lunedì 11 settembre 2017

SOS DAL KM 58 - ORA LA SPIAGGIA C’È MA NESSUNO CI VUOLE ANDARE


Il paradosso di un lavoro fatto male: le attività economiche sono a rischio, la godibilità della spiaggia libera è compromessa, la costa ha subito un danno paesaggistico e ambientale.


Il Paese che Vorrei ha incontrato le titolari dell’edicola al km 58 e del vicino chiosco ristorante la Sassola. Le due imprenditrici, allarmate dalla crescente infruibilità di questo tratto di costa hanno chiesto visibilità per stimolare un intervento che fronteggi i crescenti problemi creatisi a seguito della costruzione delle scogliere anti erosione. Purtroppo, il problema della costa al km 58 non è circoscritto al danno economico diretto subito da queste attività commerciali.

L’intervento, in sé, si è dimostrato efficace: la barriera rompe le onde, la statale è salva, l’ANAS può essere soddisfatta. Non si può dire altrettanto della comunità di S. Marinella.

La costruzione della barriera, eseguita nel 2004 per proteggere la statale ss1 Aurelia dall’erosione, ha cambiato il volto di una delle insenature più belle di S. Marinella (che ospita anche la famosa villa di Rossellini e uno dei quattro ponti romani di S. Marinella edificato tra il III e il II secolo a. C.).


Il collocamento della barriera artificiale, in superficie e a meno di 20 metri dalla costa, ha devastato la baia; le attività economiche sono in sofferenza, la gradevolezza di una delle poche spiagge libere del nostro comune è compromessa, i surfisti hanno perso uno degli spot più frequentati, la costa ha subito un danno paesaggistico e ambientale.

L’interruzione del naturale scambio tra il mare e la costa sta provocando un grave fenomeno di ristagno dell’acqua. A parte il concreto rischio della diffusione di alghe tossiche, il risultato è che l’acqua è poca e ferma, le alghe si accumulano, fermentano e puzzano. La barriera inoltre, per altezza e dimensione, ostacola anche il ricircolo dell’aria. Sulla spiaggia non soffia un alito di vento e sdraiati sulla sabbia, non si vede il mare. Ricordiamo anche che proprio a destra della Sassola c’è un fosso, nel quale al sopralluogo dei primi di agosto scorreva acqua, (e che acqua è visto che non piove da mesi!) il cui sfogo a mare è attualmente insabbiato. Non stupisce quindi che, in piena estate, la spiaggia fosse quasi deserta.


Leggermente meno grave la situazione sul versante del ristorante il 58. L’unico varco realizzato nella massicciata consente un minimo, ma solo un minimo, di ricambio dell’acqua e di ventilazione.

La necessità di proteggere la statale era e resta incontestabile ma i danni collaterali per la nostra comunità erano inevitabili?

Al tempo dei lavori, gli allora concessionari dell’arenile interessato sollevarono, inascoltati, la necessità di effettuare uno studio di Valutazione di Impatto Ambientale che tenesse conto delle specificità della costa e del movimento delle acque, prima di effettuare qualsiasi intervento. Si chiedeva che l’intervento di difesa antierosione integrasse criteri di sviluppo turistico sostenibile, valorizzazione e tutela del patrimonio ambientale litoraneo.

Si sollecitava anche una valutazione dell’intervento sulla base di una reale concertazione con i soggetti interessati. Si chiedeva di non essere lasciati soli. Purtroppo, anche in quell’occasione l’Amministrazione comunale non volle o non fu capace di farsi parte attiva nella vicenda, commissionando una seria valutazione sul possibile impatto dell’intervento e negoziando con la Regione i requisiti dell’opera necessari alla difesa del nostro patrimonio costiero e delle attività economiche ad esso collegate.


Ci si aspetterebbe che un’amministrazione comunale si facesse attore delle scelte da effettuare sul proprio territorio. Che potesse far sentire la propria voce, ossia quella dei propri cittadini, per tutelare al meglio il paesaggio, le attività economiche e le opportunità di fruizione dell’ambiente.

La protezione del muro di contenimento della Statale Aurelia, infatti, poteva essere realizzata tramite la posa in opera di una barriera soffolta, ossia una barriera che posta all’opportuna distanza dall’arenile, avrebbe potuto smorzare la violenza dell’onda consentendo il movimento di correnti di superficie e la godibilità del tratto di costa e della visione dell’orizzonte (essendo realizzata sotto il livello del mare).

Invece no. L’amministrazione di allora, come quella di oggi, in un intervento di questo genere non vede altro che la possibilità di delegare ad altri oneri, scelte e decisioni e, in funzione di questa deresponsabilizzazione, è disposta a sacrificare uno dei pochi tratti di spiaggia libera nel nostro comune, lasciando che si trasformi in un acquitrino maleodorante.


Non è troppo tardi per intervenire. Una modifica della barriera potrebbe ancora essere realizzata ma il disinteresse si protrae a tutt’oggi anche sul fronte del decoro ambientale. Infatti, oltre ai danni dovuti alla presenza delle barriere, tutta la zona d’accesso meridionale del nostro comune versa in uno stato d’abbandono. L’orologio della rotonda, danneggiato mesi fa da un temporale non è stato né riparato né rimosso, la struttura rugginosa e cadente della fermata degli autobus troneggia in mezzo ai rifiuti, il ponte romano giace soffocato dalle sterpaglie- invisibile e non segnalato- i muri e i segnali stradali vandalizzati fanno bella mostra di sé offrendo una prima impressione assai poco attraente di S. Marinella.


Per sollevare il problema, abbiamo atteso la fine della stagione estiva per evitare le solite polemiche sul darsi la zappa sui piedi e non scoraggiare i già pochi fruitori dell’arenile ma è evidente che il nostro territorio ha bisogno di ripartire da zero. L’intervento effettuato al km 58 va rivisto; non possiamo rassegnarci e dare per persa una della nostre baie più belle. Molte aree del nostro comune soffrono di analoghi problemi legati all’abitudine di mettere toppe estemporanee ed inutili quando invece avrebbero bisogno di essere ripensate nella loro totalità. I soldi sono pochi, si sa, ma dobbiamo deciderci a invertire la rotta. Tutto il nostro territorio ha bisogno di interventi di risanamento e riqualificazione, indispensabili se nei fatti e non solo nelle chiacchere si vuole concretizzare un vero rilancio turistico ed economico della ex Perla del Tirreno.