larghezza (media 4,90/4,50 m in concomitanza dei lampioni) siamo fuori con l’accuso: non resta neanche lo spazio di sicurezza per il transito di auto e pedoni.






Disegnando le strisce bianche la FOLLIA di un parcheggio a pagamento all’ex Fungo diventerebbe palese.
Il susseguirsi di comunicazioni contraddittorie di Sindaco, Consiglieri di maggioranza e Assessori vari, poi, non fa altro che accrescere lo scoramento e l’arrabbiatura dei cittadini.

Intanto, poco più in là, in assenza di un’isola pedonale a piazza Trieste, residenti e villeggianti mangiano accompagnati da un flusso di macchine continuo.

Su tutto svetta l’assenza di un Piano Urbano del Traffico, obbligatorio per legge, che pretendiamo venga redatto al più presto e, soprattutto, da persone competenti!

Codice della strada

domenica 8 agosto 2021

L’AMMINISTRAZIONE CALPESTA STATUTO E REGOLAMENTO

Santa Marinella - Il 4 agosto 2021 in Consiglio Comunale, la maggioranza ha respinto una mozione, firmata da tutti i consiglieri d’opposizione, che sollecitava il rispetto dell’art. 29 del Regolamento sugli Istituti di Democrazia Partecipata (indicazione della data delle consultazioni referendarie) e dell’art. 80 dello Statuto Comunale (sospensione degli atti relativi ai temi oggetto del referendum al momento della sua indizione).

Un voto, quindi, che arbitrariamente disattende l’applicazione di Statuto e Regolamento. Si può fare?

Il Presidente del Consiglio e la Segretaria Generale hanno dichiarato, non senza un certo imbarazzo, che dal punto di vista procedurale, trattandosi di una mozione, questa poteva essere respinta, accolta o rinviata, indipendentemente dal suo contenuto. Tecnicamente, quindi, niente di irregolare, ma eticamente è ammissibile?

Ci troviamo di fronte a un paradosso: la maggioranza si rifiuta di approvare una mozione che dice in sostanza “bisogna applicare lo Statuto e il Regolamento”, per continuare a non applicarli, fino a che gli farà comodo.

Questa Amministrazione ha dimostrato di essere pronta a calpestare il proprio atto normativo fondante e un regolamento da lei stessa approvato - e con essi ogni rispetto per le regole democratiche e per i propri cittadini - pur di portare avanti, i 5 project financing oggetto dei 5 referendum consultivi promossi dal Comitato Santa Marinella per il Bene Comune.

Indigna, inoltre, che i consiglieri di maggioranza, un attimo dopo avere respinto una richiesta di rispetto delle regole, si siano sollevati per stigmatizzare l’irregolarità dell’urlo di protesta e di sdegno che si è sollevato nel pubblico - irrituale e acceso, sicuramente, ma comprensibile.

Oggi arriviamo addirittura a leggere sui social l’affermazione del Sindaco secondo cui i consiglieri di minoranza si sarebbero rifiutati di collaborare a una riduzione dei costi dei referendum, quando invece l’opposizione si è dichiarata più che disponibile ad operare eventuali modifiche in tal senso al regolamento (come il verbale della seduta sicuramente riporta). Una palese, strumentale, manipolazione della realtà.

Impossibile non constatare che siamo davvero alla frutta.

mercoledì 4 agosto 2021

SLAPP: UNO SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA

La minaccia di querela come strumento per zittire il dissenso

A Santa Marinella l’aria si fa sempre più irrespirabile. Non bastava l’assenza di qualsiasi trasparenza e condivisione democratica, ora siamo arrivati all’attacco diretto a chi esprime un pensiero critico nel dibattito pubblico.

Oltre a rimuovere le voci contrarie dalle pagine Facebook riconducibili al Sindaco, insultare pubblicamente- via social o a mezzo stampa - gruppi o rappresentanti politici all’opposizione, tentare (invano) di ostacolare l’iniziativa referendaria attraverso l’ostruzionismo e la denigrazione dei promotori, ora siamo arrivati a sporgere o minacciare querela nei confronti di singoli cittadini, definiti odiatori seriali per aver osato sollevare dubbi sulla opportunità e pubblica utilità di alcuni progetti previsti dall’Amministrazione.

Naturalmente, non mettiamo in discussione il diritto di difendersi dalla diffamazione o dall’incitamento all’odio, attraverso gli strumenti previsti dalla legge. Ma non è questo il caso; qui è in gioco il nostro diritto ad analizzare, discutere ed eventualmente bocciare pubblicamente le iniziative dell’Amministrazione. Diritto messo a repentaglio da una tattica che tenta di abusare degli strumenti legali per reprimere le voci critiche.

È una tattica consolidata che nel mondo anglosassone ha già un nome: SLAPP. Una SLAPP è una “Querela Strategica Contro la Partecipazione Pubblica” utilizzata per prevaricare e mettere a tacere chi dissente. L’acronimo inglese è volutamente simile a "slap" (schiaffo) perché è uno schiaffo alla democrazia. Questa procedura di intimidazione, infatti, ha lo scopo di eliminare ogni contestazione.

L’azione è resa ancora più meschina dalla disparità di potere e di risorse economiche tra querelante e querelato. La “Querela Strategica” sfrutta questa disparità e trasforma questioni di pubblico interesse in dispute tecnico-legali per intimidire il querelato e indirettamente tutta la comunità. Lo scopo è inequivocabile: bloccare i cittadini nell'esercizio dei loro diritti politici e “fargliela pagare” per averli esercitati facendo leva sulle preoccupazioni, i fastidi e le spese che essere chiamati in causa comporta. Anche se si è innocenti, la difesa legale (praticamente indispensabile) costa centinaia di euro, un deterrente forte per il cittadino che vorrebbe solo esprimere il suo dissenso.

In molti casi, non serve neanche che la querela venga formalizzata: basta l’annuncio/minaccia per intimidire, inducendo all’autocensura e scoraggiando la società civile o specifiche categorie (attivisti, personale dipendente, giornalisti) dall’esprimere critiche o sollevare obiezioni.

È una brutta situazione e non solo per le conseguenze che le scelte unilateralmente prese dall’Amministrazione possono comportare. Siamo di fronte a una minaccia alla partecipazione e alla libertà di espressione che può avere gravi ripercussioni sulla crescita culturale della nostra città e sul modello di rapporti di potere che diamo ai nostri figli, sull’indipendenza dell’informazione e sul rispetto di noi stessi in quanto parte di una comunità.

A questa provocazione rispondiamo: non ci faremo intimidire.




venerdì 16 luglio 2021

IN UN PAESE NORMALE, DA NOI NO!

Zero idee, zero progetti, zero tutele. Solo una grande avidità di denaro da incassare senza obiettivi di spesa di utilità sociale; anche sui parcheggi, il Sindaco e la sua maggioranza non si smentiscono e a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini.

In un paese normale, un’Amministrazione sana partirebbe da uno studio sulla mobilità per individuare le difficoltà e le esigenze dei pendolari, lavoratori e studenti, dei residenti, delle categorie più fragili, dei turisti. Fatto questo, potrebbe decidere di sviluppare un piano di mobilità sostenibile che tenga conto delle diverse necessità, nelle diverse fasce orarie, nei diversi periodi dell’anno partendo dalla considerazione che, in un luogo di villeggiatura, la stagione estiva possa richiede misure differenti per gestire l’afflusso e traffico veicolare. Concetto difficile ma non impossibile da comprendere.

Il piano dovrebbe puntare a fornire ai cittadini un trasporto pubblico efficiente e ai turisti un sistema di collegamento tra le diverse spiagge e luoghi di interesse che spinga, gli uni e gli altri, ad usare meno i veicoli privati. Potrebbe (addirittura!) prevedere un criterio di qualità nella scelta dei mezzi affinché siano a basso inquinamento e totalmente accessibili e politiche attive per favorire l’uso di biciclette per i piccoli spostamenti cittadini.

Un’amministrazione sana, stimerebbe poi il costo dell’operazione verificando le possibili fonti di finanziamento e solo a questo punto valuterebbe la copertura dei costi residui attraverso l’istituzione di una tassa sul parcheggio su suolo pubblico, le strisce blu.

Perché in un’ottica sana le strisce blu servono a finanziare i costi di un trasporto pubblico - efficiente, capillare, di qualità, accessibile ai disabili ed ecologico - attraverso il pagamento di una tassa a carico di quei cittadini che, pur avendo una valida alternativa, scegliessero di utilizzare comunque la propria auto.

I pendolari, invece, non usano la macchina per sfizio ma per andare a lavorare; già pagano per recarsi al lavoro e non è giusto che paghino un’ulteriore tassa. I residenti lasciano la macchina per strada perché non tutti hanno un garage e sarebbe difficile portarsela in camera da letto; dovrebbero essere esentati dal pagamento del parcheggio intorno alla propria residenza.  Anche un bambino capirebbe che far pagare loro una tassa equivale ad avvantaggiare ancora coloro che già hanno la fortuna di potersi permettere un parcheggio privato.  

In prossimità delle vie commerciali, le aree di parcheggio (come ex-fungo o lucciola) dovrebbero essere gratuite per incoraggiare il parcheggio fuori dalle carreggiate stradali, se invece si vuole avere la comodità di parcheggiare davanti ai negozi è giusto che si paghi la sosta. Naturalmente, questo concetto non può valere per chi ha difficoltà motorie o altre generi di impedimenti, a cui deve essere sempre garantito un parcheggio in esenzione, aldilà della presenza o meno delle strisce gialle.

Ma in un paese normale, si ragionerebbe anche sull’inopportunità di istituire una nuova tassa in un periodo in cui una pandemia ha già pesantemente colpito l’economia di vita della maggior parte dei cittadini, soprattutto se, come nel nostro caso, le tasse fossero già alla massima aliquota e la TARI in aumento. Si ragionerebbe infine sul periodo più opportuno per far partire quello che non dovrebbe essere un ennesimo balzello ma un progetto per una mobilità sostenibile. E chiunque troverebbe assurdo e iniziare i lavori nel periodo estivo, quando la città è già piena di gente e di macchine.

Qui da noi non è così. Nessun progetto, nessuna indicazione sull’utilizzo dei proventi, nessuna prospettiva mirata al miglioramento della qualità della vita. Sempre e solo avidità che si abbatte sui cittadini che pagano e continueranno a pagare i danni culturali e materiali che l’incapacità della cosiddetta classe dirigente produce.




giovedì 8 luglio 2021

IL CAOS DELLE STRISCE BLU

Da qualche giorno le strade di Santa Marinella sono nel caos.

Il comune ha iniziato i lavori per realizzare le strisce blu in moltissimi punti della città, senza preoccuparsi di informare preventivamente e in modo massiccio la cittadinanza (se si esclude la pubblicazione degli atti sul sito, ma si può pretendere che i cittadini vadano quotidianamente a spulciare il sito del comune?).

Il risultato è che i cittadini e i villeggianti, confusi e arrabbiati, non hanno più saputo cosa fare delle proprie automobili. Compresi i pendolari, per i quali non è stato possibile posteggiare in alcuni dei luoghi abituali vicini alla stazione. Questa disorganizzazione non è accettabile, è gravissima e lede l’immagine, già offuscata dallo scarso decoro e pulizia, della città.

Il Paese che Vorrei non è mai stato contrario in linea di principio all’istituzione di un numero adeguato e ragionevole di posteggi a pagamento. Aveva però sottolineato sin da subito alcuni aspetti da tenere in considerazione. Il primo riguardava l’annunciata privatizzazione delle strisce blu, per fortuna a quanto pare un pericolo scongiurato, almeno per il momento, grazie anche all’impegno della campagna referendaria.

Altre considerazioni entravano più nel merito, le elenchiamo di seguito:
  • rispetto della quota di parcheggi liberi e parcheggi disabili;
  • esenzione per i residenti delle vie e delle aree interessate;
  • esenzione per i pendolari dotati di abbonamento ferroviario;
  • formule di abbonamento mensile, semestrale, annuale per chi lavora nelle zone interessate;
  • incoraggiamento all’uso delle aree di parcheggio quali l'ex-fungo, l'arena Lucciola e la stazione ferroviaria mantenendo su queste il parcheggio libero (altrimenti si svuoterebbero i parcheggi e si riempirebbero ancora di più le strade).

Infine, Il Paese che Vorrei aveva espresso la sua contrarietà all’istituzione delle strisce blu in un periodo come questo, con una crisi economica che sta colpendo violentemente ampie fasce di popolazione locale ma anche turisti e villeggianti. Di questi tempi, sia per far viaggiare meglio l’economia fondata sul turismo, sia per consentire a quante più persone possibile di godersi un periodo di rilassamento e vacanza, ci sembra sbagliato aggiungere un ulteriore ostacolo sotto forma di balzello. Si sarebbe potuto far partire le strisce blu dalla stagione successiva, approntando stalli e colonnine nel periodo invernale, a città vuota.

Invece, a sorpresa, nastriamo strade e cominciamo i lavori a stagione inoltrata, con queste modalità. È il sintomo di una grande disorganizzazione e del totale disinteresse nei confronti della città, dei suoi abitanti e dei suoi turisti. Il caos e lo scontento che ne risultano sono sotto gli occhi di tutti.




giovedì 1 luglio 2021

UNA POLITICA DI DIRITTI NEGATI E INDIFFERENZA

I consiglieri del gruppo del Paese che Vorrei e gruppo Misto abbandonano il Consiglio per denunciare la violazione sistematica dei diritti dei consiglieri e dei cittadini ma, prima di lasciare l’aula, motivano la propria condanna nei confronti della Giunta e della Maggioranza.

Ci sono importanti interrogazioni sull’uso di denaro pubblico, sulla gestione di appalti, su comportamenti di membri della Giunta - temi che riguardano i cittadini tutti e il loro diritto di essere informati delle modalità con cui opera la Maggioranza - protocollate da più di 3 anni a cui non è mai stata data risposta. A questo si aggiungono i ritardi imperdonabili con i quali vengono portate in Consiglio le mozioni a firma delle forze d’opposizione. 

Ricordiamo che tutti i consiglieri dovrebbero godere dei diritti sanciti dalla Legge, dallo Statuto e dal Regolamento. Eppure, con questa Maggioranza a guida di un partito che si definisce democratico, questo non avviene.

Anzi, lo sfregio dei diritti va oltre l’assoluta mancanza di rispetto verso le norme che regolano i rapporti istituzionali e le istanze avanzate dai rappresentanti eletti.

I consiglieri denunciano anche il costante ostruzionismo operato nel percorso referendario culminato, in violazione del Regolamento, in un ritardo colpevole nella proclamazione della validità delle firme raccolte che ben evidenzia l’assenza di spirito democratico e di senso della collettività. Infatti, per la prima volta nella storia del nostro comune, grazie all’impegno dei tanti volontari e alla partecipazione cittadina, si potrà effettuare una consultazione referendaria incentrata sul destino dei nostri beni comuni. Una consultazione storica che avrebbe dovuto spingere chiunque si professi democratico a favorire la raccolta di firme ma anche e soprattutto il confronto tra i cittadini che saranno chiamati ad esprimersi sul futuro del proprio territorio.

È stato inoltre denunciato il nuovo tentativo di cementificazione del parco della Chiesa e del Convento dell’Immacolata a Santa Severa e la totale assenza del Comune e della Maggioranza nel supportare, o anche soltanto prestare ascolto, ai cittadini che si sono organizzati per difendere il diritto alla tutela dell’ambiente e della storia di quei luoghi.

Quindi un cenno a cosa si cela dietro il bilancio consultivo 2020, all’ordine del giorno nella seduta consiliare. Il bilancio presenta un avanzo di 300.000 euro, frutto non di un risanamento strutturale ma delle agevolazioni di cui i Comuni hanno potuto usufruire per affrontare le conseguenze della pandemia. 

Con l’obiettivo di agevolare gli Enti locali nel far fronte al disagio crescente dei cittadini e mitigare la crisi economica e sociale, lo Stato ha consentito ai Comuni di sospendere i pagamenti dei mutui in essere.

Il nostro Comune, invece di impiegare i denari risparmiati grazie a questo intervento statale per aiutare i cittadini in difficoltà, semplicemente non li ha spesi e ora propaganda questo risultato come un successo.

Questo risultato è invece una vergogna, hanno spiegato i consiglieri, perché i nostri concittadini in grave difficoltà potevano e dovevano essere aiutati, non per bontà ma nel rispetto dei loro diritti.

Se si è costretti a vivere in un container, infatti, è perché viene negato il diritto un’abitazione dignitosa e se c’è una famiglia costretta ad affrontare senza il supporto della sua comunità la difficoltà di crescere un figlio con una disabilità importante è perché viene loro negata l’assistenza domiciliare a cui hanno diritto.

Avere un avanzo di 300.000 euro e non aver mosso un dito per aiutare i nostri concittadini a far riconoscere e rispettare i loro diritti fondamentali diventa insopportabile. 

Rifiutandosi di legittimare questa sistematica violazione di ogni diritto e questa conclamata indifferenza per le difficoltà della vita dei nostri concittadini, i consiglieri hanno abbandonato il Consiglio.




giovedì 24 giugno 2021

NATURA SENZA BARRIERE: TUTTI INSIEME ACCESSIBILMENTE!

 Il Paese che vorrei con il patrocinio del Comune di Cerveteri organizza un’escursione accessibile alla Necropoli etrusca della Banditaccia e alla Macchia della Signora in compagnia del Disability Pride, dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e della Federazione Italiana Associazioni dei Sordi.

Domenica 27 giugno, in occasione della sesta edizione della manifestazione “Natura senza barriere”, promossa dalla FederTrek, l’associazione il Paese che vorrei con il patrocinio del Comune di Cerveteri ospiterà una delegazione del Disability Pride, del quale è partner, dell’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti e della Federazione Italiana delle Associazioni dei Sordi. Insieme effettueremo una visita della Necropoli etrusca della Banditaccia e successivamente un’escursione accessibile nella Macchia della Signora a Cerveteri.

Sarà l’occasione per valorizzare, nel segno dell’inclusione e dell’accoglienza, le bellezze naturali e artistiche del nostro territorio. Questa visita rappresenta anche un’opportunità per perfezionare i percorsi accessibili e agevolare le pratiche escursionistiche garantendo così un godimento universale degli spazi.
Ricordiamo che la Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, insieme alla Necropoli dei Monterozzi di Tarquinia, è entrata a far parte dei siti Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO nel 2004.

La Macchia della Signora, tra le altre cose, è oggetto di un progetto di riqualificazione da parte dell’associazione “Una Macchia per tutti”, recente vincitrice del Bando regionale “Vitamina G”. Questo progetto mira a dotare il sito di percorsi carrozzabili e percorsi sensoriali per non vedenti e sordi e potrebbe diventare un importante risorsa dell’accoglienza inclusiva a beneficio di tutto il territorio.

L’adesione da parte di tante realtà e associazioni di categoria è stata ampia. Tra queste ci sono anche diverse associazioni specializzate nel turismo accessibile, che incantate dalla bellezza dei luoghi durante i sopralluoghi, valuteranno l’inserimento di questo itinerario nelle proposte da offrire ai propri utenti.

Il territorio di Cerveteri ha grandi potenzialità turistiche per le sue bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e archeologiche.  Metterle a disposizione di tutti, garantendone l’accessibilità, aprirebbe le porte a un settore del mercato turistico, sicuramente non di massa, che andrebbe ad arricchire l’offerta della città sotto il profilo della ricezione turistica ma anche sotto quello della crescita civile, sociale ed etica.
Il Paese che vorrei è convinto che l’inclusione, l’integrazione e l’accoglienza costituiscano valori essenziali per una collettività e intende continuare a promuovere queste iniziative in collaborazione con tutti i soggetti che vorranno partecipare.

Ringraziamo Il Comune di Cerveteri e in particolar modo il Sindaco Alessio Pascucci, l’Assessore alla Cultura Federica Battafarano, l’Assessore ai Servizi sociali Francesca Cennerilli e l’Assessore alla mobilità Elena Gubetti per la collaborazione che ha reso possibile l’escursione e la Direttrice della Necropoli Daniela De Angelis per la disponibilità e la sensibilità dimostrate.

lunedì 7 giugno 2021

IL LIBERO ACCESSO AL MARE È ANCORA UN DIRITTO?

Ogni estate si torna a parlare del “libero e gratuito accesso e fruizione della battigia" e del problema di Santa Marinella che, nonostante i suoi 20 chilometri di costa, offre pochissimi spazi per accedere gratuitamente e comodamente al mare, quasi nessuno in centro città.

Puntualmente, si denunciano i frequenti “sconfinamenti” degli stabilimenti fino quasi a riva o nelle spiagge libere confinanti e la crisi Covid è stata utilizzata per favorire il business della balneazione a pagamento negando il godimento del mare a coloro che non hanno la possibilità di poterselo “comprare”.

Di fatto l’accesso al mare non è più un diritto come prevede la normativa, ma un privilegio costoso gestito spesso attraverso l’abuso e le regole-fai-da-te dei gestori e l’assenza di controlli da parte degli enti preposti. 

Ma come si coniuga l’esercizio delle attività balneari in concessione - e il loro diritto a non trovarsi una barriera umana lungo la battigia - con il diritto di ogni cittadino a passeggiare o sostare sul bagnasciuga ed eventualmente farsi un bagno senza essere obbligato a pagare l’accesso o i servizi?

Il bilanciamento di questi diritti spetta ai Comuni che, nel dare le concessioni, dovrebbero sempre garantire, e mettere a disposizione di tutti, arenili liberi, segnalati e accessibili.

Purtroppo però, le pressioni esercitate dagli operatori economici, il desiderio di non doversi accollare l’onere della cura del litorale e l’incapacità di offrire opportunità concrete per la gestione di arenili liberi con servizi, determinano un orientamento che comprime sempre più il diritto delle persone a fruire del mare

Così, nel Comune di Santa Marinella gli stabilimenti dilagano e nessun amministratore si ricorda mai dell’obbligo di prevedere, predisporre e manutenere un ampio numero di arenili gratuiti e accessibili, limitando così anche l’offerta turistica del territorio, a danno di tutti gli altri operatori economici.

Ora, il nuovo piano regionale di utilizzo degli arenili prevede regole più stringenti a tutela delle porzioni destinate a pubblica fruizione (50%) della libera visuale e degli accessi al mare (ogni 300 metri) ma, in mancanza di sanzioni per le Amministrazioni che non ottemperano, che speranza abbiamo di vederle mai rispettate?

Sta a tutti noi rivendicare il nostro diritto. Una sana Amministrazione dovrebbe censire i possibili varchi, sistemarli e renderli accessibili o creare di nuovi, segnalarli e ove necessario, provvedere alla bonifica dei tratti costieri che lo necessitano. Per destinarli poi a spiagge libere o libere con servizi, naturalmente.

E per risolvere il problema della carenza di spazi liberi in centro città si dovrebbe affrontare la questione della gestione della Perla del Tirreno con l’obiettivo di realizzare un progetto di spiaggia libera con servizi - diversificati, destagionalizzati e condivisi - come quello che da anni sosteniamo.

Per finire, la strenua difesa del minuscolo triangolino di spiaggia libera a sud dello stabilimento della Marinella può sembrare risibile a fronte dell’entità della domanda di spazi ma non lo è. Rappresenta simbolicamente un diritto e l’appello di molti cittadini a non dimenticarlo ci dà la speranza che qualcosa prima o poi possa cambiare e la convinzione che questo cambiamento rappresenti un dovere per tutti noi.




lunedì 31 maggio 2021

IL PORTICCIOLO POTREBBE TORNARE AD ESSERE UN BENE COMUNE

Una lezione di cui fare tesoro

Dopo vent’anni si avvia, forse, a conclusione la triste vicenda di un porto sottratto alla città. Ora il Sindaco intima alla Porto Romano di riconsegnare il porto al Comune “che dispone di tutte le competenze per gestirlo in house nel rispetto e negli interessi dei cittadini residenti, dei turisti, dei diportisti e dei pescatori professionisti contrariamente a quanto ha fatto fino ad oggi l’impresa”.

Gestione in house? Finalmente! La nostra linea è sempre stata quella di restituire il porto alle competenze di Comune e Regione tutelando i posti di lavoro e se possibile implementandoli. Questo vuol dire recuperare un bene collettivo per gestirlo nell’interesse dei cittadini e dell’economia del nostro Comune e non esclusivamente di un singolo imprenditore.

La società Porto Romano ha fatto ciò che è nella sua vocazione di impresa privata: perseguire il proprio interesse economico. E ha potuto farlo, speculando su un bene pubblico, grazie a una convenzione della durata di cento anni, incautamente sottoscritta nel 1996 dal Comune di Santa Marinella.  

Anche allora i sostenitori della convenzione rifiutavano l’utilizzo della parola “privatizzazione del porto” usata da chi vi si opponeva. Ma la privatizzazione si è di fatto concretizzata. La Porto Romano si è impossessata del bene e ne ha incassato i proventi con la promessa di opere di ampliamento i cui lavori non sono mai iniziati, i servizi previsti sono stati disattesi e i vincoli non sono mai stati rispettati.

Ciononostante, la Porto Romano ha continuato a operare come se il porto fosse una sua proprietà e ci sono voluti oltre 20 anni di onerosi ricorsi legali per tornarne in possesso.

La storia insegna, dicono, eppure eccoci qui a parlare di project financing - su cimitero, passeggiata, farmacia, parcheggi, piazza - da affidare a munifiche imprese private che non vedono l’ora di accaparrarsi proprietà pubbliche solo per fare il nostro bene.  Grandi opportunità di sviluppo, ci dicono; esattamente come allora ci fu detto per il porto.

Ma la realtà è stata ben diversa. Ci auguriamo che questa triste vicenda possa almeno servire a farci aprire gli occhi, prima di commettere altri errori che pagheremo tutti per i prossimi decenni.

Se il Comune otterrà la restituzione del bene ci auguriamo che l’Amministrazione si ponga alcune priorità: tutelare e aumentare i posti lavoro attualmente in essere, abbandonare i faraonici quanto anacronistici progetti di ampliamento, ripristinare legalità e correttezza nell’utilizzo di spazi e servizi, valorizzare davvero il nostro Porticciolo, piccolo gioiello di questa città.





venerdì 14 maggio 2021

DIGNITÀ DEL FINE VITA

Continua la campagna del Paese che Vorrei per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su un fondamentale diritto civile.

Domenica 16 maggio dalle ore 10:00 alle 13:00, insieme agli attivisti di Sinistra Democratica, distribuiremo materiale informativo presso i portici dell’arena Lucciola in via Aurelia, Santa Marinella.

Ricordiamo che il Comune di Santa Marinella ha approvato una mozione scritta dall’Associazione Luca Coscioni che impegna le Amministrazioni a sollecitare il Parlamento a riavviare il dibattito sulla proposta di legge a iniziativa popolare volta a restituire a ogni persona la libertà di scegliere sulla dignità della propria morte, mettendo così fine a una condotta politica che irresponsabilmente ignora situazioni drammatiche che coinvolgono centinaia di persone.

Tutti i cittadini devono essere messi nella condizione di decidere responsabilmente in un sistema che assicuri pari opportunità di assistenza e trattamento sanitario, come garantito dalla nostra Costituzione. Attualmente invece, l’assenza di una Legge che disciplini il fine vita comporta una intollerabile disparità di trattamento e di libertà di scelta tra persone di diversa classe sociale sia per questioni di possibilità economiche sia per quanto attiene la possibilità di accesso al sostegno e alla guida nel percorso psicologico/terapeutico.

La mozione approvata impegna anche la Giunta Comunale a dare vita a una campagna di informazione per spiegare le nuove possibilità che la proposta di legge introdurrebbe e quelle già presenti nella Legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT).

Nell’attesa lo facciamo noi.














mercoledì 12 maggio 2021

CONFERENZA STAMPA - DIRITTO ALL’ABITARE: IMBOCCATA UNA STRADA SBAGLIATA

Volentieri pubblichiamo il comunicato del Comitato per l'emergenza Abitativa e accogliamo il loro invito a partecipare ricordando che gli Enti preposti, a distanza di mesi dalla redazione della graduatoria, ancora non sono riusciti a dare concreta attuazione al diritto alla casa, sancito dallo Stato.


Il 15 maggio 2021 alle ore 12:00 nell’area antistante l’ex colonia marina (Santa Severa) Il Comitato per l’Emergenza Abitativa di Santa Marinella convoca una conferenza stampa invitando anche i rappresentanti di tutte le associazioni e i soggetti politici che sostengono il diritto all’abitare. L’obiettivo è l’individuazione di una tempestiva soluzione dell’emergenza attraverso l’utilizzo del patrimonio pubblico e privato abbandonato. L’ex colonia è luogo emblematico: un imponente edificio di proprietà pubblica che potrebbe facilmente essere convertito in alloggi popolari. Basterebbe la volontà politica degli enti pubblici per consentire ad ATER l’operazione di acquisto e ristrutturazione dell’immobile. La soluzione è semplice , vediamo se anche questa volta Comune, Regione ed Ater riusciranno a voltarsi dall’altra parte.


Infatti, a più di un anno dalla redazione della graduatoria, tutti gli aventi diritto sono ancora senza casa e nessuna soluzione si prospetta all’orizzonte. Sembra che l’attuale maggioranza voglia ignorare o peggio vanificare ogni opportunità per risolvere il problema in tempi rapidi. Nel tempo, il Comitato ne ha prospettate diverse individuando immobili, sia pubblici che privati, abbandonati al degrado da poter convertire immediatamente in edilizia popolare per rispondere almeno all’emergenza. A via Elcetina si potrebbero realizzare 72 alloggi e ATER aveva già avanzato la proposta di acquisto bloccata senza alcuna spiegazione a pochi giorni dall’atto notarile. Relativamente all’ex albergo Maiorca, il proprietario era inizialmente disponibile alla vendita ad ATER, tanto che questa aveva già effettuato un sopralluogo e valutato la possibilità di ricavarne circa 25 appartamenti. Poi, anche questa soluzione è sfumata, forse anche a causa della nuova opportunità concessa ai proprietari di immobili di usufruire del cambio di destinazione d’uso - da ricezione turistica a residenziale - deliberato recentemente dal Comune. Quando si è chiesto al Comune di intervenire per agevolare una possibile cessione dell’edificio Pio X, il Sindaco ha risposto che su quell’immobile aveva altri progetti che stava discutendo con la Regione. Progetti dii cui non si è saputo più nulla.


Una strategia, quella della giunta Tidei, che vuole individuare nelle nuove costruzioni l’unica soluzione possibile. Infatti l’ultimo tradimento dello spirito dell’edilizia economica e popolare riguarda la zona 167 di S Severa. Nel Consiglio di giovedì 29 aprile, infatti, la Maggioranza ha votato un provvedimento che con il pretesto di sanare le molte irregolarità createsi nel tempo nelle case già costruite in 167 a Santa Severa estende, anche ai terreni ancora da edificare, l’immediata disponibilità del diritto di superficie ai costruttori, aprendo un’autostrada a possibili speculazioni, in una zona che il PRG individua a edilizia economica e popolare.


Chiediamo che il problema sia affrontato ponendo fine a questa farsa. Bisogna dare risposta a chi è in graduatoria e non favorire le speculazioni private.


Chiediamo che: il Comune effettui subito un censimento di tutti gli immobili pubblici e privati, che possano essere acquisiti; ATER faccia i sopralluoghi, valuti le diverse opportunità e, con il supporto del Comune, avvii immediatamente le trattative; la Regione metta a disposizione i propri immobili e agevoli attraverso forme di finanziamento, la ristrutturazione e gli adeguamenti necessari a garantire agli aventi diritto un numero soddisfacente di alloggi in edilizia sovvenzionata.


COMITATO PER L’EMERGENZA ABITATIVA


Aderiscono: Unione Inquilini Civitavecchia, Il Paese che Vorrei, Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, Gruppo Misto Consiliare, Casa del Popolo Ladispoli.