Il Castello di Santa Severa è uno dei beni comuni più preziosi del nostro territorio, non solo per il suo valore storico architettonico ma per
ciò che potrebbe rappresentare in termini di opportunità culturali ed
economiche.
Con questo obiettivo componenti de “Il Paese che vorrei” e
“un’Altra Città è Possibile” già nel 2014 avevano elaborato insieme un progetto
per lo sviluppo del Castello incentrato su 3 punti fondamentali:
1 – La creazione di un Organismo istituzionale per il
governo delle scelte inerenti le attività del Castello composto da Regione
Lazio, Comune di Santa Marinella e da una rappresentanza dei comuni aderenti (ricordiamo
che il progetto è stato presentato e approvato dal nostro Consiglio comunale e
dai comuni di Cerveteri, Ladispoli e Tolfa).
2- La costituzione di una Società per la gestione di tutte
le attività culturali, economiche, commerciali, promozionali e logistiche da
realizzare all’interno del Castello. Questo avrebbe rappresentato l’istituzione
di un sistema economico sostenibile ed efficiente ma anche e soprattutto
l’opportunità di creare posti di lavoro qualificati per i giovani del
territorio.
3- Il coinvolgimento di partner di eccellenza e delle
associazioni del territorio (molte delle quali hanno sottoscritto il progetto) per
la formulazione di un calendario condiviso di attività e di eventi durante
l’intero arco dell’anno.
Tutto questo è stato sviluppato
partendo dal concetto di condivisione degli spazi in contrapposizione alla logica
proprietaria che mira a escludere componenti importanti dal processo
decisionale. Si basa sulla condivisione e sul coinvolgimento delle realtà
locali, si basa infine sui concetti di qualità e di crescita da perseguire con
progettualità e programmazione.
Siamo ancora convinti
che questo progetto costituisca un modello vincente come siamo convinti che il
nostro Comune sia ancora in tempo per concorrere alla sua attuazione.
È necessaria, però, un’inversione di rotta per smettere di
vedere nel Castello solo un’opportunità di visibilità personale, effimera
quanto inutile dal punto di vista sociale, e sposare invece una prospettiva che
veda il Castello di Santa Severa nell’ottica di un bene comune primario per lo
sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Comune.
Serve intelligenza e cultura politica per intervenire in
questa direzione. Serve impegno e lungimiranza. È necessario rinunciare ai
piccoli, miseri protagonismi personali e decidere che la crescita collettiva
culturale e occupazionale è, e deve essere, l’unico vero obiettivo di
un’amministrazione degna del suo compito. Questo ovviamente vale sia per la
Regione Lazio, sia per il nostro Comune.