Avviando l’iter per l’affidamento
del cimitero, sabato la maggioranza ha posto il primo mattoncino del suo devastante
disegno di project financing sui pochi beni comuni che ci sono rimasti. Ma c’è
un altro aspetto della seduta consiliare che fa indignare.
Il Sindaco ha liquidato con
scherno l’azione del Comitato referendario cittadino in difesa dei beni comuni,
nel pesante silenzio/assenso della sua maggioranza, palesando come
meschinamente confidi nel fatto che la pandemia e il senso di responsabilità civica
dei promotori -che li ha portati a sospendere la raccolta delle firme
rischiando di pregiudicarne il risultato- lo possa esimere dall’affrontare una
consultazione popolare.
Un Primo Cittadino degno di
questo nome, cosa avrebbe fatto? Sorvoliamo sul fatto che forse avrebbe lui
stesso avviato una consultazione popolare prima di intraprendere un’azione
volta a ipotecare un bene comune molto oltre la scadenza del suo mandato. Sicuramente, essendo il primo responsabile
della salute pubblica, alle avvisaglie di una recrudescenza dell’epidemia
avrebbe preso l’iniziativa e convocato il Comitato per concordare un’interruzione
dell’attività di raccolta firme a tutela della salute degli attivisti e della
cittadinanza, proponendo al contempo una proroga dei termini per compensare
l’interruzione forzata dell’attività. Avrebbe cioè ricercato una soluzione che
conciliasse il diritto democratico alla consultazione popolare e la salute
pubblica.
Così facendo, questo Sindaco
ideale avrebbe manifestato la parte nobile del potere che è responsabilità, spirito di servizio e
garanzia; arrivando a strumentalizzare a proprio vantaggio una circostanza così
drammatica, il nostro Sindaco, invece, ne ha purtroppo mostrato il lato più
vile: arroganza, arbitrarietà, opportunismo.
A fronte di questa manifestazione
negativa del potere, però, la nostra collettività sta mostrando di avere la
forza di reagire. Rappresentano una sana risposta immunitaria sia gli
interventi dei Consiglieri d’opposizione sia il dissenso della Consigliera di
maggioranza Calistri e del suo gruppo che dimostrano, ancora una volta, come la
politica rappresentativa costituisca comunque un argine all’arbitrio di una maggioranza,
peraltro relativa. Così come la consistente partecipazione dei cittadini e
l’esistenza stessa del Comitato referendario testimoniano la presenza di
anticorpi vitali nella nostra collettività. Bene, la strada è lunga, andiamo
avanti con convinzione.
Manuela Comito