venerdì 16 luglio 2021

IN UN PAESE NORMALE, DA NOI NO!

Zero idee, zero progetti, zero tutele. Solo una grande avidità di denaro da incassare senza obiettivi di spesa di utilità sociale; anche sui parcheggi, il Sindaco e la sua maggioranza non si smentiscono e a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini.

In un paese normale, un’Amministrazione sana partirebbe da uno studio sulla mobilità per individuare le difficoltà e le esigenze dei pendolari, lavoratori e studenti, dei residenti, delle categorie più fragili, dei turisti. Fatto questo, potrebbe decidere di sviluppare un piano di mobilità sostenibile che tenga conto delle diverse necessità, nelle diverse fasce orarie, nei diversi periodi dell’anno partendo dalla considerazione che, in un luogo di villeggiatura, la stagione estiva possa richiede misure differenti per gestire l’afflusso e traffico veicolare. Concetto difficile ma non impossibile da comprendere.

Il piano dovrebbe puntare a fornire ai cittadini un trasporto pubblico efficiente e ai turisti un sistema di collegamento tra le diverse spiagge e luoghi di interesse che spinga, gli uni e gli altri, ad usare meno i veicoli privati. Potrebbe (addirittura!) prevedere un criterio di qualità nella scelta dei mezzi affinché siano a basso inquinamento e totalmente accessibili e politiche attive per favorire l’uso di biciclette per i piccoli spostamenti cittadini.

Un’amministrazione sana, stimerebbe poi il costo dell’operazione verificando le possibili fonti di finanziamento e solo a questo punto valuterebbe la copertura dei costi residui attraverso l’istituzione di una tassa sul parcheggio su suolo pubblico, le strisce blu.

Perché in un’ottica sana le strisce blu servono a finanziare i costi di un trasporto pubblico - efficiente, capillare, di qualità, accessibile ai disabili ed ecologico - attraverso il pagamento di una tassa a carico di quei cittadini che, pur avendo una valida alternativa, scegliessero di utilizzare comunque la propria auto.

I pendolari, invece, non usano la macchina per sfizio ma per andare a lavorare; già pagano per recarsi al lavoro e non è giusto che paghino un’ulteriore tassa. I residenti lasciano la macchina per strada perché non tutti hanno un garage e sarebbe difficile portarsela in camera da letto; dovrebbero essere esentati dal pagamento del parcheggio intorno alla propria residenza.  Anche un bambino capirebbe che far pagare loro una tassa equivale ad avvantaggiare ancora coloro che già hanno la fortuna di potersi permettere un parcheggio privato.  

In prossimità delle vie commerciali, le aree di parcheggio (come ex-fungo o lucciola) dovrebbero essere gratuite per incoraggiare il parcheggio fuori dalle carreggiate stradali, se invece si vuole avere la comodità di parcheggiare davanti ai negozi è giusto che si paghi la sosta. Naturalmente, questo concetto non può valere per chi ha difficoltà motorie o altre generi di impedimenti, a cui deve essere sempre garantito un parcheggio in esenzione, aldilà della presenza o meno delle strisce gialle.

Ma in un paese normale, si ragionerebbe anche sull’inopportunità di istituire una nuova tassa in un periodo in cui una pandemia ha già pesantemente colpito l’economia di vita della maggior parte dei cittadini, soprattutto se, come nel nostro caso, le tasse fossero già alla massima aliquota e la TARI in aumento. Si ragionerebbe infine sul periodo più opportuno per far partire quello che non dovrebbe essere un ennesimo balzello ma un progetto per una mobilità sostenibile. E chiunque troverebbe assurdo e iniziare i lavori nel periodo estivo, quando la città è già piena di gente e di macchine.

Qui da noi non è così. Nessun progetto, nessuna indicazione sull’utilizzo dei proventi, nessuna prospettiva mirata al miglioramento della qualità della vita. Sempre e solo avidità che si abbatte sui cittadini che pagano e continueranno a pagare i danni culturali e materiali che l’incapacità della cosiddetta classe dirigente produce.




giovedì 8 luglio 2021

IL CAOS DELLE STRISCE BLU

Da qualche giorno le strade di Santa Marinella sono nel caos.

Il comune ha iniziato i lavori per realizzare le strisce blu in moltissimi punti della città, senza preoccuparsi di informare preventivamente e in modo massiccio la cittadinanza (se si esclude la pubblicazione degli atti sul sito, ma si può pretendere che i cittadini vadano quotidianamente a spulciare il sito del comune?).

Il risultato è che i cittadini e i villeggianti, confusi e arrabbiati, non hanno più saputo cosa fare delle proprie automobili. Compresi i pendolari, per i quali non è stato possibile posteggiare in alcuni dei luoghi abituali vicini alla stazione. Questa disorganizzazione non è accettabile, è gravissima e lede l’immagine, già offuscata dallo scarso decoro e pulizia, della città.

Il Paese che Vorrei non è mai stato contrario in linea di principio all’istituzione di un numero adeguato e ragionevole di posteggi a pagamento. Aveva però sottolineato sin da subito alcuni aspetti da tenere in considerazione. Il primo riguardava l’annunciata privatizzazione delle strisce blu, per fortuna a quanto pare un pericolo scongiurato, almeno per il momento, grazie anche all’impegno della campagna referendaria.

Altre considerazioni entravano più nel merito, le elenchiamo di seguito:
  • rispetto della quota di parcheggi liberi e parcheggi disabili;
  • esenzione per i residenti delle vie e delle aree interessate;
  • esenzione per i pendolari dotati di abbonamento ferroviario;
  • formule di abbonamento mensile, semestrale, annuale per chi lavora nelle zone interessate;
  • incoraggiamento all’uso delle aree di parcheggio quali l'ex-fungo, l'arena Lucciola e la stazione ferroviaria mantenendo su queste il parcheggio libero (altrimenti si svuoterebbero i parcheggi e si riempirebbero ancora di più le strade).

Infine, Il Paese che Vorrei aveva espresso la sua contrarietà all’istituzione delle strisce blu in un periodo come questo, con una crisi economica che sta colpendo violentemente ampie fasce di popolazione locale ma anche turisti e villeggianti. Di questi tempi, sia per far viaggiare meglio l’economia fondata sul turismo, sia per consentire a quante più persone possibile di godersi un periodo di rilassamento e vacanza, ci sembra sbagliato aggiungere un ulteriore ostacolo sotto forma di balzello. Si sarebbe potuto far partire le strisce blu dalla stagione successiva, approntando stalli e colonnine nel periodo invernale, a città vuota.

Invece, a sorpresa, nastriamo strade e cominciamo i lavori a stagione inoltrata, con queste modalità. È il sintomo di una grande disorganizzazione e del totale disinteresse nei confronti della città, dei suoi abitanti e dei suoi turisti. Il caos e lo scontento che ne risultano sono sotto gli occhi di tutti.




giovedì 1 luglio 2021

UNA POLITICA DI DIRITTI NEGATI E INDIFFERENZA

I consiglieri del gruppo del Paese che Vorrei e gruppo Misto abbandonano il Consiglio per denunciare la violazione sistematica dei diritti dei consiglieri e dei cittadini ma, prima di lasciare l’aula, motivano la propria condanna nei confronti della Giunta e della Maggioranza.

Ci sono importanti interrogazioni sull’uso di denaro pubblico, sulla gestione di appalti, su comportamenti di membri della Giunta - temi che riguardano i cittadini tutti e il loro diritto di essere informati delle modalità con cui opera la Maggioranza - protocollate da più di 3 anni a cui non è mai stata data risposta. A questo si aggiungono i ritardi imperdonabili con i quali vengono portate in Consiglio le mozioni a firma delle forze d’opposizione. 

Ricordiamo che tutti i consiglieri dovrebbero godere dei diritti sanciti dalla Legge, dallo Statuto e dal Regolamento. Eppure, con questa Maggioranza a guida di un partito che si definisce democratico, questo non avviene.

Anzi, lo sfregio dei diritti va oltre l’assoluta mancanza di rispetto verso le norme che regolano i rapporti istituzionali e le istanze avanzate dai rappresentanti eletti.

I consiglieri denunciano anche il costante ostruzionismo operato nel percorso referendario culminato, in violazione del Regolamento, in un ritardo colpevole nella proclamazione della validità delle firme raccolte che ben evidenzia l’assenza di spirito democratico e di senso della collettività. Infatti, per la prima volta nella storia del nostro comune, grazie all’impegno dei tanti volontari e alla partecipazione cittadina, si potrà effettuare una consultazione referendaria incentrata sul destino dei nostri beni comuni. Una consultazione storica che avrebbe dovuto spingere chiunque si professi democratico a favorire la raccolta di firme ma anche e soprattutto il confronto tra i cittadini che saranno chiamati ad esprimersi sul futuro del proprio territorio.

È stato inoltre denunciato il nuovo tentativo di cementificazione del parco della Chiesa e del Convento dell’Immacolata a Santa Severa e la totale assenza del Comune e della Maggioranza nel supportare, o anche soltanto prestare ascolto, ai cittadini che si sono organizzati per difendere il diritto alla tutela dell’ambiente e della storia di quei luoghi.

Quindi un cenno a cosa si cela dietro il bilancio consultivo 2020, all’ordine del giorno nella seduta consiliare. Il bilancio presenta un avanzo di 300.000 euro, frutto non di un risanamento strutturale ma delle agevolazioni di cui i Comuni hanno potuto usufruire per affrontare le conseguenze della pandemia. 

Con l’obiettivo di agevolare gli Enti locali nel far fronte al disagio crescente dei cittadini e mitigare la crisi economica e sociale, lo Stato ha consentito ai Comuni di sospendere i pagamenti dei mutui in essere.

Il nostro Comune, invece di impiegare i denari risparmiati grazie a questo intervento statale per aiutare i cittadini in difficoltà, semplicemente non li ha spesi e ora propaganda questo risultato come un successo.

Questo risultato è invece una vergogna, hanno spiegato i consiglieri, perché i nostri concittadini in grave difficoltà potevano e dovevano essere aiutati, non per bontà ma nel rispetto dei loro diritti.

Se si è costretti a vivere in un container, infatti, è perché viene negato il diritto un’abitazione dignitosa e se c’è una famiglia costretta ad affrontare senza il supporto della sua comunità la difficoltà di crescere un figlio con una disabilità importante è perché viene loro negata l’assistenza domiciliare a cui hanno diritto.

Avere un avanzo di 300.000 euro e non aver mosso un dito per aiutare i nostri concittadini a far riconoscere e rispettare i loro diritti fondamentali diventa insopportabile. 

Rifiutandosi di legittimare questa sistematica violazione di ogni diritto e questa conclamata indifferenza per le difficoltà della vita dei nostri concittadini, i consiglieri hanno abbandonato il Consiglio.