lunedì 31 maggio 2021

IL PORTICCIOLO POTREBBE TORNARE AD ESSERE UN BENE COMUNE

Una lezione di cui fare tesoro

Dopo vent’anni si avvia, forse, a conclusione la triste vicenda di un porto sottratto alla città. Ora il Sindaco intima alla Porto Romano di riconsegnare il porto al Comune “che dispone di tutte le competenze per gestirlo in house nel rispetto e negli interessi dei cittadini residenti, dei turisti, dei diportisti e dei pescatori professionisti contrariamente a quanto ha fatto fino ad oggi l’impresa”.

Gestione in house? Finalmente! La nostra linea è sempre stata quella di restituire il porto alle competenze di Comune e Regione tutelando i posti di lavoro e se possibile implementandoli. Questo vuol dire recuperare un bene collettivo per gestirlo nell’interesse dei cittadini e dell’economia del nostro Comune e non esclusivamente di un singolo imprenditore.

La società Porto Romano ha fatto ciò che è nella sua vocazione di impresa privata: perseguire il proprio interesse economico. E ha potuto farlo, speculando su un bene pubblico, grazie a una convenzione della durata di cento anni, incautamente sottoscritta nel 1996 dal Comune di Santa Marinella.  

Anche allora i sostenitori della convenzione rifiutavano l’utilizzo della parola “privatizzazione del porto” usata da chi vi si opponeva. Ma la privatizzazione si è di fatto concretizzata. La Porto Romano si è impossessata del bene e ne ha incassato i proventi con la promessa di opere di ampliamento i cui lavori non sono mai iniziati, i servizi previsti sono stati disattesi e i vincoli non sono mai stati rispettati.

Ciononostante, la Porto Romano ha continuato a operare come se il porto fosse una sua proprietà e ci sono voluti oltre 20 anni di onerosi ricorsi legali per tornarne in possesso.

La storia insegna, dicono, eppure eccoci qui a parlare di project financing - su cimitero, passeggiata, farmacia, parcheggi, piazza - da affidare a munifiche imprese private che non vedono l’ora di accaparrarsi proprietà pubbliche solo per fare il nostro bene.  Grandi opportunità di sviluppo, ci dicono; esattamente come allora ci fu detto per il porto.

Ma la realtà è stata ben diversa. Ci auguriamo che questa triste vicenda possa almeno servire a farci aprire gli occhi, prima di commettere altri errori che pagheremo tutti per i prossimi decenni.

Se il Comune otterrà la restituzione del bene ci auguriamo che l’Amministrazione si ponga alcune priorità: tutelare e aumentare i posti lavoro attualmente in essere, abbandonare i faraonici quanto anacronistici progetti di ampliamento, ripristinare legalità e correttezza nell’utilizzo di spazi e servizi, valorizzare davvero il nostro Porticciolo, piccolo gioiello di questa città.





venerdì 14 maggio 2021

DIGNITÀ DEL FINE VITA

Continua la campagna del Paese che Vorrei per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su un fondamentale diritto civile.

Domenica 16 maggio dalle ore 10:00 alle 13:00, insieme agli attivisti di Sinistra Democratica, distribuiremo materiale informativo presso i portici dell’arena Lucciola in via Aurelia, Santa Marinella.

Ricordiamo che il Comune di Santa Marinella ha approvato una mozione scritta dall’Associazione Luca Coscioni che impegna le Amministrazioni a sollecitare il Parlamento a riavviare il dibattito sulla proposta di legge a iniziativa popolare volta a restituire a ogni persona la libertà di scegliere sulla dignità della propria morte, mettendo così fine a una condotta politica che irresponsabilmente ignora situazioni drammatiche che coinvolgono centinaia di persone.

Tutti i cittadini devono essere messi nella condizione di decidere responsabilmente in un sistema che assicuri pari opportunità di assistenza e trattamento sanitario, come garantito dalla nostra Costituzione. Attualmente invece, l’assenza di una Legge che disciplini il fine vita comporta una intollerabile disparità di trattamento e di libertà di scelta tra persone di diversa classe sociale sia per questioni di possibilità economiche sia per quanto attiene la possibilità di accesso al sostegno e alla guida nel percorso psicologico/terapeutico.

La mozione approvata impegna anche la Giunta Comunale a dare vita a una campagna di informazione per spiegare le nuove possibilità che la proposta di legge introdurrebbe e quelle già presenti nella Legge sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT).

Nell’attesa lo facciamo noi.














mercoledì 12 maggio 2021

CONFERENZA STAMPA - DIRITTO ALL’ABITARE: IMBOCCATA UNA STRADA SBAGLIATA

Volentieri pubblichiamo il comunicato del Comitato per l'emergenza Abitativa e accogliamo il loro invito a partecipare ricordando che gli Enti preposti, a distanza di mesi dalla redazione della graduatoria, ancora non sono riusciti a dare concreta attuazione al diritto alla casa, sancito dallo Stato.


Il 15 maggio 2021 alle ore 12:00 nell’area antistante l’ex colonia marina (Santa Severa) Il Comitato per l’Emergenza Abitativa di Santa Marinella convoca una conferenza stampa invitando anche i rappresentanti di tutte le associazioni e i soggetti politici che sostengono il diritto all’abitare. L’obiettivo è l’individuazione di una tempestiva soluzione dell’emergenza attraverso l’utilizzo del patrimonio pubblico e privato abbandonato. L’ex colonia è luogo emblematico: un imponente edificio di proprietà pubblica che potrebbe facilmente essere convertito in alloggi popolari. Basterebbe la volontà politica degli enti pubblici per consentire ad ATER l’operazione di acquisto e ristrutturazione dell’immobile. La soluzione è semplice , vediamo se anche questa volta Comune, Regione ed Ater riusciranno a voltarsi dall’altra parte.


Infatti, a più di un anno dalla redazione della graduatoria, tutti gli aventi diritto sono ancora senza casa e nessuna soluzione si prospetta all’orizzonte. Sembra che l’attuale maggioranza voglia ignorare o peggio vanificare ogni opportunità per risolvere il problema in tempi rapidi. Nel tempo, il Comitato ne ha prospettate diverse individuando immobili, sia pubblici che privati, abbandonati al degrado da poter convertire immediatamente in edilizia popolare per rispondere almeno all’emergenza. A via Elcetina si potrebbero realizzare 72 alloggi e ATER aveva già avanzato la proposta di acquisto bloccata senza alcuna spiegazione a pochi giorni dall’atto notarile. Relativamente all’ex albergo Maiorca, il proprietario era inizialmente disponibile alla vendita ad ATER, tanto che questa aveva già effettuato un sopralluogo e valutato la possibilità di ricavarne circa 25 appartamenti. Poi, anche questa soluzione è sfumata, forse anche a causa della nuova opportunità concessa ai proprietari di immobili di usufruire del cambio di destinazione d’uso - da ricezione turistica a residenziale - deliberato recentemente dal Comune. Quando si è chiesto al Comune di intervenire per agevolare una possibile cessione dell’edificio Pio X, il Sindaco ha risposto che su quell’immobile aveva altri progetti che stava discutendo con la Regione. Progetti dii cui non si è saputo più nulla.


Una strategia, quella della giunta Tidei, che vuole individuare nelle nuove costruzioni l’unica soluzione possibile. Infatti l’ultimo tradimento dello spirito dell’edilizia economica e popolare riguarda la zona 167 di S Severa. Nel Consiglio di giovedì 29 aprile, infatti, la Maggioranza ha votato un provvedimento che con il pretesto di sanare le molte irregolarità createsi nel tempo nelle case già costruite in 167 a Santa Severa estende, anche ai terreni ancora da edificare, l’immediata disponibilità del diritto di superficie ai costruttori, aprendo un’autostrada a possibili speculazioni, in una zona che il PRG individua a edilizia economica e popolare.


Chiediamo che il problema sia affrontato ponendo fine a questa farsa. Bisogna dare risposta a chi è in graduatoria e non favorire le speculazioni private.


Chiediamo che: il Comune effettui subito un censimento di tutti gli immobili pubblici e privati, che possano essere acquisiti; ATER faccia i sopralluoghi, valuti le diverse opportunità e, con il supporto del Comune, avvii immediatamente le trattative; la Regione metta a disposizione i propri immobili e agevoli attraverso forme di finanziamento, la ristrutturazione e gli adeguamenti necessari a garantire agli aventi diritto un numero soddisfacente di alloggi in edilizia sovvenzionata.


COMITATO PER L’EMERGENZA ABITATIVA


Aderiscono: Unione Inquilini Civitavecchia, Il Paese che Vorrei, Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, Gruppo Misto Consiliare, Casa del Popolo Ladispoli.









martedì 4 maggio 2021

DESTINAZIONE D'USO LEGGE 167: NON CI FACCIAMO PRENDERE IN GIRO DALLA MAGGIORANZA

All’ultimo Consiglio comunale è approdato un provvedimento apparentemente volto a sanare la situazione della zona 167 di Santa Severa ma, come spesso accade con questa maggioranza, dietro agli annunci si nascondono intenzioni che mirano a favorire interessi a discapito del nostro territorio. 

Nelle pieghe della delibera si scopre, infatti, che il provvedimento non riguarda solo le case già costruite ma anche le future operazioni immobiliari che il Sindaco intende promuovere sui terreni limitrofi.

Spieghiamo: la Legge 167 disciplina i Piani per l’Edilizia Economica e Popolare con varie formule. Nel nostro caso, si tratta di edilizia convenzionata volta a facilitare l’acquisto della prima casa a chi non può permettersi di comprarla a prezzo di mercato.  

Le legge prevede che un Ente pubblico metta a disposizione del costruttore il terreno su cui edificare cedendogli il cosiddetto “diritto di superficie”. L’imprenditore, quindi, non deve acquistare il terreno e questo costituisce un importante risparmio sull’impegno economico dell’opera. Inoltre, lo stesso imprenditore usufruisce di finanziamenti pubblici che rendono l’operazione ancora più vantaggiosa.

In funzione di queste facilitazioni e finanziamenti, gli enti pubblici stipulano una “convenzione” con il costruttore il quale si impegna a vendere le case edificate a un costo ridotto, il “prezzo massimo di acquisto”, solo agli aventi diritto, secondo le regole dettate dalla convenzione.

Chi compra una casa realizzata in “convenzione” non può rivenderla né affittarla a prezzo di mercato ma deve attenersi al prezzo di vendita o affitto stabiliti in convenzione e solo ad altri aventi diritto. La ragione è chiara: se un ente mette a mia disposizione risorse pubbliche (terreno e finanziamenti) per permettermi di acquistare una casa pagandola meno, io non posso specularci sopra, se la casa non mi serve più.

Purtroppo però nessuno controlla e il rispetto delle convenzioni è spesso venuto a mancare. Così le irregolarità, la superficialità durante gli atti, l’affarismo di alcuni e la mancata conoscenza delle regole di altri, si sono sommati a contenziosi tra Comune e Regione. A tutto questo corre in soccorso una Legge dello Stato che stabilisce che i proprietari delle case in zona Convenzionata 167, possono riscattare il valore della superfice a terra della propria abitazione e diventarne proprietari a tutti gli effetti. Sono quindi liberi di vendere o affittare al prezzo che ritengono opportuno senza alcun vincolo alla convenzione a suo tempo stipulata.

Come tutte le leggi "sanatorie" non è che sia giusta perché mette sullo stesso piano chi si è comportato correttamente e chi ha speculato su case su cui non avrebbe potuto farlo, senza andare troppo ad indagare. Perché, se si dovesse indagare, salterebbe fuori che molte responsabilità ricadono su chi avrebbe dovuto gestire i rapporti tra le parti e controllare la legalità dei comportamenti. Ossia il pubblico, che invece è il grande beneficiario di ogni sanatoria. Il pubblico infatti incassa.

Tuttavia, se il provvedimento avesse riguardato solo le case già costruite ci saremmo pure potuti stare.

Essendo contrari a nuovo consumo di suolo (in un comune in cui esistono centinaia di alloggi vuoti), a operazioni di sanatoria preventiva e a stabilire diritti di proprietà su terreni pubblici senza aver neanche valutato i contenuti delle convenzioni con chi costruirà, i Consiglieri comunali di opposizione hanno presentato un emendamento che chiedeva di approvare quanto previsto nella delibera ma “esclusivamente sulle aree e sui lotti già edificati alla data del presente atto”.

Cioè, se vogliamo risolvere il problema a chi è già in possesso di una casa in quella zona va bene. Se vogliamo sanare le inesattezze, le ingiustizie, le irregolarità che riguardano quelle aree va bene; ma se invece con questo provvedimento si vuole spianare la strada ad eventuali speculazioni e a ulteriori future irregolarità, questo no.

Questo modo di procedere ha tradito e continua a tradire gli obiettivi della legge sull’edilizia economica e popolare. Incentiva la realizzazione di nuove inutili costruzioni su terreni che invece potrebbero essere destinati al miglioramento della qualità dell’abitare e del vivere.

Siamo qui per risolvere i problemi non per crearne di nuovi a scapito del territorio, della giustizia sociale e della cultura della civile convivenza tra i cittadini.

Inutile dire che dopo un acceso dibattito la Maggioranza ha votato contro l’emendamento e si è approvata un provvedimento sbagliato perché iniquo e controproducente. Come al solito.