domenica 2 aprile 2017

Civitavecchia, navi e inquinamento

Primo tavolo di lavoro per la riduzione delle emissioni nel porto di Civitavecchia




Qualche giorno fa l'associazione Cittadini per l'aria -ONLUS con sede a Milano- insieme a NABU -ONG con sede a Berlino- hanno effettuato dei monitoraggi sulle emissioni nel porto di Civitavecchia rilevando “livelli di particolato ultrafine fino a 140 volte superiori a quelli delle zone con aria pulita”. Per intenderci, il particolato ultrafine è quello più pericoloso, in quanto riesce a superare tutte le barriere protettive dell’organismo umano, arrivando fino al bronchìolo.

In seguito a questo controllo l'associazione Cittadini per l'aria, rappresentata dalla D.ssa Daniela Patrucco, ha proposto l’istituzione di un tavolo di lavoro partecipato, allargato alle associazioni del comprensorio, proposta che è stata subito accolta dal comune di Civitavecchia.

Il primo incontro si è svolto mercoledì 29 marzo presso l’aula Pucci del comune di Civitavecchia.

chi era presente?

Per il comune: Il sindaco Cozzolino, il consigliere nonché presidente della commissione ambiente Menditto, l'assessore all'ambiente Manuedda e il consigliere Floccari (vicepresidente della commissione ambiente);

Per la capitaneria di porto: il responsabile per la sicurezza;

Per l’autorità Portuale: un delegato un tecnico, in qualità di auditore, privo di qualsiasi potere decisionale;

Per le associazioni del compensorio, oltre alla promotrice: Civitavecchia c’è, Forum ambientalista, Piazza 048, Ripartiamo dai cittadini, Codacons e, per Santa Marinella, il Comitato 2 ottobre e Il paese che vorrei

quale l'argomento del tavolo?

In assenza di una normativa nazionale in materia di emissioni inquinanti nei porti e in attesa di una normativa europea che dovrebbe scattare nel 2020, s’intende creare un area di controllo delle emissioni nel Mediterraneo, al pari di quanto già attuato nel mar Baltico, del Nord, della Manica e USA. Esplicito il riferimento alla recente “Dichiarazione di Roma” sottoscritta da vari paesi del Mediterraneo, in particolare Spagna, Francia, Italia, Malta e Grecia

in che modo?

Richiedendo alla capitaneria e all'autorità portuale di diventare una zona ECA “sperimentale”, in anticipo rispetto ai tempi dettati dalla Direttiva Europea prevista per l’anno 2020, che in pratica significherebbe firmare un protocollo d’intesa con gli armatori ed emanare un'ordinanza che vincoli le navi a utilizzare combustibile a basso tenore di zolfo prima di entrare nell'area portuale. In aggiunta, si richiede che:


- la capitaneria di porto renda pubblici alla cittadinanza i controlli sulle emissioni;


- venga inserita la problematica dei porti nelle tematiche regionali e nazionali.

Purtroppo l'autorità portuale non era presente al tavolo e quindi non è dato di sapere la sua opinione in merito

Hanno fatto seguito gli interventi di tutte le associazioni presenti, in occasione dei quali la D.ssa Patrucco ha puntualizzato che, sebbene monitoraggi di questo genere sono già stati effettuati in altri porti, Civitavecchia è il primo comune che si è reso disponibile a organizzare un tavolo di lavoro partecipato e per questo l’iniziativa ha la valenza di “progetto pilota”. La capitaneria di porto è intervenuta su questioni più tecniche, in particolare ha illustrato le modalità di controllo delle navi e di invio dei dati alle autorità competenti.

Il paese che vorrei ha invece insistito sul potenziamento del monitoraggio, l'unico strumento che, al momento, può controllare le emissioni delle navi. Le centraline che ci sono (gestite da ARPA LAZIO) non sono infatti in grado di monitorare le particelle ultra sottili ma solo il PM10 (i numeri si riferiscono alla grandezza delle polveri, che più grosse sono e meno danno fanno! Le ultra sottili o UFP sono inferiori a 1).

Il paese che vorrei ha anche chiesto che al prossimo tavolo siano invitati tutti i sindaci del comprensorio, al fine di esercitare quanta più pressione politica possibile.

Il paese che vorrei, considerando che Civitavecchia è un territorio già fortemente sollecitato da un punto di vista ambientale, auspica che vengano adottate quanto prima tutte le misure possibili atte a diminuire l’inquinamento di tutte le fonti presenti nel comprensorio, ivi compresa quindi quella attribuibile al traffico navale. Naturalmente valuta opportuno che l’iniziativa sia estesa agli altri porti nazionali, di modo che non si venga a creare un potenziale rischio di declassamento dello scalo civitavecchiese rispetto agli altri a causa dei maggiori oneri che dovrebbero essere sostenuti dagli armatori firmatari del protocollo d’intesa.

Il paese che vorrei, viste le comprovate e preoccupanti rilevanze di specifici studi già pubblicati in merito al livello di esposizione della popolazione residente nei comuni del comprensorio di Civitavecchia, non esclude la possibilità che la comunità europea stessa possa finanziare la quota parte di spese aggiuntive in carico agli armatori, se il fine ultimo è quello di anticipare, virtuosamente, una direttiva che a breve saranno in ogni caso comunque costretti a rispettare. Ricordiamo infatti che l’ultimo studio condotto dall’Osservatorio Epidemiologico della Regione Lazio su una coorte di oltre 70.000 residenti del nostro comprensorio, ha dimostrato che la popolazione residente nella zona porto, ha un rischio significativamente maggiore di ammalarsi di tumore e patologie neurologiche rispetto alla popolazione del comprensorio meno esposta. Questo vuol dire che il porto rappresenta la principale fonte inquinante di Civitavecchia. In quest’ottica, l’anticipo della direttiva in materia di emissioni rappresenta una risposta doverosa e concreta per il nostro territorio



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POLVERI


Al PM10 fanno riferimento alcune normative (fra cui le direttive europee 2008/50/CE sulla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa e quelle sulle emissioni dei veicoli), tuttavia tale parametro si sta dimostrando relativamente grossolano, dato che sono i PM2,5 ed i PM1 (anche se comunque correlati al PM10) ad avere i maggiori effetti negativi sulla salute umana e animale. Per le emissioni di impianti industriali (fabbriche, centrali, inceneritori) il riferimento è ancora più grossolano (le Polveri Sospese Totali PTS), e si riferisce solamente al peso totale delle polveri e non alla loro dimensione.

La sensibilità degli attuali strumenti di controllo sulle emissioni apprezza ordini di grandezza del micrometro. Per rilevare particelle ancora più fini è necessario utilizzare strumenti di laboratorio molto sofisticati e costosi, e su questa categoria di polveri non esistono limiti di legge (che operativamente non potrebbero essere fatti rispettare alla luce della tecnologia attuale).

Nel 2006 l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), riconoscendo la correlazione fra esposizione alle polveri sottili e insorgenza di malattie cardiovascolari e l'aumentare del danno arrecato all'aumentare della finezza delle polveri, ha indicato il PM2,5 come misura aggiuntiva di riferimento delle polveri sottili nell'aria e ha abbassato i livelli di concentrazione massimi "consigliati" a 20 e 10 microgrammi/m³ rispettivamente per PM10 e PM2,5.

Nell'aprile 2008 l'Unione Europea ha adottato definitivamente una nuova direttiva (2008/50/EC) che detta limiti di qualità dell'aria con riferimento anche alle PM 2,5. Tale direttiva è stata recepita dalla legislazione italiana con il D. Lgs 155/2010, che abroga numerosi precedenti decreti tra cui il DM 60 del 2 aprile 2002 recante recepimento della direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 del Consiglio concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio.

I limiti per la concentrazione delle PM10 nell'aria sono così stabiliti:


Valore Limite per la media annuale: 40 µg/m³
Valore limite giornaliero (24-ore): 50 µg/m³
Numero massimo di superamenti consentiti in un anno civile: 35 gg/anno


Per le PM 2,5 il decreto non prevede dei limiti sulla concentrazione media giornaliera, come per le PM10, ma dal 2011 è scattato l'obbligo per monitoraggio di tali polveri, con l'obiettivo di raggiungere al 2015 un valore limite medio annuo fissato a 25 µg/m³







PTS corrisponde a “Particelle Totali Sospese”
Per PM10 si intende il “totale delle particelle inferiori a 10,0 μm”
Per polveri ultrafini si intendono quelle inferiori a 1,0 μm