Nonostante ripetuti solleciti, dal
2018 ad oggi, il Sindaco non ha mai risposto alle interrogazioni avanzate dai Consiglieri
d’opposizione, ignorando così il diritto alla
trasparenza non solo dei cittadini che questi rappresentano ma dell’intera
collettività.
Le
interrogazioni servono, infatti, a far luce sulle azioni e sulle pratiche
amministrative intraprese dalla Giunta e, per suo mandato, dagli uffici
competenti. Poiché queste non passano per il Consiglio comunale e le
interrogazioni sono l’unico strumento in mano ai consiglieri per averne
contezza la legge prevede un obbligo di risposta entro 30 giorni.
I chiarimenti
richiesti riguardano le procedure di appalto per i loculi del cimitero
comunale, gli atti relativi alla gestione stagionale dello stabilimento Perla
del Tirreno, notifiche di abuso sul demanio marittimo, l’elaborazione della
graduatoria degli aventi diritto alle case popolari e tanto altro ancora.
“Ma sì, mo’ rispondo” ha replicato
con condiscendenza il Sindaco alla notizia dell’esposto presentato al Prefetto,
come se il rispondere o meno dipendesse dal suo capriccio e non da un preciso
obbligo di legge.
Poi, si è lanciato in un
discorso fumoso quanto confuso accusando, tutti e nessuno, di oscure trame a
suo danno, insinuando senza fare nomi, alludendo senza esplicitare, lasciando a
intendere ma senza mai dire. Un evidente tentativo di deviare l’attenzione da
questa gravissima violazione. Depistaggio fallito.
Se il Sindaco è costretto a impedire
il lavoro dei consiglieri, violando il loro diritto alla conoscenza dei fatti e
a ricevere le dovute spiegazioni, ciò significa che questa Amministrazione, nella
migliore delle ipotesi, è gravemente inefficiente mentre, nell’ipotesi
peggiore, ha qualcosa da nascondere.