ll nostro consigliere, Lorenzo Casella, e il collega consigliere Francesco Fiorucci esprimono alcune preoccupanti considerazioni sull'operato del Sindaco e della Giunta che con piacere pubblichiamo.
A un anno dall’insediamento della Giunta Tidei, misuriamo
una continuità con il passato che mortifica le aspettative di chi ha sostenuto
questa candidatura e conferma la posizione di chi, a questa candidatura, si è
opposto.
Come in passato, non si vede un progetto organico per il
futuro della città. Si annuncia tutto e il contrario di tutto e si continua ad
agire come sempre è stato.
Così un giorno abbiamo un Sindaco in versione ambientalista che
annuncia la piantumazione di 4.000 alberi e il giorno successivo vuole
liberarsi della riserva di Macchia Tonda e non perde occasione per promuovere
l’abbattimento del verde cittadino, inventando motivi economici o di sicurezza.
Un Sindaco che parla di consumo di suolo zero ma poi
smentisce se stesso abbandonandosi a un lungo elenco di interventi edificatori
in una città con migliaia di case vuote e centinaia di abitazioni costruite e
invendute. Qualche esempio: sboccare l’edificazione intensiva della zona Quartaccia;
sbloccare l’edificazione nell’area di Rio Fiume e in zona Perazzeta; rinnovare
la concessione edilizia per 90.000 metri cubi di cemento sulla collina
adiacente il Liceo Galilei; acquisire il terreno agricolo ARSIAL confinate con
l’autostrada e il fosso di Castel Secco per costruire 14 palazzine da circa 10
appartamenti ognuna. Senza naturalmente rinunciare a una zona residenziale
nell’area del cementificio.
Tutto questo senza un piano di assetto del paesaggio urbano
e sub-urbano che potrebbe, in tempi brevi, censire la realtà edilizia degli
ultimi 40 anni, individuare i presupposti per il miglioramento urbanistico del
nostro territorio e avviare la fase di pianificazione per la riqualificazione
ambientale di cui tanto avremmo bisogno.
In piena continuità con il passato, si procede con ipotesi
puntuali e mai generali, con interventi sulla carta e mai calati nella realtà
del paesaggio, con varianti e aggiustamenti utili solo a favorire interessi
particolari e mai di carattere sociale.
Anche sul fronte degli incarichi il Sindaco non smentisce le
cattive abitudini.
Scopriamo che gli incarichi per le progettazioni delle
ristrutturazioni di alcuni beni del Comune sono stati affidati in modalità diretta,
ossia senza gara, senza indagine di mercato e senza richiesta di preventivi di
comparazione. Incarichi, naturalmente sotto soglia, che l’amministrazione può
affidare a professionisti sulla fiducia. Tra questi amici non poteva mancare un
delegato del Sindaco e un altro professionista, tra le cui note curriculari
brilla una condanna penale per abuso.
Anche i grandi progetti di privatizzazione dei beni comuni sono
sempre gli stessi, appena rispolverati: il vecchio progetto della Giunta
Bacheca per la privatizzazione della passeggiata; il cavallo di battaglia di
tutti i sindaci che fanno a gara a chi aggiunge un piano al parcheggio
nell’area ex Fungo e il mega progetto sul cimitero che il Sindaco voleva da
6.000 loculi in mano ai privati. Oggi è disposto ad accontentarsi di 3.000,
anche se non sappiamo se saranno sufficienti a inaugurare la stagione di
turismo cimiteriale che gli sta tanto a cuore.
Potremmo elencarne molti altri, ma il più pesante elemento
di continuità resta il sistema padronale della gestione della cosa pubblica che
non lascia spazio al confronto e al tentativo di correggere un tiro che
continua inesorabile la sua traiettoria d’impoverimento e mortificazione della
nostra città.
Questo sistema svilisce i diritti di tutti ed esalta i
privilegi di pochi, è un premio per chi è fedele, o almeno sta zitto, una
penalizzazione per quelle voci critiche e propositive che vorrebbero vivere in
un paese più giusto dove la qualità, la bellezza e la speranza possano
rappresentare i valori condivisi della comunità.