venerdì 28 gennaio 2022

REFERENDUM: UNA VITTORIA PER LA COMUNITÀ

I referendum si faranno il 27 marzo alle condizioni imposte dal Sindaco e dalla maggioranza nel Consiglio Comunale del 25 gennaio.

Come un dente che va estirpato il prima possibile, il Sindaco - costretto da un ricorso al Tar - si è finalmente messo in moto per svolgere i referendum il PRIMA POSSIBILE, con il MINOR COSTO POSSIBILE, apparentemente per venire incontro alle esigenze di cittadini ed elettori. In realtà è un vero e proprio BOICOTTAGGIO, e in ogni caso, i project, quelli di cui – per inciso - non c’è traccia nel suo programma elettorale, andranno avanti perché del parere dei cittadini il Sindaco e la sua maggioranza non sanno proprio che farsene.

La data prescelta, resa possibile solo dai cambiamenti al Regolamento voluto nel Consiglio Comunale del 25 gennaio scorso, è caduta il 27 marzo, ancora in pieno regime di emergenza pandemica, a svantaggio sia della campagna che del voto.

Che il Sindaco abbia fatto di tutto per ostacolare i referendum ci è sempre stato chiaro. È stata dapprima OSTEGGIATA LA RACCOLTA DELLE FIRME (il Sindaco ha negato una dilazione temporale chiesta causa Covid quando eravamo in zona rossa) poi RITARDATA L’INDIZIONE DEL VOTO, avvenuta infine a seguito della modifica unilaterale delle regole referendarie in un Consiglio Comunale convocato d’urgenza.
Al Sindaco piace mischiare le carte, sminuendo e ridicolizzando le iniziative che non provengono da lui. Infatti i 5 referendum aprono il confronto pubblico su 5 project financing, che lui e la sua maggioranza hanno portato avanti il più velocemente possibile affinché le procedure arrivino ad un livello così avanzato che sarà difficile bloccarle dopo un eventuale responso negativo espresso dai cittadini.

In verità, da un anno a questa parte si sta consumando lo SVILIMENTO della DEMOCRAZIA per cui le consultazioni popolari (per di più consultive) sono percepite dal Sindaco e dalla sua maggioranza “INUTILI”, e in quanto tali “DISPENDIOSE”, un aggravio per le Casse del Comune già “provate”.

Il cambiamento proposto delle regole referendarie ha solo formalmente la giustificazione del risparmio, perché nei fatti ha l’effetto di ostacolare la campagna referendaria e depotenziare l’esito referendario: in che misura la possibilità di ampliare la forbice del tempo in cui far cadere la data delle elezioni, ha un vantaggio economico? Quanto può far risparmiare la rinuncia alla figura del Prefetto come figura di garanzia preferendo un delegato del Sindaco o la Segretaria Comunale?
Noi crediamo invece che la democrazia non si misura in termini di costo e di risparmio sulle spese elettorali. Crediamo che la democrazia sia una cosa preziosa e fragile, che vada alimentata con consultazioni, campagne elettorali e referendarie, discussione, incontro e scontro dialettico. Il costo economico è contemplato nel suo gioco, che è gioco serissimo. Riteniamo, contrariamente al Sindaco e alla sua maggioranza che definiscono inutili questi referendum, che nessuna chiamata alle urne sia superflua perché l’impegno di una classe politica degna di questo nome è anche quella di promuovere cultura e crescita democratica, dibattito sulla città e visione del futuro. Per questo motivo, nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato e che ancora incontreremo, non ultima la concentrazione dei seggi in una unica sede (ignorata la richiesta dell’opposizione di istituire almeno un’altra sede a S. Severa), ci impegneremo nella buona riuscita dell’evento. L’indizione del referendum è per noi già un successo a prescindere dall’esito finale; non semplicemente una spesa, piuttosto un investimento nella e per la democrazia.




lunedì 24 gennaio 2022

STANNO PER INNALZARE UN MURO CONTRO LA CITTADINANZA DI S. MARINELLA E S. SEVERA!

Questa amministrazione sta ostacolando lo svolgimento dei Referendum consultivi sui Project Financing con tutti i mezzi non immaginabili.

Martedì 25 gennaio alle ore 18,00 è indetto un Consiglio Comunale con l’intento di modificare il regolamento per i referendum (approvato da questa stessa Amministrazione a inizio mandato).

  • Vogliono ridurre i tempi di insediamento e preparazione del seggio e delle schede referendarie! La preparazione del seggio verrebbe effettuata la mattina stessa e non il giorno prima come di regola, contraendo di conseguenza l’orario e quindi il tempo utile alle operazioni di voto e con il rischio di seri problemi di organizzazione, gestione e controllo.
  • Vogliono modificare la scelta dei garanti! Le figure previste sono il Prefetto o un suo delegato; l’Amministrazione vorrebbe invece utilizzare il segretario comunale, una figura, ricordiamolo, scelta dal sindaco. Perché?
  • Vogliono riunire i seggi in un unico luogo (il palazzetto dello sport). Scoraggiando la partecipazione attraverso la necessità di prendere la macchina e l’inevitabile disagio di recarsi, cittadini di Santa Severa inclusi, presso un unico seggio.
  • Vogliono modificare la finestra temporale in cui è possibile svolgere i referendum e anticipare i tempi della campagna referendaria! Con il rischio reale che possano essere indetti in un periodo ancora di restrizioni dovute alla pandemia.
  • In maniera arbitraria e senza un confronto con le parti sociali interessate vogliono fare tutti questi cambiamenti mentre le procedure dei REFERENDUM sono in corso!

Le giustificazioni addotte sono quelle relative al costo. Costo di che? Di una scelta popolare sul futuro del nostro paese? Dov’è il rispetto per i cittadini? Dov’è il rispetto per gli strumenti di democrazia partecipata? Di cosa hanno paura?

La commissione tra capogruppo consiliari indetta per i referendum si è espressa contraria a questi cambiamenti (5 consiglieri presenti: 3 pareri contrari, 2 a favore).

Il Paese che Vorrei vi invita a partecipare al Consiglio Comunale per guardare bene in faccia chi sta scrivendo un’altra pagina nera della storia di questo paese!




IL REFERENDUM E IL RISPETTO DELLE REGOLE RIGUARDANO TUTTI NOI.

 


sabato 15 gennaio 2022

CHE BALLE!

Il Sindaco ha più volte sostenuto a mezzo stampa che non sia vero che i referendum avrebbero dovuto tenersi entro il 2021, perché il Comitato non avrebbe consegnato le firme in tempo utile.

Il termine ultimo di raccolta firme per ottenere l’indizione dei referendum era il 15 marzo 2021.

Il termine di consegna delle firme per l’indizione del referendum entro l’anno era il 28 febbraio 2021 e due erano le finestre temporali previste per lo svolgimento delle consultazioni: primavera e autunno 2021.

Il 1 marzo, (il 28 febbraio era domenica, e, per legge, i termini sono prorogati al primo giorno feriale successivo) il Comitato ha consegnato un numero sufficiente di firme per garantirsi l’indizione della consultazione entro il 2021 e poi ha continuato a raccoglierne fino alla scadenza dei termini per consolidare il risultato. Quindi, per quanto riguarda il dettame regolamentare, perfettamente entro i termini.

Oltre i fatti, esiste poi lo spirito di una legge, (ratio legis) ovvero il fine per cui il legislatore l’ha emanata, il cui rispetto dovrebbe animare chi rappresenta le Istituzioni.

E lo spirito delle leggi sugli strumenti di partecipazione popolare in un paese democratico non è certo quella di tentare in ogni modo di ostacolare l’espressione e la partecipazione civica, come ha invece fatto il nostro Primo Cittadino, sia in fase di raccolta firme che dopo.

È facile rintracciare sulla stampa le dichiarazioni da lui rilasciate per allontanare di volta in volta (in spregio alla tempistica prescritta dal Regolamento oltre che al senso del ridicolo) l’obbligo in capo al Sindaco di indicare una data per le consultazioni.

Dopo la consegna delle firme, ha inaugurato la sagra della balla, prima dichiarando a gran voce che un referendum in primavera era impossibile e che la consultazione si sarebbe svolta il 3 ottobre – “come indicato dal Governo nazionale”; poi, all’approssimarsi di quella data, sostenendo che un referendum in autunno era impossibile e che la consultazione si sarebbe svolta in primavera del 2022 continuando però a non indirlo ufficialmente.

Ma perché, direte voi, tanta ritrosia nell’individuare ufficialmente una data? È presto detto: lo Statuto Comunale, all’art. 80 prescrive che, una volta stabilita una data, l’Amministrazione “deve sospendere ogni atto relativo alle questioni oggetto della consultazione”: cioè, nel nostro caso, deve interrompere ogni iter relativo a cimitero, farmacia, stabilimento Perla, parcheggi, piazza ex fungo. Ahaaa! Scoperto l’arcano: il referendum non viene indetto perché ciò significherebbe smettere, quantomeno temporaneamente, di lavorare alla svendita dei nostri beni comuni.

Chiusa anche la finestra autunnale, stanco di farsi menare per il naso, il Comitato ha deciso di ricorrere al TAR; raccogliendo fondi e pagando di tasca propria per veder rispettato un diritto costituzionale! E adesso, messo alle strette perché la questione è passata a organi istituzionali a lui superiori, Tidei, proseguendo nella sua indefessa attività di produttore di fandonie, sostiene che non c’era alcun bisogno di sollecitazioni!

Il tutto condito da affermazioni senza vergogna relativamente al fatto che, qualsiasi sia l’esito del referendum – cioè qualsiasi sia il voto espresso dai cittadini di Santa Marinella sulla cessione pluridecennale dei propri Beni Comuni – lui non ne terrà alcun conto perché evidentemente dell’opinione della comunità che amministra non sa che farsene.

Non proprio un bell’esempio di democrazia e di rispetto delle leggi, soprattutto da parte dell’esponente di un partito che si definisce democratico.