martedì 7 dicembre 2021

NON SI PUÒ E NON SI DEVE GOVERNARE SENZA RISPETTO PER LA PROPRIA CITTÀ E PER CHI LA ABITA

 Ancora una volta, leggiamo le esternazioni del Sindaco, come di consueto, all’insegna della menzogna, dell’insulto, della maleducazione. Questa è la cifra comunicativa che il sindaco riserva a chi non si allinea alle sue pratiche incancrenite, superate e prive di ogni partecipazione ai problemi dei suoi cittadini e particolarmente alle fragilità dei più deboli.

Ogni insulto che il Sindaco riserva al Paese che Vorrei sottolinea il suo malanimo ed è una conferma della correttezza del nostro operato; ogni menzogna dimostra debolezza ed è un incentivo a continuare a perseguire le nostre battaglie.

Quanto alla maleducazione, questa pesa su tutti coloro che vorrebbero un Primo Cittadino all’altezza della dignità del proprio ruolo.

Purtroppo, dobbiamo sopportare le esternazioni rancorose e volgari di chi non avendo argomenti a sostegno della sua ignobile azione di smantellamento dei beni comuni, trabocca di bile aggiungendo al danno materiale anche il danno morale della sua presenza sul nostro territorio.

Andremo avanti, forti anche del fatto che in molti si stanno rendendo conto dei danni concreti che Sindaco e Maggioranza stanno producendo.

Questa gestione arrogante e clientelare del potere, il disprezzo per le regole democratiche, l’incapacità di amministrare nell’interesse dei cittadini, l’accanimento con cui si persegue la dismissione delle attività pubbliche, la smania per la cementificazione inutile, gli atteggiamenti diseducativi che caratterizzano questo personaggio, ci danno un esempio plastico di tutto ciò che non si deve fare.

Il primo insegnamento è che non si può e non si deve governare senza provare amore e rispetto per il proprio territorio e per chi lo abita.

Amare il territorio significa voler affrontare i problemi all’insegna dell’interesse collettivo, vuol dire rispetto per l’ambiente e per le persone, rappresenta il desiderio di lasciare a chi verrà dopo di noi un luogo migliore in cui abitare, lavorare e godere della propria vita.

Il nostro impegno è quello di lavorare in questa direzione per il bene di tutti e contro gli affarismi e le tirannie reazionarie di chi non riesce a far pace con un mondo che può e deve cambiare, in meglio.




lunedì 6 dicembre 2021

IN RISPOSTA A TIDEI SULL’EMERGENZA CASA.

Il sindaco che vorremmo


Affinchè i nostri concittadini non si lascino impressionare dalle fuorvianti e urlate affermazioni del Sindaco Tidei, facciamo seguire alle sue parole i fatti accaduti.

A proposito dei 20 appartamenti che l’Ater dovrebbe consegnare agli aventi diritto (8 a gennaio e forse 12 a giugno), ribadiamo che la questione dell’emergenza-casa è stata sollevata più di tre anni fa e mantenuta sotto i riflettori dal Comitato per l’emergenza abitativa, dalla Lista civica “Il Paese che Vorrei” e dal PRC, sostenuti dall’ Unione Inquilini.

Nonostante il Comune abbia tentato di boicottare la soluzione più rapida e sostenibile, cioè la riqualificazione di stabili abbandonati, e il Sindaco spingeva invece sull’ipotesi di nuove costruzioni in terreni agricoli da convertire in edificabili, le forze sopracitate non hanno mai smesso di offrire il proprio contributo, continuando a individuare stabili esistenti e in stato di degrado e a proporre soluzioni per mettere fine nel più breve tempo possibile a questa emergenza, nell’interesse del territorio tutto.

Ora, nella sua ultima e farneticante comunicazione, il Sindaco ritira fuori il simbolico tentativo di occupazione portato avanti nel novembre 2020 dal Comitato per l’Emergenza Abitativa, in seguito al vanificarsi della speranza di ottenere a breve un alloggio dignitoso, e accusa gli stessi che si sono prodigati a trovare soluzioni, di strumentalizzazione.

Vi invitiamo a leggere invece il resoconto dell’episodio di Lorenzo Casella, chiamato dal Comitato in quella occasione in quanto Consigliere di opposizione e che, su invito delle forze di Polizia presenti, accetta di mediare il caso. Nelle parole del consigliere commozione, partecipazione e solidarietà al dramma di famiglie disperate, per lungo tempo illuse vanamente: “Ho fatto un giro per i corridoi all’interno dell’immobile: nessuna porta era stata aperta, si erano limitati a godersi lo stupore per quelle dimensioni, per quelle quantità, per quello spreco. Tutto era grande, tutto era bello e vuoto. ..”

E descrive gli sguardi degli occupanti: “Guardavano attraverso le finestre che non osavano forzare ma che ai loro occhi aprivano uno scenario di speranza: ‘Guarda che salotto grande. E lì in fondo, vedi? C’è pure la cucina”. Sognavano ad occhi aperti.

Siamo lieti che il problema casa a gennaio comincerà a trovare una qualche, sia pure parziale, soluzione ma purtroppo l’Amministrazione non ne ha merito. L’unico ruolo svolto dal Comune è stato quello di redigere, un paio di anni fa, una graduatoria degli aventi diritti. L’arroganza del nostro Sindaco, la strumentalizzazione e la volontà menzognera di stravolgere i fatti ci lasciano interdetti.

Il Sindaco che vorremmo non è l’uomo delle decisioni dall’alto, della prepotenza, della vanità e della arroganza, ma il politico che sa entrare in empatia con chi vive quotidianamente un disagio così grave come quello della mancanza di una casa. Un politico che riconosce meriti altrui e che collabora alle soluzioni. Casi delicati come questi vanno oltre ogni forma di propaganda e meritano di essere raccontati con la sensibilità di chi non punta a strumentalizzare una tragedia pur di attribuirsi meriti che non ha ma agisce invece nell’interesse di chi soffre situazioni di debolezza ed impotenza.

Di seguito il link del racconto del consigliere de Il Paese che Vorrei, Lorenzo Casella. Il racconto risale all’ 8 novembre 2020: https://www.facebook.com/698050243686778/posts/1750272681797857/