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martedì 19 giugno 2018

Il Paese che Vorrei: diamo fiducia alla coscienza e alla capacità di analisi dei nostri elettori


"Il Paese Che Vorrei" ha scelto di non effettuare alcun apparentamento né alcun accordo con i candidati concorrenti al ballottaggio per la carica di Sindaco. L'assemblea del “Paese Che Vorrei”, per ragioni estremamente diverse, non trova nelle due coalizioni e nei due candidati le motivazioni per dare un sostegno formale, né per fornire indicazioni di voto. SAREMO IN OGNI CASO FORZA DI OPPOSIZIONE.

Sul fronte del centrodestra, oltre alla conclamata incapacità amministrativa e alla gravissima responsabilità di aver portato questa città al fallimento e allo sbando, pesa una distanza incolmabile su valori e obiettivi. Nei confronti di costoro siamo e sempre saremo distanti e alternativi. Vediamo nelle pratiche dell’attuale Governo nazionale di questi giorni, il manifestarsi una politica razzista, omofoba, reazionaria e inumana lontanissima da tutto ciò in cui crediamo.

Diventa sempre più necessario contrastare questa deriva contrapponendole i nostri valori e cercando di far rinascere una forza di centro sinistra che possa costituire un riferimento e un modello etico sia nelle istituzioni che nella società civile. Ma per riuscirci non è possibile prendere scorciatoie.

Grande è la distanza nelle linee programmatiche e negli obiettivi tra noi e il raggruppamento che si riconosce nella candidatura di Pietro Tidei. Ma lo è ancora di più nelle scelte orientate alla gestione del potere, nel modo spregiudicato di intendere la politica, nell’abbandono della difesa dei beni comuni. Inoltre, l’eterogeneità delle persone coinvolte nella sua coalizione vede la partecipazione di figure lontane anni luce dai nostri valori e che fino a pochi mesi fa sostenevano l’amministrazione Bacheca o facevano il saluto romano. Sono tutti questi elementi ad aver minato il patrimonio umano del centrosinistra e la sua unità.

Un ultimo elemento di riflessione sulla possibilità che “il Paese che Vorrei” ottenga la rappresentanza di un consigliere nel futuro Consiglio comunale. Questa condizione si realizzerà solo in caso di vittoria di Tidei. Riteniamo che questa circostanza non debba forzare l’orientamento di nessuno. I nostri iscritti e simpatizzanti valuteranno questa opportunità e esprimeranno il proprio voto secondo coscienza.

Poi da forza di opposizione, proseguiremo insieme il nostro percorso che mira al confronto e alla costruzione di un terreno comune per le persone che si riconoscono nei nostri valori. Lo faremo per il nostro territorio che ha assoluta necessità di voltare pagina. Forti anche della grande partecipazione che ha caratterizzato la nostra campagna elettorale e dell’ottimo risultato ottenuto, riprenderemo con energia la nostra attività politica articolata in battaglie e progetti con al centro la giustizia sociale, i diritti, la tutela democratica, l'accoglienza, la valorizzazione dell'ambiente, lo sviluppo sostenibile.

Il Paese che Vorrei



lunedì 11 giugno 2018

Il ballottaggio può attendere!



IL BALLOTTAGGIO PUÒ ATTENDERE!

Questo è il momento di festeggiare e gioire per il magnifico risultato ottenuto! Sembrava impossibile che una lista come la nostra, che per la prima volta si affacciava sul panorama politico cittadino, presentando tutte persone nuove alla ribalta elettorale, potesse arrivare a competere con colossi che a livello nazionale vantano oltre il 30% dei consensi o con chi calca le scene politiche nostrane da oltre quaranta anni! Eppure ci siamo riusciti!

Oggi ci hanno chiesto se siamo sorpresi del risultato ottenuto. Abbiamo potuto rispondere francamente che ce lo aspettavamo, perché eravamo sicuri della bontà della proposta politica che mettevamo in campo e del progetto che presentavamo. E allora adesso possiamo festeggiare e rallegrarci di quanto abbiamo raccolto. E lo faremo insieme a tutta la nostra gente, quella che ci ha accompagnato durante tutto il cammino. Siete voi la nostra forza, siete voi a darci la carica per andare sempre oltre l’ostacolo. 

Festeggiamo e per il momento non pensiamo ad altro. Per il ballottaggio del 24 giugno Il Paese che Vorrei non ha preso ancora nessuna decisione. Lo farà al più presto, ovviamente, in maniera collegiale e nel modo più trasparente e partecipato possibile, come ha sempre fatto in questi anni. Lo dichiariamo ufficialmente e chi dovesse dichiarare il contrario sta artatamente mentendo. Ringraziamo ancora tutti per il supporto e la fiducia che ci avete dato. Siete stati fantastici. Ora festeggiamo e poi come al solito di nuovo tutti a lavoro per il bene di Santa Marinella. Per il bene dei suoi cittadini.

lunedì 14 maggio 2018

Il nostro programma

Di seguito le pagine del nostro programma in formato immagine. Per una lettura più agevole si consiglia di scaricare il file pdf originale (con un'impaginazione leggermente diversa) cliccando qui






sabato 5 maggio 2018

La parola ai cittadini!

Il Paese che Vorrei renderà operativi gli strumenti di partecipazione alla vita amministrativa.



In questa città, la partecipazione popolare non è possibile. Non perché manchi nei cittadini il desiderio di essere parte attiva nella vita pubblica ma perché chi ci ha governato fino ad ora se ne è infischiato.

Da questa considerazione è partita la prima di una serie di assemblee che “Il Paese che Vorrei” ha in calendario per approfondire alcuni punti del programma con i cittadini.

Gli strumenti di partecipazione popolare, previsti dalla Costituzione, che considera la partecipazione un diritto fondamentale, dalle normative degli Enti locali e dallo Statuto comunale, a Santa Marinella non possono essere praticati.

Come illustrato dai relatori Alessio Cangini, Andrea Riga e Daniele Renda, la nostra città vanta il non invidiabile primato di prevedere, in percentuale, il maggior numero di firme per presentare mozioni/petizioni popolari e referendum consultivi. A fronte di una media nazionale del 10%per i referendum consultivi, la nostra città fissa la soglia al 35%. Anche per le petizioni il numero di firme richiesto è spropositato. In entrambi i casi diventa impossibile avanzare istanze e proposte.

In più,raggiunto il quorum richiesto, ci si imbatte nel problema dei regolamenti operativi, previsti dallo Statuto comunale ma inesistenti. Dal 2001 (anno di approvazione del documento) nessuna delle quattro amministrazioni che si sono susseguite -Bordicchia, Tidei, Bacheca 1 &2- si è preoccupata di redigerli e di approvarli. Chi ci ha governato, evidentemente, è interessato alla nostra partecipazione solo al momento del voto che, nonostante tutto non mancano mai di chiederci, per poi dimenticarsi di noi.

Negli anni, “Il Paese che Vorrei” ha proposto una serie di petizioni/mozioni popolari. Per il rispetto del regolamento del verde; per bloccare il progetto per la piazza centrale sbagliato ed economicamente insostenibile; per approvare il Piano di Emergenza Comunale; per dire di no al project financing per la passeggiata; per migliorare l’edilizia scolastica e riaprire gli impianti sportivi.

Queste azioni, però, si sono scontrate con il disinteresse di chi ci ha governato. Un’amministrazione che evidentemente non riesce a comprendere l’importanza del contributo delle persone alla vita politica e il fattore di crescita che questo può e deve rappresentare, soprattutto sui temi che riguardano la città, i beni comuni, i servizi, il lavoro, la qualità della vita.

“Il Paese che Vorrei” è convinto che sia essenziale continuare a promuovere la partecipazione ed esprime l’impegno ad apportare allo statuto le modifiche necessarie a rendere possibili le iniziative popolari, abbassando il numero delle firme richieste e ad approvare i regolamenti ignorati per quasi vent’anni. È necessario inoltre che il Consiglio comunale si svolga in orari che agevolino la presenza dei cittadini; che se ne realizzi la trasmissione radiofonica o in streaming; che si rendano operativi il Consiglio dei giovani e lo strumento del Bilancio partecipato.

Nel saluto di chiusura, che ha seguito l’intervento di Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e Coordinatore nazionale di “Italia in Comune”, che ha espresso il pieno sostegno a “Il Paese che Vorrei”, il candidato sindaco Lorenzo Casella ha con forza ribadito come il rilancio di questa comunità debba partire dal rispetto per i suoi cittadini e quindi dal loro coinvolgimento nelle attività decisionali. “Il Paese che Vorrei” intende restituire a tutti il diritto di partecipare alla crescita del nostro territorio.





giovedì 29 marzo 2018

Il Paese che Vorrei apre la campagna elettorale: dura critica a chi invoca il default del Comune.




Sabato 24 marzo, il Paese che Vorrei, ha festeggiato con iscritti e simpatizzanti l’apertura della campagna elettorale. Lo scorso 10 dicembre, l’associazione in campo da anni sul territorio, ha annunciato la presentazione di una propria lista alle prossime elezioni comunali.


La grande partecipazione all’assemblea testimonia il profondo desiderio di condivisione e la voglia di voltare pagina partecipando a un progetto concreto di sviluppo della città. Davanti ai molti presenti, il candidato sindaco, Lorenzo Casella, ha espresso un totale disaccordo nei confronti di chi, da mesi, invoca la dichiarazione di dissesto finanziario per il nostro Comune.

“La dichiarazione di dissesto è un fatto tecnico che riguarda il rapporto tra i debiti contratti e la relativa possibilità di risanarli e speriamo che questa eventualità sia scongiurata” – ha sostenuto con preoccupazione – “perché il default finanziario di un Comune si traduce in una serie di automatismi che ricadono sulla collettività. Significa imporre tasse alla massima aliquota a tutti, contrarre l’erogazione dei servizi ai cittadini e aumentare le tariffe dei servizi che non possono essere sospesi. Significa anche l’impossibilità di contrarre mutui per la realizzazione di progetti di sviluppo ma il vincolo a contrarne unicamente per estinguere il debito. Significa infine, la svendita dei beni pubblici, la liquidazione di ciò che è rimasto tra i beni patrimoniali comunali e altre eventuali azioni fortemente penalizzanti”.


A pagare il prezzo di tutto questo sarebbero i cittadini. Con quale senso di responsabilità si può invocare una cosa del genere?

Il discorso è continuato evidenziando la necessità di creare le condizioni per trasformare Santa Marinella e Santa Severa. “Com’è possibile limitare la stagione turistica a soli 2 mesi l’anno con le potenzialità di cui disponiamo? L’amministrazione in questo ha un ruolo centrale perché deve affiancare le imprese e le associazioni offrendo loro il supporto e la collaborazione necessari a pianificare attività l’intero anno. In questo modo sarà possibile diventare un punto di riferimento e produrre un indotto significativo nei settori del commercio, della ristorazione e dell’accoglienza turistica”.

È stato inoltre ricordato il progetto, presentato dal Paese che Vorrei con l’adesione di molte associazioni di Santa Marinella, per la qualificazione del Castello di Santa Severa come luogo di cultura di arte e di formazione, approvato dai Comuni del comprensorio e anche dal nostro, che lo ha poi abbandonato in un cassetto.


Infine, Lorenzo Casella ha duramente attaccato la proposta di project-financing per la costruzione del Municipio. “Ancora si parla della necessità di un Municipio (con due o tre piani di parcheggi sotterranei e centro commerciale, naturalmente per invogliare il finanziatore). E questa “grande opera” ha come obiettivo che il Sindaco e il Consiglio possano disporre di spazi “all'altezza del ruolo”. Noi diciamo NO: finché il Sindaco e il Consiglio non garantiranno una migliore qualità della vita ai cittadini possono tranquillamente rimanere dove stanno. Prima conquistiamo il progresso sociale in termini di occupazione e di riqualificazione ambientale e poi vedremo di dare alla classe politica quello che avrà dimostrato di meritare”.





Nel video qui sopra alcuni momenti dell'incontro



lunedì 12 marzo 2018

Il Paese che vorrei smentisce quanto riportato nell’articolo “Centrosinistra, ancora una fumata nera” apparso su La Provincia.

Nell’articolo Centrosinistra, ancora una fumata nera pubblicato lo scorso 10 marzo su La Provincia si asserisce che nel corso di una riunione fra le varie forze del centrosinistra di Santa Marinella sarebbero emerse le indisponibilità del Pd e del Paese che Vorrei a fare un passo indietro ai rispettivi candidati sindaci, determinando così una posizione di stallo; si scrive, altresì, che il Paese che vorrei ha richiesto in più occasioni di ricorrere allo strumento delle primarie di coalizione.

Entrambe le affermazioni dell’articolo risultano false: nel corso dell’incontro il PD è risultato essere l’unica forza politica indisponibile a considerare ipotesi di candidato sindaco che non fossero quella di Pietro Tidei, candidatura, peraltro, che palesemente nel corso della riunione, non ha riscosso adesioni da parte degli altri partecipanti. Il Paese che vorrei ha invece ribadito, come sempre pubblicamente espresso, che la candidatura di Lorenzo Casella può essere ridiscussa in caso di un generale accordo della coalizione su altro nome.

La candidatura di Tidei è stata giudicata divisiva e tale da non permettere una aggregazione del centro sinistra; la riunione ha infatti evidenziato come l’arroccamento dimostrato non consente in alcun modo di convergere su una alleanza plurale ed ampia.

Altrettanto falsa risulta la riportata posizione de Il Paese che Vorrei circa le primarie di coalizione: non le abbiamo mai richieste, nella convinzione che una coalizione seria che si candida al governo di una città debba essere in grado di convergere su un soggetto rappresentativo condiviso.


domenica 25 febbraio 2018

Intervista a Lorenzo Casella, candidato sindaco con Il Paese Che Vorrei

Pubblichiamo il testo integrale dell'intervista di Beatrice Pucci per Baraonda News, che per comprensibili ragioni editoriali è stata pur se in minima parte ridotta

Santa Marinella, intervista esclusiva a Lorenzo Casella, candidato sindaco con ‘il paese che vorrei’

Casella: ‘Per noi la politica è, e deve rimanere al servizio di tutti, per il bene di tutti’





1) Chi è Lorenzo Casella e come si è avvicinato alla politica? Come nasce il desiderio di mettersi alla prova come sindaco di questa città?

L’importante non è chi è Lorenzo ma il valore delle persone che compongono “il paese che vorrei”. Non ho il desiderio di mettermi alla prova come sindaco; ho invece una grande voglia di cambiamento e se le persone con cui condivido analisi, idee, obiettivi e progetti ritengono che attraverso la mia persona ci si possa riuscire, non posso tirarmi indietro.

Il mio rapporto con la politica è semplice. Sono entrato in contatto con l’attivismo negli anni 70. Altro contesto sociale, altro mondo, altra storia. In quegli anni ho maturato il desiderio di un mondo migliore, da conquistare attraverso l’impegno e la partecipazione. Non solo nell’impegno politico ma anche nel lavoro, negli affetti, nel rapporto con gli altri. Quell’esperienza mi ha insegnato che l’attivismo non si esaurisce partecipando a una riunione ma anzi incomincia proprio quando, uscendone, ti confronti con il mondo che c’è e scegli di agire alla luce dei valori e degli obiettivi individuati. I valori sono la bussola, l’attività politica è, per me, soprattutto condivisione. Proprio per questo in questa importante battaglia non sarò solo.

2) I tre punti più significativi ed ipotetici del suo programma elettorale?

Il nostro è un programma di risanamento inteso nel senso più esteso dalla parola. Ci sarà molto da fare per riportare sotto controllo la situazione di bilancio, martoriato dalla passata amministrazione, e restituire ai cittadini i servizi di cui per troppo tempo sono stati privati. Ci vorrà correttezza, trasparenza e tanto lavoro.

I tre punti cardine della nostra azione sono: lavoro, giustizia sociale e tutela ambientale. Dobbiamo offrire prospettive e speranze sotto il profilo economico cancellando le logiche di spartizione clientelare che favoriscono pochi soffocando il benessere generale. Dobbiamo costituire nuove opportunità di lavoro attraverso la riqualificazione dei beni comuni, della costa, degli spazi pubblici, dell’ambiente, dell’offerta turistica e della cultura dell’accoglienza.

Puntiamo a superare la stagione estiva come unica fonte di ricchezza. Attraverso un corretto utilizzo delle risorse e dei servizi possiamo creare attività ed eventi ben aldilà dei due mesi estivi. Inoltre, attraverso un’offerta di qualità nel settore culturale, in quello delle attività sportive e nell’ambito delle attività legate all’ambiente naturale, potremo trasformare Santa Marinella e Santa Severa in un polo di riferimento di livello nazionale.

Siamo determinati a portare su questo territorio nuove risorse economiche attraverso l’elaborazione di progetti mirati alle linee guida del Fondo Sociale Europeo e del Fondo Strutturale Europeo. Si tratta di due voci di finanziamento a disposizione dei comuni che si dimostrano in grado di individuare obiettivi e strategie per lo sviluppo sociale ed economico. In questo ambito abbiamo diversi progetti ma non si tratta solo di un’elaborazione tecnica. Il lavoro consiste principalmente nell’individuare le potenzialità, censire le professionalità e armonizzarne la proposta e l’offerta in una strategia progettuale comune.

Tutti saranno coinvolti e protagonisti: amministrazione comunale, associazioni culturali, commercianti, operatori economici e cittadini.

3) Qual’è il suo pensiero circa la vecchia amministrazione e per quale motivo i cittadini alle elezioni dovrebbero fare il suo nome?

La passata amministrazione è per fortuna passata; speriamo di poterla dimenticare al più presto. Non capita a molti il privilegio di amministrare un territorio per dieci anni consecutivi. Parlo di privilegio perché due mandati dovrebbero consentire di realizzare e consolidare gli obiettivi. Qui, invece, siamo tornati indietro. I servizi che un tempo avevamo ora non ci sono più; parlo di scuola, di impianti sportivi, di decoro degli spazi pubblici, di energie positive dei cittadini e di cultura della società. Sinceramente, non mi sento di attribuire tutta la responsabilità alla recente amministrazione perché sono almeno vent’anni che i nostri amministratori locali hanno gestito in una logica di spartizione del potere mortificante per l’economia e la cultura sociale del territorio.

Noi non siamo persone di potere ma di servizio. Crediamo nell’attività politica come opportunità per promuovere valori di uguaglianza, di giustizia sociale, di tutela dell’ambiente. Crediamo in un’economia finalizzata, non al tornaconto di pochi, ma al perseguimento del benessere e della felicità, per tutti e con la partecipazione di tutti. Se gli elettori vorranno partecipare e contribuire al perseguimento di questi obiettivi troveranno nella mia persona il loro portavoce.

4) Se venisse scelto come sindaco di Santa Marinella la prima cosa che farebbe?

Nella prima settimana farei una serie di incontri di lavoro con il seguente ordine del giorno: spiegare gli obiettivi, ascoltare le criticità e accogliere i suggerimenti, condividere il piano operativo.

Il primo incontro sarebbe con il personale dell’amministrazione comunale. Penso che il livello di democrazia si possa valutare in base alla qualità dei servizi che l’amministrazione eroga sul territorio e su questo punto i dipendenti del Comune sono una risorsa e saranno sempre più protagonisti responsabili e consapevoli dell’importanza del proprio ruolo.

Gli altri incontri riguarderebbero i diversi ambiti strategici: operatori del commercio, operatori del settore turistico, associazioni culturali, associazioni sportive, associazioni di tutela ambientale.

Infine, incontrerei i cittadini per condividere con loro i passi da compiere a breve e medio termine.

Dopo di che, al lavoro per ripristinare la legalità e dare il via alla realizzazione di progetti per lo sviluppo del nostro territorio.

5) Cosa ne pensa invece del candidato Pietro Tidei, concorrente alle comunali?

Me lo conferma lei? È certo che Pietro Tidei si candidi alle elezioni? Glielo domando perché non ho ancora capito se è una decisione già presa o solo l’auspicio di alcuni …

Si, ci risulta che Tidei sia il candidato del PD con alcune liste in coalizione.

Peccato, speravamo di realizzare una coalizione che comprendesse anche il PD e proprio per questo la mia candidatura costituisce una proposta aperta alla discussione. Per noi l’elemento non negoziabile è il progetto per il territorio; se insieme alle altre forze in campo si dovesse individuare una figura che meglio di me possa agevolare l’unità e la condivisione, sono pronto a fare un passo indietro. Ma con Pietro Tidei non è possibile perché, per noi, appartiene al passato. Non dimentichiamo le smanie edificatorie dei piani integrati, cemento utile solo a aumentare il volume di case vuote. Oggi, l’edilizia deve essere riqualificazione e non cementificazione. Vogliamo migliorare il nostro ambiente e non finire di distruggerlo. Non ci siamo proprio. Per il suo passato e per il presente la partecipazione di questa persona nella scena politica amministrativa costituisce per noi un conflitto di interessi improponibile. Non abbiamo nulla contro l’imprenditoria se è disponibile a portare avanti le attività in maniera etica con l’obiettivo di concorrere allo sviluppo sostenibile e, soprattutto, se non ha la pretesa di gestire in prima persona le leve della politica. Per noi la politica è, e deve rimanere, al servizio di tutti per il bene di tutti. Anche il solo sospetto che ciò non avvenga è un danno per la credibilità delle istituzioni.

6) Elezioni regionali, qual’è il suo pensiero sui vari candidati alla Regione? Cosa potrebbero dare al territorio?


Il governo della Regione ha un’importanza determinante per le amministrazioni comunali. Le Regioni istituiscono i piani di finanziamento e gestiscono gran parte dei fondi europei. Sempre le Regioni elaborano il Piano Operativo e le linee guida per la valutazione dei progetti presentati dai comuni; ma c’è anche un piano politico.

È importante poter discutere con i rappresentanti del Consiglio Regionale perché in quella sede le istanze e le proposte del territorio possono essere sostenute e portate avanti. Quando ci siamo riusciti abbiamo ottenuto importanti risultati. Non ci dimentichiamo che cinque anni fa, con la giunta regionale di centrodestra, stavamo per perdere il Castello di Santa Severa la cui svendita è stata scongiurata dall’insediamento di Nicola Zingaretti alla presidenza della Regione. La battaglia a suo tempo intrapresa dal Comitato Castello e proseguita con le proposte messe in campo dalle forze che oggi si riconoscono ne “il paese che vorrei” ha incontrato l’appoggio dei consiglieri Marta Bonafoni e Gino De Paolis. Con loro, così come con altri esponenti della giunta Zingaretti, siamo certi di poter proseguire la battaglia per lo sviluppo futuro del castello, occasione imperdibile per l’offerta turistica di qualità e per la creazione di opportunità di formazione professionale e di lavoro qualificato. È anche il caso dell’istituzione del monumento naturale di Pyrgi, un’area di grande pregio ambientale e archeologico per cui si è battuto il “Comitato 2 ottobre” trovando il supporto necessario nell’attività della consigliera Cristiana Avenali.

Si tratta di due importanti risultati per Santa Marinella, esempio di come la condivisione di valori e obiettivi, unitamente al lavoro di squadra di persone interessate al bene comune, possano portare vantaggi sui territori.

7) Uno dei pregi che più la rappresenta e che potrebbe caratterizzare la sua campagna elettorale?

Credo di poter dire di essere una persona affidabile. Mi impegno e ci metto l’energia. Quando poi, come in questo caso, mi muovo in rappresentanza di una collettività, si aggiunge il senso di responsabilità nei confronti degli altri, soprattutto di quelli che con entusiasmo e altruismo hanno deciso di lottare insieme per il bene di tutti.

Ma non sono la persona più indicata per parlare dei miei eventuali pregi. Meglio rivolgere questa domanda a chi ha avuto la generosità di volermi come candidato sindaco.


giovedì 8 febbraio 2018

Il Paese che vorrei e le alleanze

La lista civica ha già incontrato molti gruppi e resta aperta al dialogo


Il primo impegno de Il Paese che vorrei è quello di stringere l’alleanza che più ci sta a cuore: quella con i cittadini basata sui valori e sui progetti che, da anni ormai, stiamo elaborando e discutendo in un approccio di partecipazione e condivisione.

La nostra lista nasce come alleanza di diverse componenti politiche e dalla volontà di costituire un soggetto politico unitario per rispondere alle esigenze del nostro territorio. Questa iniziativa, partita dall’adesione di alcuni attivisti di Sinistra Ecologia e Libertà, un’Altra Città è Possibile, Rifondazione Comunista, PD e di tutti i partecipanti dell’omonima associazione politica, vede ora il coinvolgimento attivo di molti cittadini.

Per quanto riguarda il rapporto con gli altri gruppi politici, in questi mesi abbiamo incontrato gli esponenti del Movimento 5 stelle, PD, Progetto Centro, Circolo Sandro Pertini, Campo Neutro, Pensiero Popolare e il Gruppo LabDem. Ossia tutti quei gruppi che si sono dichiarati alternativi alle forze politiche che hanno fatto scempio del nostro territorio e della sua economia.

A tutti abbiamo esposto i nostri valori, i nostri propositi e i nostri obiettivi. Abbiamo inoltre comunicato la disponibilità della lista a individuare una candidatura condivisa alla carica di sindaco qualora si ritenga collettivamente che qualcuno, meglio di Lorenzo Casella, possa interpretare questo ruolo in maniera inclusiva. 

L’unica formazione con cui si è interrotto il confronto, è quella del PD. Questo è avvenuto perché la scelta di Pietro Tidei come candidato sindaco non può che trovarci su fronti opposti. Il Paese che vorrei non può appoggiare una candidatura che costituisce un conflitto di interessi insopportabile e rappresenta la continuità con il sistema di potere e di vincoli che da anni mortifica la nostra collettività. Rispetto a questo scenario, la lista “il paese che vorrei” e le formazioni che si vorranno riconoscere in questo progetto di cambiamento, sono oggi e saranno sempre alternative.

Per noi, la politica è interesse collettivo e non culto della persona, spirito di servizio e non esercizio del potere, collaborazione e condivisione e non sudditanza e asservimento a un sistema che riteniamo dannoso sia sul piano culturale sia sotto il profilo dello sviluppo di un’economia sana e consapevole del valore dell’ambiente e del bene comune.

giovedì 1 febbraio 2018

martedì 30 gennaio 2018

Abbiamo un sogno! Un grande sogno per Santa Marinella!

Trasformare Il Paese che Vorrei” ne Il Paese che vogliamo e che Faremo”! Abbiamo questa idea folle che ci ronza per la testa! E ci spinge e ci esorta a condividerla con voi per farla crescere insieme! Perché insieme si può!
Abbiamo una grande passione: la passione di cambiare e la volontà di migliorare; la passione di chi vuole sottrarre questa città dalle mani dei soliti poteri, delle solite famiglie, dei soliti interessi. Da tutto ciò che in questi ultimi vent’anni l’ha ridotta in questo stato!

Abbiamo la volontà, la volontà di chi è stanco! Stanco di osservare la propria città mortificata, di veder soffocare ogni tentativo di alzare la testa, di vivere in un paese vampirizzato dagli interessi personali, dall’inerzia, dal disinteresse e dalle cattive abitudini!

Ma soprattutto abbiamo la vostra partecipazione e la vostra spinta ad andare avanti e a non fermarci! Le vostre continue sollecitazioni per cambiare insieme Santa Marinella!
Abbiamo un sogno, abbiamo la passione, abbiamo la volontà e abbiamo tutti voi e tutti noi! E sappiamo che con questi ingredienti il piccolo Davide è destinato inevitabilmente a sconfiggere ogni mostruoso Golia! I Golia che rappresentano il cancro che attanaglia una città intera da troppi e troppi anni.
Le cose non andranno sempre nello stesso modo, se qualcuno si impegna a cambiarle.
Siamo sempre di più e siamo tanti, veramente tanti! Insieme, tutti insieme, realizzeremo questo sogno meraviglioso: trasformare Il Paese che Vorrei” ne Il Paese che Vogliamo” e soprattutto ne Il Paese chefaremo”! Nel Paese cioè in cui sarà bellissimo vivere!!

lunedì 20 novembre 2017

Il "Paese che vorrei" si candida al governo della città.

Una lista civica per sfidare l’incompetenza e gli opachi interessi che hanno distrutto la Perla del Tirreno negli ultimi decenni.




L’assemblea degli associati del Paese che vorrei, riunita il 19 novembre, ha deliberato di impegnarsi concretamente nelle elezioni comunali candidandosi al governo del comune di Santa Marinella con una propria lista civica. Per anni il Paese che Vorrei ha cercato di costruire sul territorio una realtà volta all’impegno civico e sociale, con l’intento di promuovere azioni volte allo sviluppo del bene comune e del territorio.

Fra pochi mesi il Comune di Santa Marinella verrà nuovamente chiamato al voto. Lo scenario che si sta preparando vede una assoluta continuità nella proposta di candidati e liste, con finte aggregazioni civiche guidate da persone che per anni hanno fatto parte della attuale compagine di governo e tentano ora improbabili trasformismi e camuffamenti per riproporre ai distratti il loro volto sotto forme nuove, o con personaggi che hanno attraversato per decenni la politica locale con l’unico risultato di favorire il tornaconto proprio o di pochi privilegiati a detrimento degli interessi della comunità. Tutto quello che si offre ai cittadini è ormai un’inaccettabile “alternativa del diavolo”: la scelta fra l’incompetenza manifesta e il conclamato disinteresse del bene pubblico e collettivo.

Per questo abbiamo deciso che è ora di mettere a disposizione le nostre forze, il nostro impegno, il nostro servizio per costituire una possibilità di riscatto per Santa Marinella ed i suoi cittadini. Non lo desideravamo, ma se questo è quello che siamo chiamati a fare, lo faremo appassionatamente, perché crediamo che in qualunque direzione si debba andare, bisogna andarci con tutto il cuore.

Non siamo animati da ambizioni personali, non rappresentiamo gli interessi di parte di speculatori, di costruttori, di pseudo investitori che per decenni hanno saccheggiato le nostre coste e le nostre terre. Non siamo gente di potere ma di servizio. Siamo cittadini di Santa Marinella, professionisti, operai, impiegati, insegnanti, studenti. Gente normale che prende atto di come, ancora una volta, i soliti noti, con nuove vesti, si preparano a fare i loro interessi nella nostra città. Abbiamo deciso di chiamare all’impegno tutti coloro - non complici di questi decenni di predazione - che abbiano voglia e competenze per trovare la strada giusta. Una strada fatta di progresso, onestà, buon governo ed equità.

Non siamo sprovveduti: conosciamo il territorio, abbiamo specifiche competenze tecniche e amministrative, abbiamo esperienza e determinazione e abbiamo i necessari rapporti con le altre forze istituzionali, ad iniziare dalla Regione Lazio; siamo in grado di attuare un programma concreto, di costruire un bilancio veritiero, di azionare le leve dell’amministrazione per avviare finalmente una fase positiva per il governo della nostra città. Non vi è un ambito sul quale non si debba ricostruire. E per ricostruire c’è bisogno di passione, competenza e serietà. Tutte doti non intravedibili in nessuno dei candidati che i veri partiti o movimenti stanno facendo scaldare per le elezioni del 2018.

Ci prenderemo cura di tutti i santamarinellesi, delle loro ambizioni, dei loro sogni, delle loro speranze e delle aspettative dei loro figli.

Chiediamo a tutti di esserci compagni di strada, di voler condividere idee e proposte per partecipare alla liberazione di Santa Marinella, da troppo tempo prigioniera di interessi personali, potentati ristretti, saccheggi indiscriminati.

mercoledì 7 giugno 2017

Restituiamo un futuro a Santa Marinella!

Ripartiamo dalle idee, dal programma e dai progetti e non dai soliti nomi



In Paese c’è fermento pre-elettorale. Girano voci, si fanno illazioni, si ipotizzano scese in campo. Voci inquietanti perché invece di avere come tema centrale il futuro di questa città allo stremo – senza servizi, senza opportunità e senza un centesimo nelle casse – riguardano unicamente il toto-sindaco. Tornano a echeggiare i soliti nomi, che credevamo ormai consegnati alla storia.

Nomi di chi avanzerebbe senza vergogna la propria candidatura, contando su un’amnesia collettiva. Facendo leva sulle pessime condizioni in cui versa Santa Marinella, si torna ad evocare l’ormai logoro miraggio dell’uomo forte che stavolta, miracolosamente, risolverà tutti i nostri problemi. E come cura, si propongono le stesse dinamiche che ci hanno condotto a questo degrado.

Dall’una e dall’altra parte, ma anche tra le parti, pare siano già partite le campagne acquisti all’insegna del “che te serve”; ricche di promesse di favori o di scambi ed elargizioni di privilegi. Tra gli affaristi, c’è gran fermento perché, si sa, che qualche metro cubo di cemento o qualche concessione per “fare un po’ come ti pare” non si nega a nessun compare fedele.

Il fatto che né coloro che sembrano sponsorizzare i soliti noti, né i loro candidati abbiano mosso un dito in questi ultimi anni per promuovere un’iniziativa, per appoggiare una proposta o un’azione a beneficio di questo territorio, la dice lunga sui loro reali interessi.

Un dimesso fatalismo genera l’idea che non nulla potrà mai cambiare e che le scelte elettorali risulteranno inutili. Così, invece di pretendere programmi convincenti, ci si accontenterà di ripiegare su una fantomatica “vittoria” di parte, come se mettere un sindaco alla guida della città equivalesse a prendere il biglietto vincente di una lotteria.

Il Paese che Vorrei crede che vivere la politica sia un’altra cosa. Dalle ultime elezioni abbiamo mantenuto attivo un presidio di proposta per la città. Abbiamo una visione di questo Paese e di ciò che potrebbe essere se solo si smettesse di scommettere sulla forza dei comitati d’affari e si disegnasse il futuro all’insegna del rispetto per il nostro ambiente, lo sviluppo dei servizi, la necessità di nuove opportunità occupazionali.

È necessario abbandonare gli schemi consumati e fallimentari dei capibastone, da qualunque matrice provengano. Dichiarare apertamente la propria contrarietà ai patti inconfessabili con cui un manipolo di persone si spartisce il potere spostandolo da un padrone all’altro, tramite la logica di presunti serbatoi di voto utili solo a garantire tornaconto personale e mai collettivo.

Riportiamo al centro del confronto idee, programmi e progetti riqualificanti per questa città. Vincere non ha senso se non vince la collettività. Vincere vuol dire essere portatori di azioni in grado di restituire dignità al compito amministrativo, perseguire la giustizia sociale, ridisegnare un futuro sostenibile. Rilanciamo l’idea di una crescita collettiva e agevoliamo il cambiamento con le nostre azioni. Le cose a Santa Marinella possono cambiare.











venerdì 18 novembre 2016

Manifesto - Santa Marinella Bene Comune

Santa Marinella è un bene comune. Questo principio determina gli obiettivi, la scelta delle priorità, la destinazione delle risorse e ogni azione di governo. Dobbiamo scardinare un modello orientato all'interesse di parte e alla appropriazione delle risorse pubbliche.

Il territorio è un patrimonio collettivo da tutelare per perseguire la qualificazione ambientale e la creazione di servizi in grado di favorire il riequilibrio della ricchezza, la creazione di opportunità, la ricaduta occupazionale, lo sviluppo di un tessuto produttivo a beneficio di tutti.

L'ambiente è un prestito che riceviamo dalle generazioni future; per questo va gestito con una programmazione seria e di lunga portata che possa conciliare salute pubblica e produzione, sviluppo e sostenibilità, godibilità e tutela.

Migliorare la qualità della vita significa attuare interventi volti a migliorare lo spazio pubblico urbano e a ricostruirlo come luogo d'incontro, a connettere e qualificare le periferie, a recuperare spazi abbandonati, a immaginare luoghi e ad animarli con l'offerta di servizi. Ciò vuol dire mitigare le sacche di disagio sociale e innalzare il livello di sicurezza.

Credere nel bene comune vuol dire credere nella collettività e comporta il desiderio di investire su asilo nido, scuola, assistenza sociale, cultura, sport, verde, pulizia, opportunità per i giovani. Dobbiamo perseguire accessibilità, sostenibilità e benessere, nel rispetto della dignità di ogni cittadino, con particolare attenzione alle fasce più deboli. Tutti, nessuno escluso, devono poter godere dei beni comuni e dei diritti.

La città-bene comune: un patto che lega tutti alle stesse regole. Questo patto è saltato e le risorse economiche e ambientali sono utilizzate come strumento per la conservazione di potere e privilegi. È una tendenza che deve essere invertita attraverso concetti-guida di giustizia sociale, etica, trasparenza, legalità, che non sono bandiere per acquisire consensi ma valori da concretizzare nella pratica quotidiana. È quindi necessario ricostruire la cultura dei diritti sociali contro quella della elargizione di privilegi.

La qualità dell'amministrazione si misura in termini di qualità dei servizi e presuppone una condivisione strategica con i cittadini, la cui partecipazione è imprescindibile.
È necessario inoltre ridefinire gli obiettivi con chi opera negli uffici comunali, ricostruendo la dignità del lavoro anche nelle pratiche di esternalizzazione, troppo spesso strumento di sfruttamento o di finanziamento di reti clientelari.

Questo progetto-obiettivo va fondato sulla partecipazione, sul godimento dei diritti e sulla crescita culturale, morale e intellettuale di tutti: si tratta di attuare una trasformazione sociale che cancelli le insopportabili logiche di gestione del potere a beneficio di pochi e inauguri una fase di pianificazione strategica condivisa, in grado di generare ricchezza nel rispetto delle pari opportunità. È il concreto sforzo di una comunità che vuole investire nel proprio futuro, un'occasione per migliorare la qualità della vita in armonia con un'idea di progresso sostenibile per la comunità e per l'ambiente.

Diamo il benvenuto a chi vuole partecipare al cambiamento.