venerdì 5 agosto 2022

Non svendiamo la passeggiata.

Il Paese che Vorrei dice: NO al project financing voluto dal Sindaco e propone in alternativa un progetto sociale a beneficio dell’intera collettività.

I beni comuni appartengono alla collettività e un’amministrazione sana deve essere in grado di tutelarli e conservarli per le future generazioni. Questo principio spinge il Paese che Vorrei ad opporsi al project financing della passeggiata che il Sindaco torna a riproporre con un progetto tanto ambizioso e velleitario per grandiosità quanto dannoso ai fini degli interessi dei cittadini.

Il project ha come sua centralità la costruzione sotto la passeggiata di un grande ristorante aperto tutto l’anno e la creazione di un’isola di 1000 mq su piloni di legno nello specchio d’acqua antistante.

Serve a Santa Marinella? Noi pensiamo di no.

Ciò di cui ha bisogno la città è la ristrutturazione e messa in sicurezza della passeggiata, opera questa che lo stesso Comune può e deve fare a difesa del bene pubblico.

Proviamo a spiegare.

Sotto il profilo Economico. Attualmente il Comune incassa 350mila euro all’anno per la concessione dello stabilimento durante la stagione balneare. Nel project in questione, l’impresa darebbe al Comune la sola cifra annuale di 70mila euro. Di fatto il Comune rinuncerebbe a 280mila euro all’anno per i 20 anni previsti dalla concessione. Questi soldi possono essere usati a garanzia di un mutuo per 10/15 anni sufficiente a fare i necessari lavori.

Sotto il profilo Gestionale. Il project in questione privatizza di fatto un bene pubblico restituendo alla città essenzialmente un ristorante, cioè un’attività dal solo valore commerciale, il cui profitto è privato.

Il Paese che Vorrei ritiene invece che, con la necessaria ristrutturazione dello stabile, si possa inaugurare una politica sociale e culturale di grande valore per la città. Fermo restando la concessione dello stabilimento a privati per la stagione estiva, il Comune si farebbe promotore della destagionalizzazione della Perla del Tirreno stipulando un accordo con scuole di vela, kajak, beach volley, surf... e tante altre associazioni di carattere culturale e sportivo. Vorremmo cioè offrire ai nostri giovani l’opportunità di scoprire e praticare sport e attività legate al mare e portare un turismo alternativo che possa creare un indotto non trascurabile di visitatori tutto l’anno, che farebbe di Santa Marinella un polo sportivo a livello regionale e forse nazionale.

Sotto il profilo Architettonico. La ristrutturazione che prevediamo riguarda solo la messa in sicurezza dei magazzini sottostanti per ospitare il materiale delle associazioni, la creazione di una sala coperta per lezioni teoriche, briefing e incontri organizzativi. Non sarebbe più necessario sfasciare la parte centrale della passeggiata e rialzarla di almeno 60 centimetri, operazione funzionale solo al ristorante, ovvero ad un’attività di nessuna valenza sociale.

E infine l’isola. L’isola di 1000 metri quadrati, realizzata su piloni di legno, occuperebbe lo specchio di mare più bello e dell’unica spiaggia sabbiosa della città. Ricordando quanto sia stata difficile e devastante per l’ambiente marino la creazione della barriera negli anni 70, intraprendere di nuovo questa strada è demenziale...

Il progetto, una volta approvato in Consiglio Comunale, dovrà superare il vaglio della Sovrintendenza, della Capitaneria di Porto, della Regione ed essere accolto con favore da tutti gli enti preposti, oggi sempre più sensibili alla salvaguardia del territorio dal punto di vista ambientale ed architettonico. Un esito negativo di questa procedura potrebbe aprire la strada a pericolose azioni risarcitorie nei confronti del Comune con costi altissimi per la collettività.

Ci auguriamo che la proposta non passi in consiglio comunale. Noi ci adopereremo per questo.
Il Paese che vorrei