giovedì 19 luglio 2018

La farmacia comunale di Via Valdambrini è un bene comune

Tuteliamo il servizio, risaniamo la gestione, potenziamo il valore sociale ed economico del diritto alla salute.



Alla luce del pessimo risultato economico della nostra farmacia comunale, ci appare legittimo domandarci se il disegno non sia stato quello di condurre questo bene comune alla dismissione con l’obiettivo finale di privatizzarlo, magari favorendone l’acquisto da parte di amici e/o parenti.

La salute è un bene fondamentale sancito dalla Costituzione e le farmacie comunali sono un Presidio del Servizio Sanitario Nazionale cui è affidata la funzione di erogare un servizio pubblico essenziale, meglio ancora se producendo utili da reinvestire.

A Santa Marinella, dal 2014, invece la Farmacia di Valdambrini è stata inserita nei servizi a esclusiva valenza economica e la sua gestione assegnata a un tecnico economico con il risultato di azzerarne il ruolo sociale in favore di un’ottica che la ha ridotta a mero bene commerciale.

Una farmacia comunale dovrebbe fornire servizi di assistenza e consulenza, in particolare alle fasce sociali più deboli, offrendo sconti sui prodotti, consegne a domicilio, fornitura gratuita di alcuni servizi quali la misurazione della pressione e del peso. Essenziale anche il ruolo di collegamento con gli ospedali, per la prenotazione di esami e visite e la consegna diretta dei referti e con l’Asl, per le campagne periodiche di prevenzione indirizzate a particolari segmenti della popolazione. In molti comuni i cittadini usufruiscono di questi servizi e di molti altri ancora, da noi sembra fantascienza.

Sarebbe necessario impegnarsi tutti per far funzionare le cose invece di far polemica, in un botta e risposta fra nuova e vecchia amministrazione. Noi siamo preoccupati che questo importante servizio pubblico possa essere oggetto di dismissione e interessi affaristici con la scusa di dover tamponare il nostro disastroso bilancio comunale nell’ottica di “prima si distrugge e poi si svende”.

Riteniamo invece che la necessità di risanare il bilancio non debba sottrarre la classe politica dalla responsabilità di operare delle scelte identificando e tutelando ciò che è necessario proteggere.

Esortiamo perciò l’amministrazione comunale a individuare le responsabilità su cosa non abbia funzionato per tornare a garantire questo servizio pubblico e il diritto alla salute per i nostri concittadini. Si cerchi di capire la realtà contabile dell'esercizio e si riparta con trasparenza aprendo un conto corrente dedicato Si potrebbe poi continuare togliendo la gestione dalle mani di un ragioniere per riconsegnarla al personale specializzato (in organico ci sono tre dottori farmacisti) e proseguire potenziando le attività per trasformarla in ciò che dovrebbe essere: un centro di erogazione di servizi per la collettività, parte integrante della rete di prevenzione che insieme alle altre strutture sanitarie costituisce il primo sistema di tutela della salute sul territorio.

Il Paese che vorrei