La figura della senatrice Liliana Segre testimonia al mondo intero l’orrore di cui l’uomo è capace. La sua esperienza ci rimanda l’eco dell’urlo straziante e mai sopito levatosi alla morte di ogni rispetto, amore o fratellanza. Ammonisce a non abbassare mai la guardia e a continuare a opporsi a un imbarbarimento dei pensieri, delle parole e delle azioni.
Siamo orgogliosi della cittadinanza onoraria che il Consiglio comunale ha voluto offrirle e riteniamo che debba rappresentare una importante occasione di crescita per tutta la città.
Le infami scritte apparse all’alba del nuovo anno sul muro della biblioteca comunale, sono un insulto alla sensibilità e all’intelligenza di tutti noi.
La pochezza delle parole, che rispecchia la sterilità mentale di chi le ha generate, però, non può farci sottovalutare la potenzialità distruttiva del gesto. La stupidità della scritta non attenua l’orrore che rievoca, le milioni di vite spezzate dall’odio e il disprezzo verso il diverso.
Difficile immaginare il vuoto valoriale nella testa di coloro che hanno ritenuto di festeggiare il nuovo anno vomitando il loro disprezzo per la vita e per gli altri, sfregiando le mura della biblioteca, centro di cultura della nostra città.
Le infami scritte apparse all’alba del nuovo anno sul muro della biblioteca comunale, sono un insulto alla sensibilità e all’intelligenza di tutti noi.
La pochezza delle parole, che rispecchia la sterilità mentale di chi le ha generate, però, non può farci sottovalutare la potenzialità distruttiva del gesto. La stupidità della scritta non attenua l’orrore che rievoca, le milioni di vite spezzate dall’odio e il disprezzo verso il diverso.
Difficile immaginare il vuoto valoriale nella testa di coloro che hanno ritenuto di festeggiare il nuovo anno vomitando il loro disprezzo per la vita e per gli altri, sfregiando le mura della biblioteca, centro di cultura della nostra città.
Non è la prima volta che simili rigurgiti di odio compaiono sui muri di Santa Marinella. L’eventuale giovane età degli autori, sempre congetturata in queste occasioni, non è certo una scusante che possa permetterci di liquidare il gesto come un atto di goliardia giovanile. Deve anzi essere per noi un monito. I sentimenti che esternano non devono trovare giustificazioni o cittadinanza, né qui né altrove.
Rimpiangere il periodo più disumano della storia della nostra nazione e del mondo, le leggi raziali, le conseguenti segregazioni e morti, non rappresenta un gesto di romantica nostalgia ma rappresenta la sempre ricorrente tentazione di ricorrere alla sopraffazione per superare la propria frustrazione.
Questo oltraggio alla senatrice Liliana Segre, dimostra una volta di più quanto il ricordo e la testimonianza di quello che è stato siano sempre utili e necessari, affinché tali germi d'orrore non trovino mai più il terreno fertile sul quale svilupparsi.
A chi crede che tutto sia permesso, a chi si illude che anni di elegia dell’insulto e dell’offesa abbiano sdoganato questa violenza di pensiero, il Paese che Vorrei risponde con forza che la società li rifiuta e li combatte.
Santa Marinella non merita questa vergogna! Domani quella scritta sarà cancellata ma non basta. Non cesseremo mai di opporci alla distruttiva follia che l’ha generata!