Una riunione politica, che doveva essere normale. Doveva: perché un’autorevole fonte dell’Amministrazione ci ha fatto sapere che non si potranno in alcun modo dare indicazioni di voto e quindi spiegare, in particolare, le ragioni del No.
Secondo questa autorevole fonte la propaganda è possibile solo nei 30 giorni prima del voto, altrimenti non è consentita.
È una affermazione grave, una forma di censura preventiva in totale contrasto con i principi fondamentali della nostra democrazia e delle norme della Costituzione che tutelano la libertà di riunione e di espressione.
Nessuna norma di legge autorizza questa assurda compressione dei diritti. La propaganda politica di cui quella elettorale è espressione, è libera. Eventuali limiti sono stabiliti in maniera esplicita dalla legge, come ad esempio il divieto di propaganda nel giorno antecedente al voto. Ma non è questo il caso.
Vogliamo sperare che si sia trattato di una momento di smarrimento e che quindi non verranno posti in essere comportamenti che ostacolino lo svolgimento dell’incontro. Perché altrimenti saremmo di fronte ad una azione assolutamente illecita che potrebbe apparire mossa da intenti strumentali e intimidatori.
Questo sì che non è consentito.
E non sarà tollerato.
Il Paese che vorrei