domenica 20 novembre 2016

Un albero in Comune




LA CICOGNA TRADITA PORTA UN ALBERO IN COMUNE

L’Amministrazione non onora l’impegno di piantare un albero per ogni nuovo nato (e molto altro ancora)

Siamo al 21 novembre, Festa Nazionale dell’Albero, e anche quest’anno nessuna sorpresa positiva da parte dell’Amministrazione. Per svegliare la Giunta dal torpore, abbiamo deciso di far recapitare dalla cicogna un albero che renda giustizia alla comunità, privata di un simbolo di speranza legato alle nuove nascite.

I nostri volontari, dopo averlo portato in corteo lungo le vie della città, hanno piantato un albero di leccio proprio nell’aiuola antestante l’entrata della sede comunale. Aiuola che fino a qualche anno fa ospitava un’altra pianta, abbattuta e mai sostituita.

Questa azione simbolica, vuole dar voce a tutti coloro che a Santa Marinella sono stanchi di assistere impotenti allo svilimento del patrimonio verde e alla stentata sopravvivenza di parchi, giardini, viali. Cittadini che si sentono umiliati dall’offrire una tale immagine della propria città.

venerdì 18 novembre 2016

Chi Siamo


Da oggi “Il Paese Che Vorrei” diventa la voce e il simbolo unitario di persone che hanno collaborato a numerose iniziative politiche, come i Piani per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche e Progetto Integrato Sviluppo Urbano; la Mozione a Tutela del Verde; il progetto per il Castello di Santa Severa; la promozione dell’Assemblea per la Piazza Partecipata e il costante sollecito per un Pia...no d’Emergenza Comunale.

Alcuni provengono da ACP e SEL, altri non hanno appartenenza politica. Condividono valori ed obiettivi indicati nel documento “Santa Marinella bene comune”.

Invitiamo tutti coloro che si riconoscono nei principi di questo documento a contribuire alla nascita di un movimento politico che superi finalmente controproducenti divisioni e diventi credibile alternativa al blocco di potere che governa la città.

Manifesto - Santa Marinella Bene Comune

Santa Marinella è un bene comune. Questo principio determina gli obiettivi, la scelta delle priorità, la destinazione delle risorse e ogni azione di governo. Dobbiamo scardinare un modello orientato all'interesse di parte e alla appropriazione delle risorse pubbliche.

Il territorio è un patrimonio collettivo da tutelare per perseguire la qualificazione ambientale e la creazione di servizi in grado di favorire il riequilibrio della ricchezza, la creazione di opportunità, la ricaduta occupazionale, lo sviluppo di un tessuto produttivo a beneficio di tutti.

L'ambiente è un prestito che riceviamo dalle generazioni future; per questo va gestito con una programmazione seria e di lunga portata che possa conciliare salute pubblica e produzione, sviluppo e sostenibilità, godibilità e tutela.

Migliorare la qualità della vita significa attuare interventi volti a migliorare lo spazio pubblico urbano e a ricostruirlo come luogo d'incontro, a connettere e qualificare le periferie, a recuperare spazi abbandonati, a immaginare luoghi e ad animarli con l'offerta di servizi. Ciò vuol dire mitigare le sacche di disagio sociale e innalzare il livello di sicurezza.

Credere nel bene comune vuol dire credere nella collettività e comporta il desiderio di investire su asilo nido, scuola, assistenza sociale, cultura, sport, verde, pulizia, opportunità per i giovani. Dobbiamo perseguire accessibilità, sostenibilità e benessere, nel rispetto della dignità di ogni cittadino, con particolare attenzione alle fasce più deboli. Tutti, nessuno escluso, devono poter godere dei beni comuni e dei diritti.

La città-bene comune: un patto che lega tutti alle stesse regole. Questo patto è saltato e le risorse economiche e ambientali sono utilizzate come strumento per la conservazione di potere e privilegi. È una tendenza che deve essere invertita attraverso concetti-guida di giustizia sociale, etica, trasparenza, legalità, che non sono bandiere per acquisire consensi ma valori da concretizzare nella pratica quotidiana. È quindi necessario ricostruire la cultura dei diritti sociali contro quella della elargizione di privilegi.

La qualità dell'amministrazione si misura in termini di qualità dei servizi e presuppone una condivisione strategica con i cittadini, la cui partecipazione è imprescindibile.
È necessario inoltre ridefinire gli obiettivi con chi opera negli uffici comunali, ricostruendo la dignità del lavoro anche nelle pratiche di esternalizzazione, troppo spesso strumento di sfruttamento o di finanziamento di reti clientelari.

Questo progetto-obiettivo va fondato sulla partecipazione, sul godimento dei diritti e sulla crescita culturale, morale e intellettuale di tutti: si tratta di attuare una trasformazione sociale che cancelli le insopportabili logiche di gestione del potere a beneficio di pochi e inauguri una fase di pianificazione strategica condivisa, in grado di generare ricchezza nel rispetto delle pari opportunità. È il concreto sforzo di una comunità che vuole investire nel proprio futuro, un'occasione per migliorare la qualità della vita in armonia con un'idea di progresso sostenibile per la comunità e per l'ambiente.

Diamo il benvenuto a chi vuole partecipare al cambiamento.

mercoledì 16 novembre 2016

PORTO ODESCALCHI: CENT’ANNI DI CONCESSIONE (VENT’ANNI DI SOLITUDINE)




Sono passati vent’ anni (12 novembre 1996) da quando il Comune di S. Marinella ha approvato la convenzione con la Società Porto Odescalchi (ora Porto Romano) della durata di cento anni. La società s’ impegnava a ingrandire il porto e a rinnovarlo a sue spese in cambio di un canone annuale davvero esiguo.

Da allora i lavori di ampliamento non sono mai iniziati, le amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo non si sono mai preoccupate di controllare il rispetto dei vincoli imposti (uno per tutti il divieto di mantenere occupate aree a terra per mantenere le barche “a secco”) e tutti gli accordi sottoposti alla società per l’avvio dei lavori sono puntualmente stati disattesi, per mezzo di ricorsi legali che hanno visto il Comune sempre perdere i contenziosi in ogni sede.