sabato 19 febbraio 2022

CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO: DOV'È LA LAICITÀ DELLE ISTITUZIONI?

Ieri, si è tenuto un Consiglio comunale straordinario convocato dal Sindaco per incontrare e salutare il nuovo Vescovo della Diocesi di Porto-Santa Rufina. La convocazione è stata accompagnata da un comunicato dai toni decisamente lusingatori, in cui tra le altre cose si invitava la cittadinanza a partecipare, invito assai raro anche a fronte della discussione di temi importanti per la città sui quali la presenza di cittadine e cittadini sarebbe invece auspicabile, come forma di partecipazione democratica.

Il gruppo consiliare che ci rappresenta non si è sottratto a questa seduta straordinaria, per una forma di rispetto e perché la figura di Consigliere comunale implica delle responsabilità e dei doveri a cui non intende sottrarsi. Pensiamo però che si sarebbero potute trovare altre formule per consentire al nuovo Vescovo di incontrare la città e ricevere il saluto del Sindaco, per esempio organizzando un incontro anche nella stessa sala consiliare senza però convocare formalmente il Consiglio.

Questo perché riteniamo tale convocazione contraria al senso di laicità delle Istituzioni. Le riunioni del Consiglio comunale devono occuparsi della gestione della cosa pubblica, dell’amministrazione della città nell’interesse dei cittadini e non dovrebbero essere trasformati né in pulpiti né in palcoscenici per la classe politica. Benvenuto comunque al nuovo Vescovo.




venerdì 18 febbraio 2022

NON CI PROVATE

Sabato alle 15.30 ci sarà a Piazza Trieste un incontro pubblico organizzato dal Comitato referendario, per parlare dei referendum e del percorso che ha portato alla loro indizione.

Una riunione politica, che doveva essere normale. Doveva: perché un’autorevole fonte dell’Amministrazione ci ha fatto sapere che non si potranno in alcun modo dare indicazioni di voto e quindi spiegare, in particolare, le ragioni del No.

Secondo questa autorevole fonte la propaganda è possibile solo nei 30 giorni prima del voto, altrimenti non è consentita.

È una affermazione grave, una forma di censura preventiva in totale contrasto con i principi fondamentali della nostra democrazia e delle norme della Costituzione che tutelano la libertà di riunione e di espressione.

Nessuna norma di legge autorizza questa assurda compressione dei diritti. La propaganda politica di cui quella elettorale è espressione, è libera. Eventuali limiti sono stabiliti in maniera esplicita dalla legge, come ad esempio il divieto di propaganda nel giorno antecedente al voto. Ma non è questo il caso.

Vogliamo sperare che si sia trattato di una momento di smarrimento e che quindi non verranno posti in essere comportamenti che ostacolino lo svolgimento dell’incontro. Perché altrimenti saremmo di fronte ad una azione assolutamente illecita che potrebbe apparire mossa da intenti strumentali e intimidatori.

Questo sì che non è consentito.

E non sarà tollerato.

Il Paese che vorrei