Ieri è trascorso un anno preciso da quando il Consiglio comunale ha approvato la mozione proposta da Il Paese che Vorrei per la modifica dello Statuto comunale. Una mozione che rendeva finalmente efficaci petizioni, istanze, deliberazioni a iniziativa popolare, referendum e proponeva un regolamento che mancava dal 2001.
Il traguardo sembrava a portata di mano e invece non solo l’Amministrazione ha provveduto ad alzare il numero di sottoscrizioni necessarie per attuare questi strumenti, non solo ha bocciato il punto che proponeva l’inserimento nello statuto del referendum abrogativo (terrorizzata dal fatto che in questo modo i cittadini potessero direttamente giudicare l’operato del Sindaco e della Giunta), non solo ha lasciato passare altri mesi prima di approvare il Regolamento ma ad oggi non ha ancora inviato le modifiche statuarie al BUR per la pubblicazione ufficiale, senza la quale tutto ciò che è stato approvato, chiesto a gran voce dalla città, risulta inattuabile.
Ricordiamo che alla prima presentazione della mozione (4 novembre 2018) Sindaco, Giunta, Consiglieri di maggioranza e Presidente del Consiglio avevano promesso che gli strumenti di partecipazione popolare sarebbero stati resi operativi entro il 31 dicembre 2018.
Passano i mesi e visto che la maggioranza non dà segni di vita, chiediamo spiegazioni al Presidente del Consiglio comunale, architetto Roberto Marongiu, sul perché le modifiche approvate siano state messe nel cassetto e dimenticate.
Vogliamo restituire la parola ai cittadini anche se il Sindaco vuole imbavagliarli. Noi andremo avanti!
“La libertà è partecipazione”