giovedì 22 novembre 2018

Diritti delle persone disabili: il comune non faccia dietrofront!

Il Paese che vorrei auspica che la delibera sull’accessibilità dei negozi rappresenti un primo passo verso le pari opportunità e l’uguaglianza dei cittadini e che si realizzi finalmente quanto approvato nel 2013. 


Santa Marinella è un monumento alle barriere architettoniche! Le sedi comunali, la stazione, le spiagge, gran parte dei marciapiedi, gli attraversamenti, hanno una caratteristica comune: sono inaccessibili alle persone disabili ma anche agli anziani, ai genitori con passeggini, a chiunque abbia difficoltà. Di conseguenza le pari opportunità, l’uguaglianza, la libertà di circolazione e l’autonomia restano, per molti, diritti inaccessibili e quotidianamente calpestati.
Per rispondere a questa situazione di inciviltà, nel 2013 Il Paese che Vorrei promosse e condivise con gli altri gruppi politici una mozione che impegnava Sindaco e Giunta a redigere i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).
L’Atto, approvato, si riproponeva di affrontare la materia in maniera organica, individuando gli strumenti che avrebbero reso possibile aggredire il problema e risolverlo. La proposta prevedeva una mappatura del territorio, l’individuazione di una scala di priorità degli interventi, una programmazione temporale e finanziaria delle opere.
Grazie poi a una costante azione di pressione e di sensibilizzazione, si riuscì anche a far stanziare duecentomila euro nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche, che avrebbero aperto la porta a un contributo regionale di ottocento mila euro per dare finalmente risposta all’annoso problema.
Dopo cinque anni di colpevole silenzio da parte del Sindaco, degli assessori e dei consiglieri delegati dell’Amministrazione Bacheca, si sperava che la nuova amministrazione recuperasse la mozione e la rendesse finalmente operativa. Invece, ora sull’altare del dissesto finanziario, si sacrificano le speranze e i diritti delle persone con disabilità.
Uno spiraglio è arrivato però con la proposta del delegato Alessandro Poleggi, che mira a rendere accessibili le attività commerciali del nostro Comune. Sembrerebbe poca cosa se confrontata con la proposta del 2013 ma costituisce comunque un punto di partenza.
Accogliamo positivamente, allora, la deliberazione presentata dal Sindaco ricordando, però che - se è giusto garantire il diritto allo shopping - altri diritti, ben più importanti per le persone con disabilità, dovrebbero avere la priorità.
Riteniamo indispensabile rendere accessibili le sedi comunali così come previsto dall’art. 29 della L. 104/1992 e gli edifici pubblici e ad utilizzo pubblico - stazioni, banche, posta, spiagge, mezzi pubblici e fermate, etc. -  così come previsto dalla L. 41/1986 – questi sono obblighi e non facoltà.
Auspichiamo che lo spirito di collaborazione dimostrato da Il Paese che Vorrei in questi anni, venga compreso dalla nuova Amministrazione e che questa si impegni, sin da subito, a lavorare per redigere i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, che la città aspetta da 5 anni e che permetterebbe al nostro Comune di accedere ai fondi della legge Regionale n° 74/1989. Realizzi le piccole opere a costo zero che renderebbero le sedi pubbliche accessibili (interventi previsti nel Piano sottoscritto tra Amministrazione e organizzazioni sindacali già nel 2013), eserciti una doverosa pressione sulle Ferrovie dello Stato affinché realizzino le dovute modifiche alla stazione ferroviaria.
Questi interventi non sono facoltativi o discrezionali; sono tutti interventi obbligatori perché finalizzati a garantire a tutti l’accesso ai propri diritti.