lunedì 6 agosto 2018

I pini di piazza Trieste


Il Paese che Vorrei chiede alla nuova Giunta un cambiamento radicale nell’approccio al verde urbano e il rispetto del Regolamento.

A Piazza Trieste, durante la gestione commissariale, è stato abbattuto un pino lasciando al suo posto uno sgabello di dubbio gusto, ricavato dal troncone. A motivazione dell’intervento, la responsabile cita l’ordinanza di abbattimento n. 89 del 6 dicembre 2017, della quale non siamo riusciti a trovare traccia nel sito del Comune. Non vorremmo fosse l’inizio di una nuova era di interventi che, senza motivazioni di effettiva necessità, ci vedrebbero privati del bellissimo ombrello d’ombra che costituisce una delle attrattive che caratterizzano l’area.



Gli esemplari di Pinus Pinea (Pino domestico) di piazza Trieste non versano in condizioni ottimali e probabilmente, come riscontrato da un sopralluogo da noi effettuato il 28 luglio con l’assistenza di un tecnico qualificato, per uno di loro l’abbattimento sarebbe necessario poiché presenta radici strozzanti e rialzamento della zolla. Altri due esemplari sarebbero da tenere sotto controllo in quanto presentano alcune criticità. Finora, purtroppo, poco è stato fatto per mantenerli in buona salute.

Anche questa è un’amara eredità degli ultimi due governi Bacheca e dei precedenti che non hanno curato con perizia le potature, non hanno monitorato lo stato di salute di ogni esemplare, né hanno, almeno, preteso il rispetto delle piante stesse. Queste sono state usate, da chi occupa il suolo pubblico, come pali di sostegno di fili elettrici, interruttori e quant’altro, pratica vietata dall’art.35 del Regolamento sul Verde. Ieri l’incuria, oggi l’abbattimento. 

 Anche un solo chiodo può veicolare
 infezioni  fungine o attacchi parassitari
che possono condurre alla morte dell’albero.

Il Paese che Vorrei manifesta la sua preoccupazione e chiede alla nuova Giunta un cambiamento radicale sull’approccio al verde urbano. A nostro avviso, le alberature presenti in tutto il comune vanno monitorate con i moderni strumenti a disposizione e gli abbattimenti - tranne quando sono realmente urgenti per imminente pericolosità - vanno autorizzati solo dopo una progettazione di riqualifica dell’area su cui insistono. Inoltre, gli interventi sul patrimonio pubblico del verde non dovrebbero mai essere motivati da esigenze di interesse privato o speculativo, come purtroppo è frequentemente successo in passato.

Riqualificare per noi significa implementare il verde - e non ridurlo - in virtù dei numerosi effetti benefici degli alberi. Un esempio tra tutti: gli alberi hanno una sorprendente capacità di raffreddamento. Alcune ricerche sostengono che un singolo albero sia paragonabile a 10 climatizzatori in funzione per oltre 20 ore al giorno. E senza effetti collaterali!

Anche in caso di interventi necessari, la sostituzione di un’alberatura con un’altra non può prescindere da uno studio che ben identifichi la destinazione d’uso dell’area che si intende “rinverdire”. Prendersi cura del verde pubblico, inoltre, significa anche dissuadere quanti sono poco rispettosi dal danneggiare le alberature e le aiuole.

Per fortuna non partiamo da zero. Dal 2005, questo comune è dotato di un buon Regolamento del Verde, che descrive le corrette pratiche di gestione sia del verde pubblico sia del verde privato. La nuova Amministrazione deve solo iniziare a rispettarlo e pretenderne il rispetto anche da parte dei cittadini.

Il Paese che vorrei