mercoledì 23 ottobre 2019

Parcheggi al castello, eppure bastava poco!


Incomprensibile ostilità della maggioranza a soluzioni a vantaggio del territorio, della qualità della vita, della trasparenza e dell’efficacia amministrativa.


Avremo un parcheggio a pagamento al Castello di S. Severa; finalmente non più abusivo e questa è una buona notizia. Avremmo potuto ottenere di più e di meglio ma la sudditanza nelle trattative caratterizza l’operato della maggioranza.
Nell’ultimo Consiglio Comunale, si è discusso di un progetto per la sistemazione dell’area parcheggio antistante il Castello di Santa Severa, presentato da LazioCrea(Regione Lazio). Il Progetto, condivisibile sotto il profilo architettonico perché a basso impatto ambientale, prevede l’assenza di pavimentazioni impermeabili; l’illuminazione a led e l’utilizzo di materiali naturali per le delimitazioni degli spazi.
Le opposizioni, che hanno espresso interesse per il progetto architettonico in sé, hanno riscontrato però due gravi carenze sotto il profilo sociale e gestionale.

1-Dal punto di vista sociale e turistico “il Paese che Vorrei” ha proposto un intervento finalizzato a collegare il Castello al centro abitato di Santa Severa tramite un percorso pedonale, accessibile e ciclabile. 
Si trattava di prevedere la riqualificazione del sentiero esistente ma abbandonato, pieno di buche e ostacoli, per offrire agli abitanti una mobilità alternativa all’uso della macchina. Chiediamo troppo? Oppure per consentire di fare cassa con il parcheggio a pagamento bisogna evitare che qualcuno possa raggiungere il castello a piedi, in bicicletta o in carrozzina?
Questa integrazione avrebbe rappresentato l’opportunità per agevolare la mobilità alternativa e rendere il percorso piacevole e accessibile a tutti tramite l’abbattimento delle barriere e la dotazione di illuminazione e di panchine per sostare e riposare. Insomma, un percorso capace di migliorare la qualità della vita per cittadini e per turisti. Un’integrazione mirata a rendere il nostro territorio più funzionale, più accessibile, più accogliente e più bello attraverso un intervento che LazioCrea e la Regione avrebbero potuto finanziare al posto di una scarsamente utile pista ciclabile, prevista nel progetto, che collegherebbe il Castello con l’Aurelia. 
Perché non è stata accettata? Perché, come riportato in Consiglio, la Giunta Tidei prevede la realizzazione di una strada carrabile larga 6 metri, utile solo ad aggiungere traffico al traffico. Per questa strada il Comune prevede un costo di € 780mila a nostro carico. Una cifra incomprensibile per un Comune in dissesto che invece avrebbe potuto fare un importante intervento, a costo zero, nella direzione della riqualificazione ambientale sostenibile sul percorso tra il Castello e il paese. 

2 –Sotto il profilo amministrativo/gestionale, “il Paese che Vorrei” ha chiesto che il progetto prevedesse una convenzione tra LazioCrea e il Comune di Santa Marinella, per disciplinare la gestione del servizio parcheggio, sostenendo che, prima di approvare un progetto che concede a LazioCrea la disponibilità di un’area messa a reddito grazie a una nostra variante urbanistica, il Comune dovrebbe assicurarsi di ottenere condizioni “scritte” in grado di sancire un beneficio gestionale. Durante il Consiglio si è parlato di presunte cifre e accordi preesistenti e, su questa base, la maggioranza si è opposta anche a questa richiesta. Ciò rende l’operazione opaca e sottomette ancora una volta il nostro Comune al gestore del Castello.
L’ottuso voto di ubbidienza della maggioranza non è utile ai cittadini e finché questa resterà sorda a ogni ragionamento sulle proposte di chi s’impegna per il bene comune, siamo destinati a perdere occasioni per realizzare le opere di proficua riqualificazione ambientale, sociale ed economica di cui avremmo tanto bisogno.

sabato 12 ottobre 2019

Le case di via Elcetina: un bell'impiccio




Allora: c’è un immobile con più di 70 appartamenti invenduti a Via Elcetina; sono pressoché finiti, mancano solo gli infissi e alcuni lavori di impiantistica. La proprietà è di un gruppo di imprenditori immobiliari che non è riuscito a completare l’opera.

L’immobile è lì da anni: nessuno lo compra.

Ci sono, poi, decine di famiglie senza casa, che hanno fatto domanda di assegnazione di un alloggio e rivendicano il proprio diritto a un’abitazione.

L’ATER, l’ente che cura l’edilizia popolare, allora si fa avanti, chiedendo ai proprietari di vendergli l’immobile, per poterlo assegnare agli aventi diritto, nel rispetto delle graduatorie.

L’operazione di ATER è ineccepibile e assolutamente vantaggiosa:
per la prima volta sul nostro territorio, si compie una riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente adeguando anche la classe energetica dell’immobile;
si rendono gli appartamenti disponibili in pochi mesi, creando alloggi per le famiglie più svantaggiate, a consumo di suolo zero. 
La trattativa va avanti nel disinteresse del nostro Comune; il nostro Sindaco ha altri progetti in mente. A settembre sembra quasi fatta, poi, il colpo di scena. Le ditte proprietarie interrompono le trattative.
Il motivo è misterioso soprattutto se si pensa che fino ad oggi nessuno le voleva, quelle case: ci si chiede perché mai, all’improvviso, dopo anni di disinteresse e mesi di trattative, l’acquisizione non vada in porto.

Le chiacchiere girano: qualcuno avrebbe offerto di più di quello che offre ATER. Ovviamente non per fare edilizia popolare ma per fare business. Di nomi, ne girano e sono più o meno quelli dei “soliti noti”. Nessuno ha certezze ma sicuramente è qualcuno che può permettersi di immobilizzare il capitale in attesa che il mercato immobiliare riparta; qualcuno che, per soddisfare la propria sete di affari, è disposto a calpestare le esigenze di famiglie in difficoltà che aspettano, con sempre meno speranze, di avere una casa.

Ma il Sindaco, coglie l’occasione per dare finalmente sfogo alla sua libidine edificatoria: mi faccio dare da Arsial dei terreni agricoli, li trasformo in edificabili e ci faccio costruire un po’ di palazzine: alcune da vendere sul mercato, altre da far costruire ad ATER. Così,in barba a tutti i vantaggi del progetto ATER su via Elcetina, facciamo finta di dare una risposta al problema.

Questa, infatti, non è una soluzione perché, purtroppo:
tra acquisizioni, varianti urbanistiche, trasformazioni, passaggi in Regione, nulla osta di varia natura, progettazione, gare d’appalto, edificazioni e collaudi, queste case saranno pronte tra almeno 10 anni, alla faccia di chi la casa non ce l’ha;
gli appartamenti previsti per l’assegnazione ad ATER non riuscirebbero a soddisfare neanche la metà delle richieste ad oggi pervenute;
altri edifici andranno ad aggiungersi ai tanti immobili invenduti disseminati nel nostro Comune, con un inutile, ulteriore, consumo di suolo.

Ma queste sono quisquilie, perché, alla fine, ci guadagnano in tanti: ci guadagna il misterioso acquirente delle case di via Elcetina che, in nome di San Profitto, sfrutta la situazione e sottrae a chi è più fragile gli appartamenti che potevano soddisfare in breve tempo la richiesta abitativa; ci guadagna chi costruirà sull’area che ARSIAL darà al Comune, facendo contenti i sostenitori del “cemento innanzi tutto”. Ci guadagna, politicamente, anche il Sindaco che come minimo dirà di averci messo una pezza: cosa che ha già cominciato a raccontare.

Quindi ci guadagnano tutti? Purtroppo no. Restano fuori, guarda caso, proprio quelli che la casa la aspettano da anni e chissà quanto dovranno aspettare ancora e ci perde il territorio che continuerà ad essere martoriato da speculazioni edilizieprive di ogni logica del bene comune e senso digiustizia sociale.

Ma si sa, gli schiaffi li prendono sempre gli stessi, almeno fino a quando i cittadini di Santa Marinella non pretenderanno il rispetto dei propri diritti e del proprio territorio.

mercoledì 2 ottobre 2019

QUANDO RIAVREMO GLI ALBERI AL MAIORCA?

Ieri in Consiglio, l'Assessore Minghella ha dichiarato che presto ACEA pianterà nuovi alberi in sostituzione dei pini abbattuti (per effettuare lavori agli impianti sottostanti). Molti cittadini gradirebbero sapere precisamente per quando è stato fissato l'effettivo avvio dei lavori di ripiantumazione e quali alberature siano state previste in sostituzione dei pini. Confidiamo naturalmente che tutto verrà fatto osservando le prescrizioni previste dal Regolamento comunale del verde.