In questa situazione difficile, resa ancora
più critica dalle incertezze che gravano sul futuro economico e sociale, i
provvedimenti dell’amministrazione mostrano nuovamente il vuoto assoluto in
termini di idee e buone pratiche.
L’epidemia in corso ha già messo in
ginocchio l’economia, la necessità di affrontare correttamente la prossima
stagione estiva, quindi, avrebbe richiesto analisi, programmazione e strategia
per rendere la nostra località più sicura, accogliente e attrattiva in funzione
di un turismo che ci aspettiamo intimorito dalla criticità della situazione.
E invece, arriva il solito bando per
lo stabilimento balneare “la Perla del Tirreno”, senza regole per una corretta
gestione, senza standard di riferimento per l’occupazione dell’arenile, senza
politiche di prezzo, senza alcuna indicazione che possa vincolare il gestore alla
qualità e al rispetto per l’importanza che questo bene riveste per la nostra
ricettività turistica.
Eppure, già in passato abbiamo visto come
l’assenza di qualità nella gestione della “Perla del Tirreno” abbia prodotto un
danno all’immagine dell’intero Paese, basta leggere le pessime recensioni
riportate sui portali turistici. Quest’anno, a maggior ragione, avremmo avuto
bisogno di tutt’altro.
Sarebbe stato necessario promuovere
Santa Marinella attraverso la diversificazione dell’offerta turistica,
l’aumento del livello qualitativo e un’attenta politica dei prezzi.
Nel caso specifico della “Perla del
Tirreno”, avremmo potuto adottare la gestione diretta da parte del Comune e
realizzare una spiaggia libera con servizi. Così, se da un lato avremmo
rinunciato al possibile incasso per la locazione, dall’altro avremmo avuto il
guadagno relativo ai proventi dalla gestione dei servizi e delle attrezzature.
Avremmo potuto trasformare gli
aspetti critici di questa particolare situazione nell’opportunità di realizzare
un importante progetto di destagionalizzazione tramite la diversificazione dei
servizi offerti e la ricerca dell’efficienza gestionale. Ciò avrebbe creato
nuovi posti di lavoro e consentito di mettere in pratica un modello di
valorizzazione del bene comune mirato alla ricerca dell’eccellenza nella
qualità dell’offerta turistica.
Ma niente di tutto questo è possibile
se si rimane ancorati alle cattive abitudini del passato, se ci si arrende
all’incapacità e all’inerzia, se alla base delle scelte c’è sempre e solo la presunzione
e mai quella capacità di visione indispensabile per provare a costruire un
futuro migliore.