sabato 30 ottobre 2021

DDL ZAN: AFFOSSATO NEL SEGNO DELLA PEGGIORE POLITICA, MA LA NOSTRA BATTAGLIA NON SI FERMA

Sarebbe bastato poco per portare l’Italia al passo con i paesi che tutelano i diritti di tutti e tutte, e soprattutto per proteggere almeno un po’ di più quelle persone che vengono aggredite o discriminate semplicemente per ciò che sono.

Il DDL Zan è stato affossato al Senato con voto segreto, nel segno della peggior politica e del peggior bigottismo. E a fronte di alcuni voltafaccia avvenuti nel passaggio della discussione dalla Camera al Senato, è forte il sospetto che dietro questo affossamento ci siano interessi e accordi che riguardano altro. Ossia, che la comunità LGBTQIA+ e le persone disabili siano state utilizzate come merce di scambio. Tale mercanteggiamento è avvenuto soprattutto sulla pelle delle persone trans e intersex, le cui identità sono state ripetutamente ignorate e, ancor peggio, offese durante il deprimente dibattito parlamentare, in molti interventi di un’abissale ignoranza o totale malafede.

Un po’ come quando, durante la discussione sulle unioni civili le forze più retrograde continuavano a ripetere che “da qui in poi sarà possibile per chiunque sposarsi con il proprio animale domestico”, uno dei leitmotiv di questa discussione è stato “perché con questa legge uno può svegliarsi una mattina e dichiararsi uomo, poi la mattina dopo dichiararsi donna, e così via”. Un’assurdità che è un insulto al vissuto di persone che hanno il diritto di essere ciò che sanno di essere, a seguito di un percorso profondo, consapevole e troppo spesso faticoso e doloroso per colpa dell’arretratezza culturale del nostro paese.

La stessa tesi che i proponenti avrebbero rifiutato ogni mediazione è una scusa. Primo, perché pressoché la totalità della comunità LGBTQIA+ e dei disabili (ossia delle persone che questa legge avrebbe dovuto proteggere e tutelare) si è sin dall’inizio espressa in favore del DDL così com’era. Secondo, perché chi proponeva modifiche sapeva benissimo che ogni cambiamento del DDL ne avrebbe causato il ritorno alla Camera (dove peraltro la stessa Italia Viva l’aveva approvato senza obiezioni) e un quasi certo rischio di conseguente cancellazione, per via del semestre bianco e delle elezioni che con ogni probabilità saranno nel 2022.

Infine, perché pressoché la totalità di queste modifiche era strumentale o semplicemente cinica. Chi chiedeva la cancellazione di alcune identità; chi temeva un rischio per la libertà di espressione (già tutelata, oltre che dalla Costituzione, dalla stessa legge Zan con un emendamento approvato alla Camera); chi paventava l’obbligo per tutte le scuole, in particolare private, di dover inserire nei programmi una fantomatica teoria gender (teoria che non esiste, come non esiste nella legge l’obbligo di inserirla nei programmi). Infine, il paradossale “benaltrismo” secondo il quale il nostro Parlamento dovrebbe dedicarsi a problemi “più seri”. Primo: i diritti sono un problema serio, e non c’è giustizia sociale senza diritti civili; secondo: se non fosse stato fatto ostruzionismo sulla base di questo benaltrismo, il DDL Zan sarebbe stato approvato in pochissimo tempo, e il Parlamento avrebbe potuto occuparsi di altro.

Insomma, non ci sono alibi per coprire questa vergogna. E infatti la comunità LGBTQIA+, le persone disabili, e tutte le persone con esse solidali, sono scese immediatamente in piazza inaugurando una nuova stagione di battaglie. Il Paese che Vorrei ci sarà.

venerdì 29 ottobre 2021

CHIEDIAMO TUTELA DEI DIRITTI E QUALITÀ PER IL RILANCIO SOCIALE ED ECONOMICO DEL TERRITORIO

In un gioco di propaganda becera, il Sindaco si lancia in valutazioni fantasiose e accusa la Lista e il Gruppo consiliare del Paese che vorrei di essere contrari alla possibilità di offrire una casa a chi appartiene alle fasce più fragili della popolazione. Niente di più falso. Da anni ci battiamo per questo ma il nostro obiettivo è di riuscire a farlo in tempi rapidi, evitando il consumo di suolo e riqualificando il nostro tessuto urbano.

L’operazione in 167 a Santa Severa che la Maggioranza ha appena approvato in Consiglio comunale, con il voto favorevole dei consiglieri della Lega e di Forza Italia, non va affatto in questa direzione.
Cosa allora, sarebbe stato giusto fare?

  1. Smetterla di approfittare delle “opportunità” offerte dagli errori di un vecchio Piano Regolatore superato e privo di quella cultura della tutela del territorio e della qualità degli insediamenti abitativi che ancora fatica a entrare nella testa di chi è abituato a concepire l’edilizia come un’opportunità speculativa. È necessario ridefinire i rapporti tra insediamento abitativo, patrimonio naturale e accesso al mare da proiettare in una visione sociale ed economica nuova, nel rispetto dell’ambiente come fondamento della qualità della vita dei residenti e oggetto di promozione economica e turistica.
  2. Procedere a una ricognizione di tutti gli edifici abbandonati, invenduti, non ultimati, ecc. e sviluppare un progetto organico di riqualificazione del tessuto urbano che prenda in considerazione accessibilità, servizi, verde pubblico, trasporto sostenibile. Questo intendiamo quando parliamo di evitare nuovo consumo di suolo e riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente.
  3. Stabilire un piano di intervento con Ater invece che con fantomatici consorzi di costruzione. Così facendo limiteremmo il rischio di fenomeni di corruzione e pagamenti al nero sull’acquisto della prima casa da parte di chi non ne ha titolo e i cittadini otterrebbero maggiori garanzie sul rispetto del proprio diritto ad accedere agli immobili di edilizia convenzionata, agevolata o sovvenzionata. Da anni chiediamo al Comune e ad Ater interventi di recupero e riqualificazione volti ad aumentare l’offerta di abitazioni efficienti, correttamente inserite nel contesto urbano e naturalmente a costi accessibili alle fasce più in difficoltà.

Non è difficile da capire se si hanno a cuore gli interessi della collettività e una visione di lungo periodo in grado di recuperare il valore del territorio che abitiamo e vorremmo lasciare in eredità ai nostri figli.

Certo, continuare a saccheggiare le nostre risorse è più facile ma è ora di abbandonare le vecchie logiche e impegnarsi per realizzare un Paese migliore promuovendo azioni volte al miglioramento della qualità della vita che, la storia lo ha dimostrato, non può prescindere dalla tutela del nostro patrimonio ambientale.