domenica 25 febbraio 2018

Intervista a Lorenzo Casella, candidato sindaco con Il Paese Che Vorrei

Pubblichiamo il testo integrale dell'intervista di Beatrice Pucci per Baraonda News, che per comprensibili ragioni editoriali è stata pur se in minima parte ridotta

Santa Marinella, intervista esclusiva a Lorenzo Casella, candidato sindaco con ‘il paese che vorrei’

Casella: ‘Per noi la politica è, e deve rimanere al servizio di tutti, per il bene di tutti’





1) Chi è Lorenzo Casella e come si è avvicinato alla politica? Come nasce il desiderio di mettersi alla prova come sindaco di questa città?

L’importante non è chi è Lorenzo ma il valore delle persone che compongono “il paese che vorrei”. Non ho il desiderio di mettermi alla prova come sindaco; ho invece una grande voglia di cambiamento e se le persone con cui condivido analisi, idee, obiettivi e progetti ritengono che attraverso la mia persona ci si possa riuscire, non posso tirarmi indietro.

Il mio rapporto con la politica è semplice. Sono entrato in contatto con l’attivismo negli anni 70. Altro contesto sociale, altro mondo, altra storia. In quegli anni ho maturato il desiderio di un mondo migliore, da conquistare attraverso l’impegno e la partecipazione. Non solo nell’impegno politico ma anche nel lavoro, negli affetti, nel rapporto con gli altri. Quell’esperienza mi ha insegnato che l’attivismo non si esaurisce partecipando a una riunione ma anzi incomincia proprio quando, uscendone, ti confronti con il mondo che c’è e scegli di agire alla luce dei valori e degli obiettivi individuati. I valori sono la bussola, l’attività politica è, per me, soprattutto condivisione. Proprio per questo in questa importante battaglia non sarò solo.

2) I tre punti più significativi ed ipotetici del suo programma elettorale?

Il nostro è un programma di risanamento inteso nel senso più esteso dalla parola. Ci sarà molto da fare per riportare sotto controllo la situazione di bilancio, martoriato dalla passata amministrazione, e restituire ai cittadini i servizi di cui per troppo tempo sono stati privati. Ci vorrà correttezza, trasparenza e tanto lavoro.

I tre punti cardine della nostra azione sono: lavoro, giustizia sociale e tutela ambientale. Dobbiamo offrire prospettive e speranze sotto il profilo economico cancellando le logiche di spartizione clientelare che favoriscono pochi soffocando il benessere generale. Dobbiamo costituire nuove opportunità di lavoro attraverso la riqualificazione dei beni comuni, della costa, degli spazi pubblici, dell’ambiente, dell’offerta turistica e della cultura dell’accoglienza.

Puntiamo a superare la stagione estiva come unica fonte di ricchezza. Attraverso un corretto utilizzo delle risorse e dei servizi possiamo creare attività ed eventi ben aldilà dei due mesi estivi. Inoltre, attraverso un’offerta di qualità nel settore culturale, in quello delle attività sportive e nell’ambito delle attività legate all’ambiente naturale, potremo trasformare Santa Marinella e Santa Severa in un polo di riferimento di livello nazionale.

Siamo determinati a portare su questo territorio nuove risorse economiche attraverso l’elaborazione di progetti mirati alle linee guida del Fondo Sociale Europeo e del Fondo Strutturale Europeo. Si tratta di due voci di finanziamento a disposizione dei comuni che si dimostrano in grado di individuare obiettivi e strategie per lo sviluppo sociale ed economico. In questo ambito abbiamo diversi progetti ma non si tratta solo di un’elaborazione tecnica. Il lavoro consiste principalmente nell’individuare le potenzialità, censire le professionalità e armonizzarne la proposta e l’offerta in una strategia progettuale comune.

Tutti saranno coinvolti e protagonisti: amministrazione comunale, associazioni culturali, commercianti, operatori economici e cittadini.

3) Qual’è il suo pensiero circa la vecchia amministrazione e per quale motivo i cittadini alle elezioni dovrebbero fare il suo nome?

La passata amministrazione è per fortuna passata; speriamo di poterla dimenticare al più presto. Non capita a molti il privilegio di amministrare un territorio per dieci anni consecutivi. Parlo di privilegio perché due mandati dovrebbero consentire di realizzare e consolidare gli obiettivi. Qui, invece, siamo tornati indietro. I servizi che un tempo avevamo ora non ci sono più; parlo di scuola, di impianti sportivi, di decoro degli spazi pubblici, di energie positive dei cittadini e di cultura della società. Sinceramente, non mi sento di attribuire tutta la responsabilità alla recente amministrazione perché sono almeno vent’anni che i nostri amministratori locali hanno gestito in una logica di spartizione del potere mortificante per l’economia e la cultura sociale del territorio.

Noi non siamo persone di potere ma di servizio. Crediamo nell’attività politica come opportunità per promuovere valori di uguaglianza, di giustizia sociale, di tutela dell’ambiente. Crediamo in un’economia finalizzata, non al tornaconto di pochi, ma al perseguimento del benessere e della felicità, per tutti e con la partecipazione di tutti. Se gli elettori vorranno partecipare e contribuire al perseguimento di questi obiettivi troveranno nella mia persona il loro portavoce.

4) Se venisse scelto come sindaco di Santa Marinella la prima cosa che farebbe?

Nella prima settimana farei una serie di incontri di lavoro con il seguente ordine del giorno: spiegare gli obiettivi, ascoltare le criticità e accogliere i suggerimenti, condividere il piano operativo.

Il primo incontro sarebbe con il personale dell’amministrazione comunale. Penso che il livello di democrazia si possa valutare in base alla qualità dei servizi che l’amministrazione eroga sul territorio e su questo punto i dipendenti del Comune sono una risorsa e saranno sempre più protagonisti responsabili e consapevoli dell’importanza del proprio ruolo.

Gli altri incontri riguarderebbero i diversi ambiti strategici: operatori del commercio, operatori del settore turistico, associazioni culturali, associazioni sportive, associazioni di tutela ambientale.

Infine, incontrerei i cittadini per condividere con loro i passi da compiere a breve e medio termine.

Dopo di che, al lavoro per ripristinare la legalità e dare il via alla realizzazione di progetti per lo sviluppo del nostro territorio.

5) Cosa ne pensa invece del candidato Pietro Tidei, concorrente alle comunali?

Me lo conferma lei? È certo che Pietro Tidei si candidi alle elezioni? Glielo domando perché non ho ancora capito se è una decisione già presa o solo l’auspicio di alcuni …

Si, ci risulta che Tidei sia il candidato del PD con alcune liste in coalizione.

Peccato, speravamo di realizzare una coalizione che comprendesse anche il PD e proprio per questo la mia candidatura costituisce una proposta aperta alla discussione. Per noi l’elemento non negoziabile è il progetto per il territorio; se insieme alle altre forze in campo si dovesse individuare una figura che meglio di me possa agevolare l’unità e la condivisione, sono pronto a fare un passo indietro. Ma con Pietro Tidei non è possibile perché, per noi, appartiene al passato. Non dimentichiamo le smanie edificatorie dei piani integrati, cemento utile solo a aumentare il volume di case vuote. Oggi, l’edilizia deve essere riqualificazione e non cementificazione. Vogliamo migliorare il nostro ambiente e non finire di distruggerlo. Non ci siamo proprio. Per il suo passato e per il presente la partecipazione di questa persona nella scena politica amministrativa costituisce per noi un conflitto di interessi improponibile. Non abbiamo nulla contro l’imprenditoria se è disponibile a portare avanti le attività in maniera etica con l’obiettivo di concorrere allo sviluppo sostenibile e, soprattutto, se non ha la pretesa di gestire in prima persona le leve della politica. Per noi la politica è, e deve rimanere, al servizio di tutti per il bene di tutti. Anche il solo sospetto che ciò non avvenga è un danno per la credibilità delle istituzioni.

6) Elezioni regionali, qual’è il suo pensiero sui vari candidati alla Regione? Cosa potrebbero dare al territorio?


Il governo della Regione ha un’importanza determinante per le amministrazioni comunali. Le Regioni istituiscono i piani di finanziamento e gestiscono gran parte dei fondi europei. Sempre le Regioni elaborano il Piano Operativo e le linee guida per la valutazione dei progetti presentati dai comuni; ma c’è anche un piano politico.

È importante poter discutere con i rappresentanti del Consiglio Regionale perché in quella sede le istanze e le proposte del territorio possono essere sostenute e portate avanti. Quando ci siamo riusciti abbiamo ottenuto importanti risultati. Non ci dimentichiamo che cinque anni fa, con la giunta regionale di centrodestra, stavamo per perdere il Castello di Santa Severa la cui svendita è stata scongiurata dall’insediamento di Nicola Zingaretti alla presidenza della Regione. La battaglia a suo tempo intrapresa dal Comitato Castello e proseguita con le proposte messe in campo dalle forze che oggi si riconoscono ne “il paese che vorrei” ha incontrato l’appoggio dei consiglieri Marta Bonafoni e Gino De Paolis. Con loro, così come con altri esponenti della giunta Zingaretti, siamo certi di poter proseguire la battaglia per lo sviluppo futuro del castello, occasione imperdibile per l’offerta turistica di qualità e per la creazione di opportunità di formazione professionale e di lavoro qualificato. È anche il caso dell’istituzione del monumento naturale di Pyrgi, un’area di grande pregio ambientale e archeologico per cui si è battuto il “Comitato 2 ottobre” trovando il supporto necessario nell’attività della consigliera Cristiana Avenali.

Si tratta di due importanti risultati per Santa Marinella, esempio di come la condivisione di valori e obiettivi, unitamente al lavoro di squadra di persone interessate al bene comune, possano portare vantaggi sui territori.

7) Uno dei pregi che più la rappresenta e che potrebbe caratterizzare la sua campagna elettorale?

Credo di poter dire di essere una persona affidabile. Mi impegno e ci metto l’energia. Quando poi, come in questo caso, mi muovo in rappresentanza di una collettività, si aggiunge il senso di responsabilità nei confronti degli altri, soprattutto di quelli che con entusiasmo e altruismo hanno deciso di lottare insieme per il bene di tutti.

Ma non sono la persona più indicata per parlare dei miei eventuali pregi. Meglio rivolgere questa domanda a chi ha avuto la generosità di volermi come candidato sindaco.


giovedì 8 febbraio 2018

Il Paese che vorrei e le alleanze

La lista civica ha già incontrato molti gruppi e resta aperta al dialogo


Il primo impegno de Il Paese che vorrei è quello di stringere l’alleanza che più ci sta a cuore: quella con i cittadini basata sui valori e sui progetti che, da anni ormai, stiamo elaborando e discutendo in un approccio di partecipazione e condivisione.

La nostra lista nasce come alleanza di diverse componenti politiche e dalla volontà di costituire un soggetto politico unitario per rispondere alle esigenze del nostro territorio. Questa iniziativa, partita dall’adesione di alcuni attivisti di Sinistra Ecologia e Libertà, un’Altra Città è Possibile, Rifondazione Comunista, PD e di tutti i partecipanti dell’omonima associazione politica, vede ora il coinvolgimento attivo di molti cittadini.

Per quanto riguarda il rapporto con gli altri gruppi politici, in questi mesi abbiamo incontrato gli esponenti del Movimento 5 stelle, PD, Progetto Centro, Circolo Sandro Pertini, Campo Neutro, Pensiero Popolare e il Gruppo LabDem. Ossia tutti quei gruppi che si sono dichiarati alternativi alle forze politiche che hanno fatto scempio del nostro territorio e della sua economia.

A tutti abbiamo esposto i nostri valori, i nostri propositi e i nostri obiettivi. Abbiamo inoltre comunicato la disponibilità della lista a individuare una candidatura condivisa alla carica di sindaco qualora si ritenga collettivamente che qualcuno, meglio di Lorenzo Casella, possa interpretare questo ruolo in maniera inclusiva. 

L’unica formazione con cui si è interrotto il confronto, è quella del PD. Questo è avvenuto perché la scelta di Pietro Tidei come candidato sindaco non può che trovarci su fronti opposti. Il Paese che vorrei non può appoggiare una candidatura che costituisce un conflitto di interessi insopportabile e rappresenta la continuità con il sistema di potere e di vincoli che da anni mortifica la nostra collettività. Rispetto a questo scenario, la lista “il paese che vorrei” e le formazioni che si vorranno riconoscere in questo progetto di cambiamento, sono oggi e saranno sempre alternative.

Per noi, la politica è interesse collettivo e non culto della persona, spirito di servizio e non esercizio del potere, collaborazione e condivisione e non sudditanza e asservimento a un sistema che riteniamo dannoso sia sul piano culturale sia sotto il profilo dello sviluppo di un’economia sana e consapevole del valore dell’ambiente e del bene comune.

giovedì 1 febbraio 2018